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dal sito www.uominiliberi.eu

Alla Rt di Imperia fanno “scuola” alle aziende pubbliche savonesi

GOOD MORNING “SIR MERLI”

TOP MANAGER DA 30 MILIONI AL MESE

Polemiche e articoli di giornale si sono sprecati, ma nessuno aveva reso noto lo stipendio d’oro. Da “casta”? “Uomini Liberi” ha ricostruito le tappe della vicenda Merli. Cosa scrissero Secolo XIX, Stampa e Repubblica-Lavoro con gli ultimi fuochi d’artificio, taciuti dalla carta stampata e tivù, che hanno visto “re Scajola”, alla sua festa a Imperia, scagliarsi contro i “denigratori di professione”, responsabili della notizia sui finanziamenti (poco cristiani?) della Fondazione Carige e del suo timoniere savonese Pier Luigi Vinai, consulente del lavoro ed esponente dell’Opus Dei. A quando l’azienda unica dei trasporti del ponente ligure? Merli dato in partenza, ma intanto è iniziata la gara a chi è più bravo ad incensare…

 

       di Luciano Corrado


Luisito Merli

IMPERIA – “L’emozione del benessere”, nel ruolo di top manager, alla Riviera Trasporti Spa (Rt) di Imperia, con uno stipendio netto mensile di 15 mila euro (30 milioni delle “fu vecchie lire”), oltre a generosi gettoni di presenza. E’ quanto percepisce l’ingegner Luisito Merli, 60 anni, l’alto funzionario che l’ex presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti, di professione imprenditore, oggi neo parlamentare, avrebbe convinto a “fare le valige” proprio da general manager della Divisione Infrastrutture.

Merli è stato un anno in pensione e poi, giusto di questi tempi, ai primi di maggio 2007, da libero professionista, è entrato tra incenso, lodi, tappeti rossi, dei potenti di turno, ma anche dell’informazione locale, nell’azienda-impresa pubblica, rigorosamente in mano alla “casta”, che ha per maggiore azionista l’Amministrazione provinciale di Imperia.

Gli altri soci, presenti nel capitale sociale (valore complessivo delle quote 1. 867.121 euro), sono nove comuni dell’imperiese detentori da una a cinque azioni, con l’eccezione di Sanremo che raggiunge 3.304 azioni, mentre la Provincia ne ha 12.808.

Perché “Uomini Liberi”, edito a Savona, si occupa di una storia imperiese? In provincia di Savona è in corso un serrato confronto sulle sorti dell’Acts e della Sar (fusione dal 2009?), sulla contrastata ricapitalizzazione della prima alle prese con problemi di bilancio e di rilancio; resta d’attualità il nodo di un’auspicata società unica di trasporti pubblici del ponente ligure. Magari per razionalizzare le spese e togliere qualche “poltroncina”. Se si esclude quella del presidente della Sar,  cav. Marco Lengueglia, ex sindaco Dc di Pieve di Teco e di Cisano sul Neva, che con un bilancio in attivo deve pur sempre accontentarsi di 1.300 euro netti al mese. Infine dopo aver letto Il Secolo XIX, La Stampa e la Repubblica-Lavoro, alcuni “visitatori” del blog (Uomini Liberi- Trucioli Savonesi) ci hanno sottoposto un “piccolo” problema di completezza di informazione.

<Mentre conosciamo “dall’a alla z” gli stipendi dei nostri amministratori di Acts e Sar, non abbiamo letto quanto guadagnano i manager della Riviera Trasporti….e sarebbe interessante conoscere attraverso quali criteri si è arrivati a stabilire…..>. Emolumenti, superstipendi che, vale la pena ricordare, non “cadono dal cielo”, ma sono dicisi dall’ottima e insuperabile “casta”.

I sindaci dei comuni interessati vedano loro se per decenza, direbbe il direttore del Secolo XIX, Lanfranco Vaccari, ritengano di farne o meno parte. A pieno titolo, o meno.

“Uomini Liberi” non ha le capacità di svelare i motivi, le ragioni di uno “stipendio d’oro”. Può solo divulgarlo, coprendo un vuoto. Possiamo aggiungere che, come ha scritto su Il Secolo XIX, Giorgio Bracco, il 4 maggio 2007, della redazione di Imperia, tutto è avvenuto con <l’addio del presidente Gaetano Scullino, e del direttore generale Carlo Conti, con l’approvazione del bilancio e la nomina del nuovo e più ristretto (da 12 a 5 membri) consiglio di amministrazione>.

