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I PROBLEMI SOCIALI DEL

 FUTURO


VENTISEIESIMA  PUNTATA

LA STATURA ETICA DEI DIVERSAMENTE ABILI

Aldo Pastore

 

- Carissimi amici,

vi siete mai chiesti perché un INDIVIDUO DISABILE viene, oggi, chiamato HANDICAPPATO?

A tutti coloro che non avessero approfondito adeguatamente l’ argomento, provo a spiegare il perché:

-         Viene definito  HANDICAPPATO  un soggetto che presenta una menomazione  permanente: fisica, psichica o sensoriale;

-         Tuttavia, per comprendere appieno l’ origine del TERMINE HANDICAPPATO, occorre partire dalla parola HANDICAP;

-         è, questa, una voce inglese, derivata da HAND IN CAP, vale a dire MANO NEL BERRETTO, antica forma di scommessa, utilizzata in diversi tipi di Gare Sportive; ad esempio:

o  nelle Corse Ippiche, in cui i partecipanti, in base alla loro capacità, partono da posizioni diverse (Trotto) o con pesi diversi (Galoppo);

o  in altri Sport (Atletica, Leggera – Ciclismo), in cui i partecipanti  migliori, più quotati, concedono un vantaggio a quelli meno quotati;

-         di conseguenza, il TERMINE HANDICAP è stato esteso, in senso figurato, a tutti coloro che, nella competizione  quotidiana della vita, presentano uno SVANTAGGIO INIZIALE o una  CONDIZIONE SFAVOREVOLE DI INIZIO DELLA GARA ESISTENZIALE.

Ma è veramente così? O, forse, il TERMINE HANDICAPPATO è utilizzato in forma  scorretta e non corrispondente alla verità o, addirittura viene a travisare la verità stessa? 


JEFFREY TATE
La realtà storica e quotidiana dimostra, in effetti, che UN DISABILE NON SEMPRE E’ UN HANDICCAPATO (e, quindi, è destinato a partire con uno svantaggio iniziale), ma, al contrario, spesse volte, è, dall’ inizio o diventa con il tempo, un ESSERE  UMANO EGUALE, se non addirittura, SUPERIORE AD ALTRI INDIVIDUI; possiamo dire, in proposito, che, di frequente, la DISABILITA’ ESALTA IL TALENTO, e con esso, la STATURA ETICA di UNA PERSONA

 - Porto, a titolo di esempio, alcuni casi che ho potuto personalmente constatare e conoscere durante la mia esperienza quotidiana e nel contesto  delle lunghe ricerche sociologiche,  abbinate alla frequentazione di concerti e manifestazioni musicali:

1 - JEFFREY TATE (ANNO DI NASCITA 1944):
affetto  da una SPINA SIFIDA CONGENITA, è stato costretto, nella  sua vita, a lunghe degenze ed a muoversi, per anni, sulla sedia a rotelle. Ma, è diventato un favoloso Direttore d’ Orchestra; sul palcoscenico, si muove con un bastone e, da seduto, dirige le maggiori orchestre del Mondo.
Sono rimasto letteralmente affascinato dalla sua arte, durante un Concerto da lui diretto all Auditorium Lingotto di Torino, in data 27 Gennaio 2000, che aveva in programma l’ esecuzione de “ La creazione" di Haydn ed, ancora, in data 22 Gennaio 2004, ascoltando l’ Oratorio “Il Paradiso e la Peri” di Schumann; in particolare, mi ha impressionato la sua straordinaria capacità di interpretare il pensiero musicale degli Autori e di trasmetterlo, con estrema  naturalezza, agli ascoltatori.


