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Viaggio (insolito) alla scoperta della Fondazione Simone Stella

ALL’ASILO  INFANTILE DI LOANO

UN MARESCIALLO FA “MIRACOLI”

Il presidente dell’ente, Stefano Ferrari, per otto anni è stato al comando del nucleo operativo carabinieri di Alassio. Ha mantenuto il motto “lavorar tacendo” ed ha creato un modello di efficienza dove non si pratica “sprecopoli”. Dall’Arma ha mantenuto il rigore morale ed amministrativo nella gestione dell’ente pubblico. Avete mai letto notizie sui giornali? E sapete, per caso, cosa ha rappresentato il presidente-emerito, dottor Felice Bosisio, per questa benemerita fondazione loanese?  Vi proponiamo foto e documenti inediti.

 

        di Sergio Lertora

 

Loano - <Perché non si scrive nulla sui giornali e sui blog savonesi di questo ente pubblico amministrato, con ottimi risultati e all’insegna della trasparenza, da un maresciallo dei carabinieri in congedo? Non fa notizia ? Non interessa ai cittadini?…>

E’ l’insolita segnalazione di uomini della Benemerita in pensione che ci ha portato ad accendere i riflettori sul “Simone Stella” di Loano. Alla presidenza della Fondazione è stato richiamato Stefano Ferrari, un sottufficiale in pensione che aveva prestato servizio nella caserma dell’Arma di Loano (all’epoca del comandante Giuseppe Pantè) e per otto anni al comando del nucleo operativo di Alassio, dopo un periodo al comando della stazione di Badalucco. Ferrari era stato presidente dal 2002 al 2004 e dal luglio 2005 è tornato in carica.

Cosa c’è di interessante, inconsueto nella gestione e nella presidenza del “maresciallo Ferrari”? Nessuna intervista, all’insegna del motto “lavorar tacendo”. Così, suoi ex colleghi provvedono a ricordare un dato che dovrebbe essere la “prova del nove” della saggia gestione di questo ente: <Quando Ferrari, nel 2004, lasciò la presidenza, assisteva 60 bambini, quando è rientrato, nel luglio 2005,  erano rimasti soltanto 12, nessuno si era accorto di nulla…>.

Altro risultato, sempre secondo i colleghi del presidente Ferrari, è stato quello di aver azzerato le liste d’attesa. I posti sono passati da 35 a 60, sei dei quali destinati a non residenti. L’asilo nido ha tre sezioni, ospita piccoli in età tra 12 mesi e 3 anni. A Loano, la nuova realtà demografica, indica che il 10 per cento dei piccoli assistiti sono extracomunitari.

L’asilo nido opera attraverso una convenzione con il Comune di Loano e all’interno della struttura gestisce la mensa, con <eccezionale scrupolosità ed attenzione, soprattutto acquistando prodotti di prima qualità>.

La Fondazione Simone Stella non opera, come spesso accade, per creare un circolo di “posti di lavoro”, ma con criteri di rigore. Una “cura antispreco” che consente di gestire l’azienda “Simone Stella” con uno staff di due dipendenti ed un segretario collaboratore a progetto. Se qualcuno volesse confrontare cosa accade in altre fondazioni liguri similari può togliersi una soddisfazione.

Eppure di questo ente si era parlato esclusivamente per raccontare storie non molto esaltanti di “guerre” e “rivalità” scaturite da una vicenda di asseriti maltrattamenti di minori, non ancora conclusa sul fronte dell’iter giudiziario.

Mentre è finita  in archivio un’altra pagina da dimenticare e riguardante l’ex presidente dell’ente Emanuele Caglieris (pupillo di chi?). La Procura della Repubblica di Savona, nonostante presunti riscontri documentali, non ha ravvisato elementi penalmente perseguibili, neppure per una richiesta di rinvio a giudizio.

Scriviamo tutto questo perché i colleghi del “maresciallo” hanno ben chiaro cosa significhi amministrare un ente che ti lascia in eredità pure certe grane. E non tutti sanno che finiscono per avere dei costi in “profumate” parcelle legali. Oppure in qualche altra controversia, mal gestita, con la Cooperativa Quadrifoglio di Loano, alla quale sono stati già rifusi 18 mila euro. Una bella somma. Soldi pubblici, ovviamente.

Ecco perché saper trasformare un ente in un piccolo gioiello, esempio di funzionalità, al servizio della comunità loanese, dovrebbe essere motivo di orgoglio e di buona stampa, come si suol dire.

Trucioli Savonesi, con questo servizio giornalistico, fa soltanto il suo dovere, come è accaduto di recente  con la notizia del bilancio della Sar (Società Autolinee Riviera) di Cisano sul Neva. Un consuntivo in attivo, senza gravare nelle tasche dei cittadini-contribuenti già tartassati da mille gabelle. E su questa strada speriamo di descrivere altre realtà pubbliche, amministrate con oculatezza. Non dovrebbe essere un’eccezione, ma la regola!