Un plauso alle “cure dimagranti” è d’obbligo. Aggiungeva Bracco: <La Riviera Trasporti volta pagina, si rifà il trucco e si presenta al pubblico. E’ successo tutto in una mattinata, quella di ieri, quando il presidente della Provincia Gianni Giuliano (Forza Italia), ha salutato e ringraziato gli ex amministratori e, contemporaneamente, si è congratulato con la new entry>.

Da sinistra: Carlo Conti, Quirino Minasso (nuovo presidente della Rt), Gianni Giuliano e Gaetano Scullino

 

Eccoli: Quirino Minasso, papà di Eugenio, parlamentare di An, ora Popolo della Libertà. Suo vice, Giobatta Chiappori (allora quota Udc), Paolo Barabaschi, ex assessore provinciale, ventimigliese, e appunto Luisito Merli che oltre ad essere consigliere della Rt, è soprattutto amministratore delegato e direttore generale (tre cariche).

Bracco annotava un anno fa che <il quinto consigliere resta un nodo da sciogliere>. Sul sito-portale della Rt la casella non risulta riempita.

Carlo Conti ha trovato subito “casa” nella direzione della società “Porto Imperia Spa” che sta costruendo il nuovo porticciolo, con tante opportunità di business per parenti, amici, procacciatori di clienti. Ovviamente non ci riferiamo a Conti. Vendita di posti barca, ad esempio, prenotabili fino ad un massimo di…


da LA STAMPA Una foto simpatica della famiglia Scajola (Moglie e i due figli)

Il tam-tam che giunge dalle onde corte di “Riviera Trasporti” dice che in azienda il vero “motore” è l’ingegner Corrado, originario di Vellego, terra di Casanova Terrone.

E ancora, Merli non avrebbe più tra i suoi più convinti sponsor “rè Claudio Scajola”. La “corte” ha già intuito, si sta allineando e tra qualche mese arriverà la sorpresa.

Forse esagera chi sostiene che <in una fetta di Liguria non si muove foglia senza che papà Scajola non voglia>. Forse l’esordio di uno “stipendio d’oro”, pur in un’azienda già risanata (Bracco accennava ad un utile netto in consuntivo 2005 di 186 mila euro, con 500 dipendenti e 229 automezzi, di cui una trentina appena acquistati) potrebbe creare malumore tra le “truppe camellate” e nella estesa, capillare, rete di interessi.

Chissà cosa direbbe degli stipendi d’oro in enti pubblici il diacono cardinale Rè, in merito alle disuguaglianze sociali crescenti, in una provincia dove anche la benemerita Caritas continua con fatica a far fronte a tutte le richieste. In un provincia dove in alcuni piccoli comuni di montagna i sindaci hanno rinunciato agli stipendi massimi consentiti dalla legge, o addirittura devolvono le poche centinaia di euro mensili al circuito Pro Loco-parrocchia-pubbliche assistenze.

Uno stipendio d’oro riservato del resto, ricordava sempre Il Secolo XIX, ad un Luisito Merli che può esibire questo curriculum: <…laurea in ingegneria civile con 110 e lode all’Università di Genova, 30 anni in Regione con prestigiosi incarichi…> Non va di moda, nel pubblico, la cartellina “risultati raggiunti” e attestati? Ma il presidente della Provincia Giuliano ha riempito il vuoto, dichiarando al Secolo XIX: <Ora Merli, libero da impegni, potrà dedicarsi a tempo pieno di questa nostra azienda. Il suo spessore professionale, la sua esperienza e la sua conoscenza dei temi e delle problematiche legati ai trasporti non potranno che favorire lo sviluppo e l’evoluzione della Riviera Trasporti>.

A favore di chi? Certamente degli utenti…dei dipendenti…Del più paghi e meglio spendi!

Il “dossier Merli” annovera pure le pagine di cronaca nazionale del Decimono, un anno dopo. Il 21 aprile 2008, un titolo a tutta pagina “La grande spartizione dell’aeroporto Colombo”, ricordava che l’ingegner Luisito Merli, rientrava in un “puzzle” di poltrone, ovviamente pubbliche.