2 - THOMAS QUASTHOFF
(ANNO DI NASCITA: 1959):
E’ affetto da FOCOMELIA, vale a dire da una Malformazione   Congenita, nella quale le estremità corporee (superiori ed inferiori) sono cortissime e, per di più, irregolari e deformi.  Malgrado  questa infermità, egli ha costantemente lottato, durante la sua vita, per far valere le sue doti di grande Baritono, dalla voce duttile ed agilissima, capace di spaziare dalla liederistica al jazz.
Eppure, come dicevo poc’anzi, al sua vita artistica non è stata certamente facile; infatti, a causa della sua malformazione, non è stato ammesso al Conservatorio di Hannover; ma la sua costanza e le sue grandi doti artistiche hanno finito per prevalere; nel 1988, ha vinto un concorso a Monaco di Baviera, durante il quale ha ottenuto l’ apprezzamento e la stima del grande baritono Fischer-Dieskau; da lì, ha iniziato una strepitosa  carriera, che lo ha portato a vincere, tre volte, un Grammy Award e ad  incidere assieme a grandi Direttori d’ Orchestra, come Simon Rattle e Claudio Abbado.
Ricordo, personalmente, una sua grande interpretazione avvenuta, durante l’ esecuzione del Requiem Tedesco di Brahms all’ Auditorium Lingotto di Torino, in data  18 Novembre 2006; desidero aggiungere che mi avevano particolarmente impressionato la spontanea naturalezza della sua voce e la ineccepibile capacità interpretativa, in specie nel Terzo Tempo di questa composizione

TOM HARRELL
3 - TOM HARRELL ( ANNO DI NASCITA: 1946):  Quando egli era ventenne, gli venne diagnosticata una SINDROME SCHIZOFRENICA.
Ma, la malattia non ha minimamente influito sulla sua vita artistica; anzi, l’ha ulteriormente arricchita, rendendolo sensibilissimo ed originale SOLISTA DI TROMBA.
Infatti, negli anni ’70, ha lavorato a New York, in gruppi Jazz con Gerry Mulligan, Bill Evans, Mel Lewis, Charlie Haden e Lee Konitz. Dal 1990 è giunto alla guida di proprie formazioni.
La sua più recente incisione è il celebre brano “ Humanity”, in duo con Dado Moroni


  4 - MICHEL PETRUCCIANI (1962-1999):
affetto da OSTEOGENESI IMPERFETTA (altrimenti denominata: SINDROME DELLE OSSA DI CRISTALLO). Geniale PIANISTA JAZZ, dal tocco inconfondibile, raggiungeva i pedali del pianoforte, con un apposito sistema, creato appositamente per lui. Tuttavia, la capacità di dominare la tastiera non è mai stata offuscata dalla malattia, che, al contrario, Egli considerava un regalo, perché lo aveva quasi costretto ad occuparsi soltanto di musica.
Tra le sue incisioni capolavoro, desidero ricordare THE POWER OF THREE (con Jim Hall e Wayne Shorter a Montreux nel 1987).

- Ma, anche, quando noi rivolgiamo la nostra mente nel passato, ritroviamo, anche a questo livello, un SINGOLARE ACCOSTAMENTO TRA DISABILITA’ E TALENTO e, di seguito, tra l’ INVENTIVA ARTISTICA E L’ ELEVATEZZA SPIRITUALE; ritornano, quasi inconsciamente, alla nostra memoria, il Nanismo di Toulouse-Lautrec, l’ Artrite Reumatoide di Renoir, la Follia di Van Gogh e le immortali opere pittoriche che questi disabili ci hanno lasciato.

MICHEL PETRUCCIANI
-Dobbiamo, quindi, sentire il dovere di abbandonare il termine HANDICAPPATO e, contestualmente, introdurre il CONCETTO DI DIVERA ABILITA’, il quale, con maggiore rigore scientifico e diversa sensibilità umanitaria, porta il Problema della Disabilità alle sue giuste e corrette  dimensioni.
Qualche amico lettore potrà osservare, a questo punto, che i casi, precedentemente citati, riguardano individui assolutamente eccezionali e che, di conseguenza, essi non possono essere portati ad esempio e, quindi, non possono rappresentare (singolarmente o nel  loro  complesso) la realtà esistenziale della grande maggioranza dei soggetti disabili; questa osservazione è accettabile e condivisibile, se rapportata alla situazione attuale della nostra società.
Ma, io mi permetto di aggiungere che la DIVERSA ABILITA’ va raggiunta non soltanto attraverso l’ impegno fisico e mentale dell’ individuo colpito dalla disabilità, ma, anche, attraverso un costante ed intelligente impegno di tutte le nostre Istituzioni (a partire dagli Asili Nido per giungere alle Università e, successivamente, agli Ambienti di Lavoro) e, soprattutto, mediante un Diverso Modo di Essere e di Operare della Nostra Intera Società, comportante una sostanziale revisione dei rapporti interpersonali ed intersocietari.
Sottolineo, in proposito, che, già oggi, molti disabili sono impegnati in questa direzione, per raggiungere, appunto, l’
OBBIETIVO DELLA DIVERSA ABILITA’.
Porto, in tal senso, i luminosi esempi di due cittadini Savonesi, i quali, in silenzio, ma
  con un costante impegno giornaliero, operano non soltanto in favore  degli altri disabili, ma, soprattutto, nel superiore interesse della  nostra collettività, apportando  uno splendido messaggio di onestà e solidarietà civica.

