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ULTIMA  AMARA RIFLESSIONE.

Antonia Briuglia


Claudio Scajola

Solo poche notizie bastano, in quest’ultima settimana di delirio ligure e italiano, per darci la percezione che le peggiori, riguardanti la corruzione da Prima Repubblica, continuano a essere all’ordine del giorno e che forse,” il peggio”, anche nel campo della ragione, deve ancora arrivare.

Mentre Gore visita il nostro Paese per diffondere le proprie convinzioni in campo energetico e in quello sulle cause della distruzione del nostro Pianeta;

 mentre la Regione Piemonte dichiara il proprio impegno futuro nella produzione di energia elettrica pulita, puntando all’indipendenza entro il 2030; mentre la Comunità Europea mette a disposizione dell’Italia 270 milioni di euro per investimenti in questo settore;

mentre il premio Nobel Rubbia ci argomenta, con decisione, le sue convinzioni in campo di energie rinnovabili;

 

-      il (nuovo!) Ministro allo Sviluppo Scajola , dall’alto della sua competenza scientifico-tecnologica ci sveglia dal letargo ambientalista e dal retrivo torpore, annunciando il ritorno dell’Italia al nucleare, facendo confusione tra centrali di terza o di quarta generazione( i primi già obsoleti, i secondi ancora fantascienza).

Definisce i tempi, declamando ”Via alle nuove centrali, prima della fine legislatura!” e quindi, bando alle ciance, non è più tempo di trastullarsi con superati e obsoleti referendum, sui quali anni fa si espresse la maggioranza di un’intera Nazione: si va dritti alla meta, accompagnati da quel “codazzo” di opportunisti che escono ora allo scoperto, approvando le scelte  del vincitore di turno e ostentando, nelle interviste di una tv compiacente, una goffa consapevolezza di un falso sapere.

 

Mentre la sconfitta del senso civico nei cittadini campani e soprattutto nei loro governanti, sta alla base dell’incapacità di gestire il problema “rifiuti” e ci rende facile bersaglio delle più accanite critiche in Europa, per le oscene condizioni in cui versano le città del nostro più retrivo Sud, incapace di organizzare una raccolta differenziata che, proprio nelle città europee, è ormai consolidata da decenni;


Pietro Bovero

    - il (nuovo!) Assessore all’Urbanistica di Vado Ligure Bovero, dall’alto della sua competenza tecnico-scientifica, in una riunione coi 69  Sindaci del Savonese, lancia l’idea di un termovalorizzatore. Sostiene di dover  approfondire solo alcuni aspetti tecnici, ma che questa sarà la risposta giusta per prevenire ed evitare nuove Napoli!!!!!! 

(Sempre utili le disgrazie altrui per cavalcare vecchie soluzioni !!)

Mentre a Cannes qualcuno si rammarica che l’Italia esporti nei contenuti del suo apprezzato cinema, spaventose realtà di mafia, corruzioni e collusioni, invece di puntare sui nostri paesaggi e luoghi turistici come sfondi di romantiche storie d’amore, ( della serie “i panni sporchi si lavano in famiglia!”);

 

- l’ennesima storia di tangenti infanga la Giunta Genovese,( e approda a Savona) dove i più  stretti collaboratori del Sindaco, trasportano mazzette nella valigetta  e colloquiano tranquillamente al cellulare, proprio come ai tempi della “cara vecchia, prima Repubblica”. Altro che film !!!!

- Il Presidente della Regione Liguria nega di aver accompagnato il figlio a scuola con l’auto blu. Lui non commetterebbe mai un atto simile!  Al massimo può percorrere contromano la rampa che porta all’aeroporto di Genova, senza documento di guida! 

 

PARTENZA PER LA “ RISERVA”.

 

Tempi duri per chi pensava che il tempo e l’esperienza avrebbero insegnato, che certi atteggiamenti o deprecabili comportamenti non si ripresentassero.

Tempi duri per chi pensava che si stesse costruendo una società migliore.