Il ministro Scajola

Nel sommario si citava un’intercettazione telefonica riguardante l’inchiesta sull’autorità portuale di Genova: <Novi, a Claudio Scajola magari un posto (nell’aeroporto) glielo diamo noi>.  E Merli fa parte del consiglio d’amministrazione dell’Aeroporto di Genova Spa, capitale sociale 7.746.900 euro.

Il “lottizzato” Merli dichiarava a Marco Menduni e Ferruccio Sansa, giornalisti e autori dell’inchiesta sullo scandalo del porto di Genova con arresti eccellenti: <Sono di Imperia, ho lavorato per oltre trent’anni in Regione. Ero il direttore dei Trasporti…>. E’ un uomo di Scajola? <Certo che lo conosco, da moltissimo tempo. Ho buoni rapporti, ma potrei dire lo stesso di tanti altri politici (anche dell’ex presidente Biasotti? aggiungiamo ndr). Io non ho nessuna tessera, non ho rapporti con i partiti e non sono l’uomo di nessuno. Sono stato nominato in aeroporto soltanto perché sono un tecnico esperto ed essendo in pensione sono libero da altri impegni>.

Ancora il quotidiano genovese: <Il nome di Merli era finito in prima pagina sul Secolo XIX, nel gennaio di quest’anno. Tutto per una storia di arredamenti, di poltrone arancioni, rosse e verdi. Di avveniristiche sedie in pelle nera e bianca comprate per abbellire l’ufficio dell’Amministratore delegato della Riviera Trasporti Spa, la società che gestisce il traporto pubblico di Imperia>. E spiegava che l’acquisto è avvenuto per circa 20 mila euro dalla società genovese “Enginering&Interior Design” di Veronica Cristina Merli, la figlia. Che c’è di male? Tutto sommato è una somma modesta per ente pubblico di queste dimensioni.

E poi potrebbe aver ragione Maggiani che su Il Secolo XIX del 15 maggio scorso, rimproverando Marco Travaglio, gli ricordava: <Alla maggioranza degli italiani (visto l’esito delle elezioni ndr) non gliene importa più niente di valori etici e morali…>.

Sul Secolo XIX del 29 gennaio 2008, la decana della redazione imperiese, Loredana Grita, dava notizia che quell’acquisto era diventato un “caso imbarazzante”. Anche se Merli ripeteva: <Ho agito sempre in sintonia con il consiglio di amministrazione…la spesa non era eccessiva,…neppure paragonabile a quelle analoghe fatte in passato>. Già in passato….

Il presidente Quirino Minasso (uomo di parola?) si impegnava, a sua volta, <ad affrontare l’argomento nelle prossime ore durante i lavori del consiglio di amministrazione che si riunirà per altri motivi  e a questo punto non potrà ignorare …>.

 

Pierluigi Vinai

I sindacati provinciali di Imperia della triade trasporti Cgil, Cisl e Uil accennavano a scelte imbarazzanti, coglievano l’occasione per mettere il dito sulla piaga dei posti di lavoro a tempo determinato, alle ingenti spese per consulenze esterne. Puntuale la replica di Merli: <le consulenze sono state tutte azzerate dalla fine dello scorso anno>.

l giorno dopo la pubblicazione dell’articolo-denuncia sulla “grande spartizione dell’aeroporto Colombo” che chiamava in causa anche il presidente della Regione, Claudio Burlando, un editoriale del direttore de Il Secolo XIX, Lanfranco Vaccari, non faceva sconti. Peccato sia finito in fretta nel solito tritacarne degli smemorati di professione o di comodo.

Definiva patetica la “difesa” fatta da Burlando sulle spartizioni e altro, quindi l’affondo sul big, oggi superministro con <Deleghe più ampie a Scajola>, titolava Il Sole 24 Ore, aggiungendo nel sommario <alle attività produttive e sviluppo economico, si aggiungono le competenze su export e le Telecomunicazioni>. Eccolo, il pensiero-Vaccari: <…Scajola, uno che ha difeso Novi ben oltre l’evidenza, si è trincerato nel silenzio. E’ eccessivo immaginarlo imbarazzante?>

L’allora presidente del Copaco (servizi segreti), il 9 dicembre con Repubblica-Il Lavoro, interveniva sull’ ”affarire porto di Genova” per sparare a zero sulla terna, difendendo Novi e lasciando intendere che era finito nel mirino <per aver toccato meccanismi che hanno scatenato reazioni sospette>.  Solo insinuazioni?