 

 I° ESEMPIO: ANTONELLA REBAGLIATI (ANNO DI NASCITA: 1969)
Il 9 Dicembre del 1980, a seguito di un tuffo in piscina, ha subito un trauma alla colonna vertebrale, che ha leso il midollo spinale: è residuata una irreversibile paraplegia agli arti inferiori. Di conseguenza, è costretta a muoversi, utilizzando una sedia a rotelle.
 Tuttavia, con grande forza d’animo e tenace perseveranza, ha continuato gli studi, ottenendo il Diploma di Maturità Linguistica.

E’ riuscita ad ottenere un Posto
di Lavoro presso la Segreteria di Mare Forza Dieci (Provincia di Savona); collabora alla realizzazione del Sito Internet “Savona Provincia per tutti”, che si occupa di TEMPO SENZA BARRIERE.
Si è, inoltre, avvicinata alla pratica della
VELA, presso il “Polo Nautico per tutti” della Lega Navale di Savona.
E’ impegnata, da anni, nel Direttivo AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) e, dall’ anno 2007, fa parte del Direttivo del CESAVO (Centro Savonese del Volontariato).


II° ESEMPIO: ENZO VAGLINI ( ANNO DI NASCITA: 1936)
Nel 1943 (all’ età di 7 anni), a causa di una bomba bellica, è diventato totalmente CIECO.
Con eccezionali
 volontà e bravura, ha frequentato le Scuole Elementari  e, successivamente, le Medie (insieme ai vedenti) presso i Padri Scolopi di Savona.
Inoltre, a partire dall’ anno 1954, si è dedicato allo studio della Musica presso
  un musicista non vedente di Varazze, superando il Quinto Anno di Pianoforte.
Successivamente, ha frequentato, per tre anni, le Scuole Superiori presso l’ Istituto per Ciechi di Genova, acquisendo il Diploma di CENTRALINISTA TELEFONICO E DI INTERPRETE DI LINGUA FRANCESE E INGLESE.
Ha impiegato la sua attività lavorativa presso l’Ospedale San Paolo di Savona, con la qualifica di CENTRALINISTA TELEFONICO.

Tutto il suo impegno extra-lavorativo è stato dedicato (oltre alla famiglia) a scopi civili ed umanitari; in particolare, in campo nazionale, regionale e locale, alle benemerite attività dell’ UNIONE ITALIANA CIECHI, dell’ ASSOCIAZIONE ITALIANA CIECHI DI GUERRA ed, inoltre, della CONSULTA PROVINCIALE SAVONESE DELL’ HANDICAP ed, infine, della CROCE BIANCA DI SAVONA.

Di splendido e grandioso significato, è stato il suo apporto
 per la Prevenzione delle Malattie Oculari e della Cecità nelle Scuole Elementari e Medie Inferiori di tutti i Comuni, facenti parte del Comprensorio Savonese ed, infine, per l’ Abbattimento non solo delle Barriere Fisiche, ma, soprattutto, di quelle Mentali, perché, riportando una sua costante affermazione, l’ uomo cosiddetto “abile non conosce le vere risorse che hanno gli “altrimenti abili”.

Ecco: carissimi amici di “Trucioli Savonesi”: occorre partire da queste persone, dai loro ideali e da i loro sogni, perché citando Karl Popper:

“ I NOSTRI SOGNI E DESIDERI CAMBIANO IL MONDO”


1 Maggio 2008                                  Aldo Pastore