Terribili tempi di “riserve indiane”: quelle degli ingovernabili, dei diversamente intelligenti, degli autonomamente pensanti, degli inevitabilmente controcorrente.

Etichettati strumentalmente come nostalgici, snob, antiquati o fuori dal tempo; hanno avuto, invece, il difetto di guardare troppo avanti.

Difficile per loro ridiscutere i valori in cui credono; spesso avulsi da connotazioni politiche, spesse volte no: essi riempiono riserve né di destra né di sinistra.

Il recinto è alto, in questo tempo, dove la voglia di onestà, di ragione, di cultura, rimangono emarginate nei ritagli di una pagina di giornale o in un palinsesto notturno, per lasciare che la maggioranza dei giovani si stordisca con la cosiddetta “evasione”.

 

Evadere dalle riserve era, invece, proprio l’augurio che, dal profondo del cuore facevo, un tempo, a tutti coloro che erano rinchiusi, consapevolmente o meno.

Evadere, per comunicare un modo di essere e un mondo dove l’onestà, la lealtà, la cultura, la musica, l’arte, il teatro e il cinema siano la condizione necessaria perché una civiltà possa chiamarsi tale.

Dove termini come “tolleranza” siano banditi, perché non c’è nulla e nessuno da tollerare se fa già parte di noi!

Dove ci s’indigni ancora per l’ignoranza con cui si parla di false o incerte conquiste tecnologiche come soluzione alle richieste energetiche.

Dove sia bandita ogni forma di pregiudizio, per entrare sempre dentro le cose. Le passioni non si affievoliscano con l’età e l’amore per le cose apparentemente invisibili del mondo ci porti a credere che siano proprio quelle che lo fanno “grande”.

Claudio Burlando OGGI SONO IO A PARTIRE PER LA MIA RISERVA INDIANA, la mia regione protetta. Nessuno mi ci spedisce, per controllarmi meglio (come fecero per gli indiani), ci vado volentieri e non l’avrei mai creduto!

Voglio pensare a un luogo di sopravvivenza per il mio modo di pensare, di coltivare la cultura e i miei valori. 

Può sembrare una forma d’incoerenza per chi, come me ha sempre creduto alla forza della partecipazione e ha dedicato tutta la vita a difenderla, nella scuola, in politica, in famiglia, ma oggi ( mi si perdoni), stento a crederci fino in fondo!

La mia riserva è comunque discretamente affollata e non ci sono steccati di razza, di etnia, di religione o di estrazione sociale: il passaporto non esiste.

 E’ comunque, severamente interdetta a mafiosi, ai disonesti, ai servi e ai corrotti, ai venduti e agli ignoranti, ai superficiali e agli inetti, agli arroganti e agli encefalogrammi piatti.

La tribù che la popola ritiene il paesaggio sacro, l’ultimo rifugio ed io lì mi voglio rifugiare. Col mio PC ho il mondo e gli amici dei Blog a portata di mano, con loro posso dialogare e diffondere il pensiero della riserva e se parto per un viaggio la riserva parte con me, perché la necessità di alimentarsi di convinzioni, mi porta spesso a scoprire altre realtà, altri Paesi, altra gente.

Oggi sono io a partire per la mia riserva indiana, con i miei alti e bassi, con i miei dubbi e le mie salde certezze. Voglio stare lì, guardare, ascoltare, toccare, annusare: Voglio cercare ancora  inebriarmi dei colori della mia Liguria, respirare l’odore della terra toscana e sentire il tepore e il suono del mare di Sicilia.

 Così spero di “ sopravvivere allo sviluppo” e cercando le mie ricchezze altrove, magari tra rinascite conviviali con gli amici, in quell’angolo sano e sereno di mondo che m’illudo di avere costruito.

Tranquilli, non è un senso di tristezza che mi ha portato a queste considerazioni, ma è non volersi arrendere…. all’allegra demenza!!!

 

        ANTONIA BRIUGLIA