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UNA CATTIVA ABITUDINE

Ieri non era santa Rita, come insegnano i calendari, ma sant’Emma Marcegaglia, neo quota rosa di Confindustria ed anch’essa neofidanzata del Berlusconi.

Sergio Giuliani


Emma Marcegaglia

quella di essere attento, sebbene vecchio, a ciò che accade intorno, di voler ascoltare, capire, ma mai in modo interattivo, perché si soloneggia a senso unico e mai, mai che si possa esprimere una nostra opinione. C’è di che arrabbiarsi e si rischia quel che Esiodo dice càpiti al polpo d’inverno, quando non trova cibo e finisce per rosicchiare il proprio piede!

Ieri non era santa Rita, come insegnano i calendari, ma sant’Emma Marcegaglia, neo quota rosa di Confindustria ed anch’essa neofidanzata del berlusconi.

 Per nulla spaventata (ci mancherebbe! E’ un piccolo inconveniente come la cacca dei cavalli del Palio di Siena in pista, subito rimossa da solertissimi e sempre fuor di telecamera) dalla morte per incidente di un lavoratore della sua fabbrica il giorno prima,ha parlato di “occasione irripetibile” per l’economia italiana il fatto che esista ora una maggioranza di voto essenzialmente brontolone, egoista e protestatario, ignorante come una teletrasmissione in ore di massimo ascolto e volutamente piallato a due dimensioni piatte.

Proposte nessuna (ah! L’esercito!), scenografia da miss Italia, problemi che si avvicinano come aerei Alitalia in caduta libera e..oplà! La Thyssen Krupp, da dimenticare subito, altrimenti si è…comunisti; i morti sul lavoro (siamo in testa alla graduatoria europea: ci tocca qualche coppa?) un fastidioso accidente (e poi,spesso,sono colorati…); gli affari della camorra,stranoti e pubblici (ma per chi ha votato questo esercito occulto e compatto di…lavoratori? Se c’è stato trionfo, quei voti….)  e giù botte, senza distinguere sul “sacco di pulci” degli occupati in mansioni statali. Certe “rabbie” false e stupide (mentre una rabbia cosciente, studiosa dei problemi e disciplinata nel dialogo è una splendida molla dell’agire politico, e ce ne fosse…) fanno venire in mente l’esercizio-sfogo nelle fabbriche giapponesi: l’operaio stressato esce lascia il posto e va a picchiare con forza un fantoccio con le sembianze del principale; poi ritorna placato ed iperproduttivo.

Attenzione all’equivoco in cui rischia di cadere questa sinistra! Riconoscere i problemi è affare bipartisan; avviarne le soluzioni in ottica bidimensionale no.


Luigi Abete

Per cattiva abitudine sto ascoltando il ras del bancario, Luigi Abete, ad “omnibus” della Sette e lo vedo gioire, ammiccare fuor di schermo: Ora sì, con questo voto ci liberiamo di partiti che non siano “liquidi”, di statali e di sindacati. Occorre far presto, non a risolvere…ma a sfrattare! Capito? Prima si buttano via bambini ed acque sporche. Poi…si chiamerà l’idraulico!

Certo che, per risolvere i problemi urgenti, su settori nazionali ed europei, non occorrono certo risoluzioni immediate; troppo gravi essi sono perché si creda a veloci miracoli.

Occorre (occorrerebbe?) avviare un risanamento concreto, condiviso (ma intendiamoci sul significato del termine!) ed esperto. Non ci sono, né ci possono essere, risposte dietro l’angolo, tenacemente avversate dal governo Prodi per politiche pressioni ed ora, finalmente, scatenate come i venti dagli otri di Eolo! Meno chiacchiere, meno look e, soprattutto, meno superficiali “trionfi” mediatici. Come diceva un cartello su un cumulo di immondizia a Napoli: “’A Berlusco’…e mo’ so’ cazzi tuoi!” e giustamente il saggio Bertolaso ha parlato di…due, tre anni. Non basta la passerella in Piazza Plebiscito.

 Non è vero che la libreria è uno dei tanti sopravvissuti. Al metrocubo dell’ultimo (purtroppo, solo in ordine di tempo) Camilleri si affianca il metrocubo de “La deriva”, dei soliti giornalisti che, in clima di elezioni, aizzarono contro la “Casta”, con gli sgangherati risultati che sappiamo e il mezzometrocubo del solito Pansa-dàgli-alla-Resistenza. Chiarisco subito che non sono inchieste menzognere; anzi. Ma è il loro “caricamento” e, soprattutto, il sospetto tempismo ad allarmarmi. Che cosa si vuole che legga, o, meglio, che senta orecchiare nei salotti tv, un pubblico di “rabbiosi”? Ben lungi da creare, come fa ogni buon libro ed ogni buon giornalista, una coscienza meditata e riflessiva dei fatti, tale che aiuti anche il sistema che ne è coinvolto a liberarsene, le “inchieste-istant-book” aizzano al rovesciamento totale, al grido “Crucifige” “Barabba libero!”

Se, da quello che era un “popolo”, si è venuta creando, abbiamo creato una “plebe”, bisogna fare i conti con la sua smania distruttiva, istintiva: Guai a distruggere per continuare a riceverne i favori!

                                                                          Sergio Giuliani