Mai più, a quanto pare, immaginava, nonostante il suo osservatorio privilegiato, che il numero uno dell’Authority portuale sarebbe finito agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione e truffa, proprio al termine del suo mandato, con altri cinque indagati.

Da quel 8 dicembre 2007, dalla difesa a tutto campo di Scajola, non erano neppure trascorsi due mesi.

E dire che il “patron supremo” del “fin che la barca va” Berlusconi voleva affidare al suo fedele ex ministro dell’Interno, la “scomodissima poltrona” della Giustizia, proprio Claudio che aveva conosciuto, sofferto, come ha ben descritto in un libro-memoria, la vitaccia e l’umiliazione delle patrie galere,  da detenuto-modello, poi riconosciuto innocente per una storiaccia da casinò municipale di Sanremo.

E quel Claudio Scajola, amatissimo anche fuori dai confini, festeggiato ed osannato sabato 9 maggio, con il “caloroso abbraccio di una grande folla”, dal reportage di Andrea Pomati su La Stampa. Meno “ossequioso” il reportage di un inviato di lunghissimo corso, esperienza e testimonianza di cose liguri, firmato da Wanda Walli. Il titolo sulla prima pagina di Repubblica-Il Lavoro dice: <Scajola, fragole ad alta velocità>. Occhiello: <Festa a Imperia per l’esponente azzurro che torna al governo….>.

Nessuno dei cronisti ritiene di dar conto di quanto riferito da “radio sindaci”. Scajola ha lanciato durissimi strali (“non è giornalismo, ma…”) contro Repubblica-Il Lavoro per via di quel servizio, da prima pagina, di giovedì Primo maggio dal titolo “Fondazione Carige, le erogazioni “sportive” del vice presidente Vinai”.

I giornalisti Massimo Calindri e Marco Preve raccontavano di un contributo di un milione di euro che il consulente del lavoro savonese, Pierluigi Vinai, 41 anni, <legato da profonda amicizia a Claudio Scajola ed influente esponente dell’Opus Dei, ma prima di tutto vice presidente della Carige>.  Vinai ha approvato un progetto che il giornale titolava: <Fondazione Carige, le elargizioni di Vinai. Oltre un milione alla “sua” associazione>. Denaro finito nel conto corrente del Movimento Sport Popolare,  associazione riconosciuta dal Coni, che organizza il Progetto Giovani, tre mesi di eventi sportivi in Liguria e nel Basso Piemonte.

Rimarcavano Calindri e Preve: <Il vice presidente Carige contribuisce al finanziamento di un evento, destinato ai bimbi, gestito da un’associazione  che in pratica è la sua creatura…>.

E Vinai, intervistato, premetteva a difesa anche della “casta”: <Le cariche in Fondazione sono di nomina politica e finchè non si troverà un sistema migliore (speriamo non raggiungano la tomba del prof. Roberto Lucifredi ndr) resta valido questo. Io non ho più cariche nel Movimento

Sport Popolare e l’associazione non fa altro che programmare un evento, per Progetto Giovani, sia chiaro, non incassa un soldo>.

La nuova politica dei finanziamenti dell’era Vinai probabilmente merita qualche altra testimonianza, soprattutto di vescovi, parroci e parrocchie.

Soltanto 15 giorni dopo, l’eco di quella polemica si è esteso. Il Secolo XIX ha deciso di parlarne per un’interpellanza di Ubaldo Benvenuto: <La Regione faccia chiarezza….finanziate associazioni che hanno sede nell’ufficio del vice presidente Vinai? Serve più trasparenza>. Ma ecco che Flavio Repetto, presidente della Fondazione Carige, mette le mani avanti e sempre su Il Secolo XIX manda a dire: <…a parte le imprecisioni pubblicate, ricordo che la Fondazione è un’istituzione di diritto privato e che, quindi, gli organi di amministrazione e di controllo si assumono la responsabilità degli atti che riguardano la gestione delle risorse>.

E’ per questo che Claudio Scajola, di fronte a quella infervorata platea, ha sparato a zero su “Repubblica-Il Lavoro” per quel servizio sulla Fondazione Carige.

Perché giornali e giornalisti si impicciano di soldi di “un’istituzione di diritto privato”?  Non si vergognano? Va bene che non sono attivisti dell’Opus Dei o di Forza Italia, ma almeno lascino in santa pace chi fa opere di bene a fin di bene. Senza arricchirsi e senza badare al proprio tornaconto.

Luciano Corrado