TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni I PROBLEMI SOCIALI DEL FUTURO
LO SPORT E I DIVERSAMENTE ABILI Aldo Pastore Sino a pochi anni fa, le Attività Sportive rappresentavano unicamente il simbolo della giovinezza, di un eccezionale abilità, della forza, della potenza, dell' agilità e di tante altre doti positive che sarebbe troppo lungo elencare; l 'essere "disabile" diventava, di conseguenza, un permanente ostacolo alla partecipazione verso queste Attività, non soltanto a livello agonistico, ma, anche, a livello amatoriale. Ma, per fortuna della nostra civiltà, progressivamente, le cose si sono modificate: hanno incominciato alcuni soggetti anziani e disabili a praticare Sport ed a partecipare a manifestazioni e gare agonistiche (dalla marcia, su brevi distanze, sino a giungere alla maratona); successivamente, hanno iniziato a partecipare ad esse soggetti Disabili in Carrozzella; il fenomeno è andato, sempre di più, intensificandosi, tanto che, ad iniziare dal 1960, è iniziata l'organizzazione di Giochi Paralimpici Estivi e, dal 1984, dei Giochi Paralimpici Invernali; ad essi, ovviamente, partecipano soltanto concorrenti disabili. In una recente e pregevole pubblicazione, intitolata " E LI CHIAMANO DISABILI" Candido Cannavò (mitico Direttore della "Gazzetta dello Sport" dal 1983 al 2002) ha opportunamente evidenziato che le DISCIPLINE SPORTIVE, praticate durante la PARALIMPIADE ESTIVA, sono Diciannove (Atletica Leggera, Basket, Boccia, Calcio a 5, Calcio a 7, Ciclismo, Equitazione, Goalball, Judo, Nuoto, Scherma, Sollevamento Pesi, Tennis, Tennis da Tavolo, Tiro a Segno, Tiro con l' Arco, Vela e Volley) e quelle praticate durante l 'EDIZIONE INVERNALE sono Quattro (Curling, Hockey su Ghiaccio, Sci Alpino, Sci Nordico). Occorre, inoltre, sottolineare che dal 1960 al 2004 sono state effettuate ben dodici Edizioni dei Giochi Paralimpici Estivi e Nove edizioni di quelli Invernali; Candido Cannavò, con la puntuale precisione che gli è propria, ha riportato, altresì, i profili di alcuni atleti che hanno scritto parte della storia dello Sport italiano per Disabili; anche per questa motivazione, consiglio ai carissimi amici di "Trucioli Savonesi" di leggere questa pubblicazione, perchè densa, oltre che di dati statistici, di riflessioni e considerazioni di alto e nobile significato etico culturale. Ma, oggi, noi stiamo imboccando una nuova e ben più ardua strada competitiva; infatti, ci troviamo di fronte ad atlete e atleti disabili di alto profilo qualitativo, che aspirano o, addirittura, vogliono gareggiare non già con altri individui "diversamente abili", ma con atleti cosiddetti normodotati, posti, per di più, ad un livello così alto, nelle graduatorie mondiali da apparire inarrivabili e quindi quasi intoccabili. . Ha cominciato MARLA RUNYAN, oggi trentanovenne californiana, riconosciuta legalmente come cieca, la quale è riuscita ad approdare alla Finale dei 1.500 Metri Piani, ai Giochi Olimpici di Sidney 2000, terminando la sua gara, addirittura all' Ottavo Posto Assoluto. Questa formidabile atleta si è dedicata, negli anni successivi, alla Maratona, correndo in un sensazionale 2h. 27' 10" a New York; ricordo il suo semplice, ma meraviglioso commento all' arrivo: " VEDO OMBRE; SONO SUFFICIENTI PER TROVARE LA VIA". Attualmente, tuttavia, stiamo andando oltre: stiamo assistendo alla straordinaria avventura di due splendide figure sportive, che aspirano, addirittura, a raggiungere il Podio Olimpico nelle loro specifiche