versione stampabile

 

Gabriele Di Nardo, allora segretario del Msi-Dn, voleva far sapere…

LE “MEMORIE” DI UN MISSINO

<VORREI ESSERE RICORDATO…>

Nell’archivio abbiamo trovato lettere e documenti. L’esponente, coinvolto nella vicenda Guerinoni-Brin, moriva tre mesi e mezzo fa al San Paolo di Savona. I giornali gli hanno riservato poche righe. Cosa ha rappresentato Di Nardo nel partito? Nei comuni savonesi? In una lettera i suoi timori: temeva di essere ricordato per una pagina da dimenticare, anziché per i traguardi raggiunti con lo stemma della “fiamma tricolore” che aveva nel “cuore”. Era stato consigliere regionale, provinciale e comunale.  E’ sepolto a Mallare.

di Luciano Corrado

 


A sinistra  Gabriele Di Nardo;  a destra col suo avvocato Antonio Chirò  

Savona – E’ morto come si fosse trattato del “signor nessuno” o quasi. I giornali ne hanno dato notizia, in breve, a fine gennaio scorso. La cosa poteva meravigliare o meno. Sono scelte redazionali.

Trucioli Savonesi  ha scelto di “tornare” sull’argomento perché dall’archivio è spuntato qualcosa di interessante su Gabriele Di Nardo.

Ci sono due sue lettere, una quasi profetica dice: <Vorrei, caro Corrado, essere ricordato non solo per gli articoli che….hai scritto sulla dolorosissima vicenda Guerinoni-Brin e ti ho dimostrato tutto il mio aiuto possibile nel lavoro giornalistico…;

spero che una volta sottoterra non si dimentichi dove ho portato… a quali successi in questa provincia, il Movimento Sociale Italiano…con l’aiuto di un amico che è stato  tuo amico ed estimatore, un militante cristallino come Vito Mazzitelli, di Loano, per gli amici “battaglione”…un cuore d’oro…sicuramente si dimenticheranno di noi, delle nostre battaglie…del nostro lavoro di attacchini di manifesti, di notte, sotto la pioggia, al freddo….ricordi quando veniva Giorgio Almirante a Loano….con il lungomare presidiato per il comizio davanti al bar Gelmo ….ricordi quella cena al… in cui ti ho invitato e hai potuto sederti proprio vicino ad Almirante e poi…mi sono accorto che avevi un piccolo registratore…ma sei stato corretto perché di quella registrazione davvero confidenziale, a tavola, non hai mai fatto  uso… forse riservava qualche giudizio che a qualche italiano importante può far dispiacere…ma ti fa onore…; so, caro Corrado, che sono un esponente che ha avuto una vita personale travagliata, ma la vitaccia che ho fatto per tenere in piedi e portare il partito, definito “fascista” al 5.2 alle politiche in provincia di Savona…con 680 iscritti, un consigliere regionale di Savona, un consigliere provinciale, un consigliere a Savona-città e a Finale, due a Loano, 1 a Pietra Ligure, 1 ad Albenga, 1 ad Alassio…penso di avere qualche merito…Spero di non passare alla storia savonese soltanto per essere stato accusato ed assolto nel processo del secolo…>.


Foto d'archivio: a sinistra della foto, con gli occhiali, il consigliere comunale di Loano, Vito Mazzitelli (fu anche consigliere provinciale) del Movimento sociale

Gabriele Di Nardo  che aggiungeva alcune considerazioni-riflessioni personali che tralasciamo per rispetto alla memoria e perché meritevoli di restare “riservate”,  non era andato molto distante nella sua “visione”-previsione futura. Di come sarebbe stato ricordato dagli organi di informazione.

Tra le foto che pubblichiamo quella col suo difensore, avvocato Antonio Chirò, tra i legali più corretti, preparati, di cui un cronista di giudiziaria, “di lungo corso”, può aver avuto la fortuna di conoscere.

Chirò che è stato anche vice pretore onorario di Savona, pur non avendo mai nascosto le sue idee, aveva finito per allontanarsi dal movimento sociale savonese. <Preferisco stare lontano, ho i miei buoni motivi…>, ripetava al cronista.

Di Gabriele Di Nardo, imputato nel processo “Brin”, l’avvocato Chirò è stato difensore tenace, pacato e rigoroso, leale, come era sua abitudine indossando la toga.

Altro aspetto, i rapporti di partito. Chirò quasi mai fu interessato o coinvolto in posti di sottogoverno, tanto cari alla “casta”.

Gabrile Di Nardo, da vivo e da militante impegnato della destra, allora dura, a volte estrema, chiedeva al cronista di non essere iscritto, una volta morto, nella lista degli “anonimi” del partito.

Nel dare notizie, i giornali locali, se la sono cavata con 15-20 righe, ricordando che <il suo nome divenne popolare soprattutto per il coinvolgimento nell’inchiesta sull’omicidio del farmacista cairese Cesare Brin, nell’agosto del 1987….Di Nardo fu accusato di concorso nell’occultamento del cadavere, ma poi prosciolto al processo…>.

Poi una conferma dagli stessi giornali: <Furono anche le testimonianze dell’esponente politico a permettere agli inquirenti di far luce sull’intricata vicenda…>.

Non è il caso di approfondire oltre quel capitolo, Di Nardo non c’è più, riposa per sempre nel camposanto di Mallare.


Foto storica d'archivio: l'onorevole Giulio Cesco Baghino (terzo a sinistra, stempiato con le braccia conserte) al consiglio comunale di Loano, alla sua sinistra i consiglieri Rodano e Strada; alla sua destra Nicola Vaccarezza (papà dell'attuale sindaco), Ebe ed Arena. (foto Renato di Albenga).

A noi interessa esaudire un suo “desiderio”, trovato solo di recente nell’archivio. Insieme a quella lettera, di qualche anno prima, di cui andava orgoglioso (vedi…) con la notizia del congresso provinciale del Msi-Dn, a Laigueglia, con la presenza di una figura storica del partito e del giornalismo (con cui non abbiamo nulla da spartire, a scanso di equivoci) sen.Giorgio Pisanò.  Con la relazione del segretario provinciale uscente, la riconferma dello stesso Di Nardo. Oltre alla presenza di una figura ancora più popolare nel ponente ligure e savonese, in particolare, Giulio Cesco Baghino, pure giornalista, a lungo direttore de Il Secolo d’Italia (organo del partito), ma anche consigliere comunale di minoranza a Loano. Come documenta una delle foto che pubblichiamo. Pagine di storia politica locale.

Luciano Corrado