Una foto d'archivio davvero eccezionale per i ricordi storici: siamo nel 1966, davanti all'apparecchio tv, sulla destra, con un bambino di fronte, il dottor Felice Bosisio. Tra le figure storiche loanesi anche il comandante Garassini Garbarino, al suo fianco l'allora comandante dei carabinieri maresciallo Molli e vicino il direttore della banca San Paolo di Loano,.Alla sinistra di Garassini Garbarino, nella foto, Luciano Corrado, allora alle prime armi come giornalista. Ultimo a sinistra il geometra Francesco Manni. Ma ancher un noto tabaccaio, Ramella. Sarebbe interessante scoprire chi sono i due bambini, oggi adulti loanesi e testimoni di un evento come l'inaugurazione della nuova "ala" del Ramella.  

I componenti del consiglio di amministrazione del Simone Stella, oltre a Ferrari, sono Carlo Perelli (albergatore, ex assessore comunale), in rappresentanza del parroco della parrocchia di San Giovanni Battista (don Pino Zunino), Silvia Della Valentina (il papà era stato segretario della locale Dc, negli anni ’60), Carrado Verda e Tina Mascheroni.

Un consiglio che non fa miracoli, ma con quella carica di amore e rispetto per i valori, le istituzioni, sta cercando di compiere al meglio il proprio ruolo. Il fatto che il buon esempio non “faccia notizia” la dice lunga sul dibattito in corso per il ruolo dell’informazione in Italia, ad iniziare proprio dalla base, per arrivare in alto (tema, per la cronaca, molto caro a Beppe Grillo che, a volte, riesce ad esagerare).

Nella struttura della “Simone Stella” opera pure la sezione della scuola di infanzia, sotto la giurisdizione della direzione didattica. Accoglie 190 bambini dai 3 ai 6 anni che a Natale, piccola annotazione, hanno ricevuto in regalo un libro a testa, dono delle edizioni Capitello di Torino.

Se il personale della scuola materna è quello statale, per l’asilo nido si provvede  attraverso una contratto di convenzione con Cooperarci, presente con 8 operatrici.

Stefano Ferrari, presidente

La Fondazione può contare sul contributo della Regione Liguria ed un fondo del Comune di Loano che ha permesso  di realizzare il nuovo Centro Anziani inaugurato il 7 gennaio scorso.

Nell’occasione il sindaco Angelo Vaccarezza ha consegnato una targa ad un cittadino davvero benemerito di Loano, il dottor Felice Bosisio che è stato l’anima-motore che si era battuto per la realizzazione della nuova struttura.

Classe 1920, Bosisio resta una figura di spessore morale nell’amministrazione pubblica e nella storia della vita politica cittadina (vedi due documenti storici che lo riguardano….).

Il primo risale al 4 gennaio 1969 ed è l’articolo che scrisse per la “Nuova Liguria” (periodico locale che era diretto da Luciano Corrado) sulla ricorrenza del secolo di vita del Simone Stella...(vedi...) Il secondo è il comunicato stampa del 1971, con il rinnovo della carica di segretario politico della Dc loanese e che vedeva Bosisio nel ruolo di segretario (vedi….), allora c’erano 250 iscritti, la sezione più numerosa del ponente.

Felice Bosisio vive tuttora a Loano, nella sua piccola “oasi” di via Piste dove gli giungono gli echi del “suo” amato asilo, della sua città, così rivoluzionata e sempre più lontana dalle sue tradizioni. E non solo.

Lo scorso anno, in piena notte, Bosisio fu narcotizzato con la moglie e la bandante,  i ladri si allontanarono con quanto riuscirono a racimolare. I coniugi Bosisio rimasero assai scossi, pare superfluo. Non è uscito una riga. Anche perché pochi giorni dopo fu la volta di un funzionario di banca e della moglie, impiegata al tribunale di Albenga, che abitano in un’altra villa di fronte ai Bosisio. Questa volta in pieno giorno, con una razzia.

Un’amara sorpresa per Bosisio, uno degli uomini-simbolo della Loano di ieri.

A Loano opera un asilo che funziona. La struttura di via Caselle (in centro città) è ricca di spazi interni ed esterni, come il terrazzo di 400 metri quadrati, già usufruibili ed arredato. E’ utilizzato dai piccoli del “nido” e con la costruzione di un muretto può essere esteso agli alunni della materna.

L’immobile, nella parte retrostante, avrà presto bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria. C’è la speranza che un “aiuto” concreto arrivi dall’alienazione di Villa Italia, sull’Aurelia, in comproprietà col Comune, lascito di una benefattrice (vedova Turra).

Una variante al piano regolatore dovrebbe consentire di sfruttare al massimo la destinazione urbanistica da zona P a B (è stato fatto, tra l’altro, anche con operatori privati). Da qui la nuova perizia, quindi il bando d’asta. Tenuto conto dei prezzi che per edifici più o meno simili hanno pagato imprenditori edili, specializzati in speculazioni immobiliari nelle aree centrali di Loano, la somma potrebbe superare i due milioni di euro per una superfice di 600 mq. 

Tra l’altro esiste una norma che l’alienazione di un bene del Simone Stella deve avvenire all’unanimità del consiglio di amministrazione.

Abbiamo descritto cosa rappresenta oggi, per Loano, il “Simone Stella”. Speriamo che in un prossimo servizio il presidente Stefano Ferrari sia disposto a farsi intervistare. Cosi come faceva il presidente emerito, Felice Bosisio, di cui Loano e la sua storia possono andare fieri.

Sergio Lertora