discipline; mi riferisco a : NATALIE DU TOIT (ANNO DI NASCITA: 1984) Questa giovane nuotatrice ha una lunga storia alle sue spalle: - A 14 anni: ha raggiunto la qualificazione per i Giochi del Commonwealth di Kuala Lumpur; - A 16 anni: è stata vicina a raggiungere la partecipazione ai Giochi Olimpici di Sidney 2000;- A 17 anni (Febbraio 2001): ha subito un gravissimo incidente stradale ( un auto l'ha colpita, mentre si recava a scuola in moto-scooter); l'evento traumatico ha condotto all'amputazione della gamba Sinistra, all' altezza del ginocchio; tuttavia, a maggio, era già pronta ad allenarsi in piscina; - A 18 anni: ha partecipato ai Giochi del Commonwealth di Mancester, raggiungendo questi risultati: - medaglia d'oro sia nei 50 che nei 100 metri Stile Libero per Disabili (con relativi record mondiali);- finalista negli 800 metri Stile Libero per Soggetti Normodotati (è stata, questa, la prima volta, nella Storia del Nuoto, che veniva registrato un evento del genere);- nella cerimonia di chiusura, le è stato consegnato il Premio destinato alla più forte personalità, evidenziata durante l'effettuazione dei Giochi; - A 19 anni: - ha vinto gli 800 metri Stile Libero ai Giochi Africani; - ha conquistato un' accoppiata di Medaglie (Argento e Bronzo) agli Afro - Asian Games; - A 20 anni: ha partecipato ai Giochi Paralimpici di Atene, conquistando ben cinque Medaglie d' oro; - In questi ultimi anni: ha deciso di dedicarsi alle Lunghe Distanze in Acque Libere; - Pochi giorni or sono: ha partecipato alla GARA PER NORMODOTATI DEI 10 CHILOMETRI, nelle acque sivigliane del Guadalquivir; ha raggiunto il 4° POSTO ASSOLUTO, a cinque secondi dalla vincitrice Larisa IlchenKo ed a sei Decimi di secondo dal Podio; con questo splendido risultato, ha raggiunto l' obiettivo di poter accedere ai prossimi Giochi di Pechino, con la speranza di poter scalare il podio e di assicurarsi una medaglia. Sarebbe, questa, la prima volta, nella storia dello Sport Mondiale, che un Atleta "Diversamente Abile" raggiunge questo mitico obiettivo. Queste, in proposito, le commoventi dichiarazioni di questa Atleta: "QUANDO HO SUBITO L' INCIDENTE, RIUSCIVO SOLO A PENSARE: HO PERSO UNA GAMBA, HO PERSO UNA GAMBA. E QUANDO, PIU' TARDI, HO CAPITO CHE NON ERA PIU' LA', MI SONO DETTA: BENE, DEVI CONTINUARE A VIVERE , COME SE NULLA FOSSE SUCCESSO. PARTECIPARE ALLE OLIMPIADI E' SEMPRE STATO IL SOGNO DELLA MIA VITA ED AVER PERSO UNA GAMBA NON HA CAMBIATO I MIEI PROGRAMMI. CE L'HO FATTA." OSCAR PISTORIUS (ANNO DI NASCITA: 1987)- è nato a Sandon in Sudafrica; - affetto da un malformazione congenita agli arti inferiori, ha subito, ad undici mesi di età, l'amputazione di entrambe le gambe, appena sopra i piedi; - Due mesi dopo l'amputazione, gli impiantano le prime protesi; - Durante l' attività scolastica, giocava a pallanuoto, cricket e tennis, ma, soprattutto a rugby; V'è da rimanere sconcertati ed allibiti di fronte a tale insipienza scientifica ed a tale bassezza etico-culturale; ma, come tutti i grandi " Diversamente Abili", egli, senza polemica e con grande naturalezza, così risponde: "QUANDO LA GENTE MI CHIEDE: COSA PROVI AD AVERE DUE GAMBE ARTIFICIALI, IO RISPONDO: NON LO SO; TU COSA PROVI AD AVERE DUE GAMBE NORMALI? - L' illustrazione dei casi sopra citati (avvenuta attraverso la descrizione delle loro gesta atletiche ed attraverso le loro dichiarazioni verbali) mi porta a concludere questo articolo, con due riflessioni finali:
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