TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

L’area protetta voluta tenacemente da Franco Zunino e Carlo Vasconi

“ENTE PARCO ALPI LIGURI”

IL PRESIDENTE SARA’ LANTERI

Vi raccontiamo come si è arrivati all’investitura del sindaco di Triora. Ma la Lega Nord non ha nulla da dire? La Provincia di Imperia al centro della distribuzione di posti (pagati) di sottogoverno, ma anche di future assunzioni, lavori, appalti. I Comuni coinvolti: Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina e Triora, oltre a tre Comunità Montane del ponente.

 

IMPERIA – Un presidente, stipendiato a me, un consigliere a te, una turnazione a me e una a te. Per sette posti.  Eccoli, instancabili, al lavoro, i “burattinai” della politica e del potere imperiese che si spartiscono la “torta” fresca, fresca, del neo “Ente parco delle Alpi Liguri”, istituito con l’impegno profuso dall’assessore all’Ambiente, Franco Zunino  e di Carlo Vasconi (Verdi), presidente di commissione .

Dopo essersi rigorosamente spartiti ed aver “dilapidato” il tesoretto della “Società Alpi Liguri Sviluppo e Turismo srl” (Alst) per la nuova seggiovia destinata al rilancio (atteso da 30 anni) di Monesi.

Come? Nei progetti (affidati secondo un rigoroso criterio di meritocrazia e professionalità?), nelle consulenze, negli studi di fattibilità.  Un tesoretto di oltre un milione di euro e forse più. E con qualche svista di troppo che ha imposto revisioni, modifiche, studi e dilatazioni di tempi.

Con la Provincia di Imperia che, attraverso i suoi buoni uffici ed uffici ad personam (funzionari diversi da quelli preposti), controlla, distribuisce, spartisce.

E, udite, udite, con il parere del Via che quasi nessuno delle parti in causa (sindaci, compresi) conosce, ha letto, a mesi dal varo ufficiale.

Un “parere vincolante” che, in pratica, tanto per fare un esempio, proibisce il calpestio dei prati,  impedisce gare addirittura organizzate e patrocinate da anni dalla stessa Provincia.  Non prevede lo sfruttamento estivo di Monesi, tanto che la nuova seggiovia potrà essere utilizzata solo nei mesi invernali, nella stagione sciistica (QUANDO C’E’ LA NEVE). Una follia, un’ubriacatura di demagogia che fa a pugni con la realtà (vedi innevamento artificiale, o addirittura la presenza-tutela dei “gerini”) ed il buon senso comune. E che i proprietari della montagna (i fratelli Enrico e Terenzio Toscano) hanno accettato dopo un duro braccio di ferro e l’intervento di legali genovesi.

In questa terra ponentina dove regnano incontrastati gli Scajola, ma dove quasi tutte le statistiche pubblicate da Il Sole 24 Ore (di proprietà della Confindustria), indicano che la provincia di Imperia è “fanalino” tra le consorelle liguri; dove gli azzurri di Forza Italia e alleati (quasi al 60 per cento dell’elettorato) si comportano con lo stesso copione politica-potere-favori della Sicilia (dove  quei politici stravedono, a loro volta, per gli imperiesi e per i loro “imperatori”).

Già la Sicilia, faro in Italia, come hanno descritto molto bene, recentemente, i giornalisti Stella e Rizzo in una trasmissione serale di Canale 5.

Non solo, in un entroterra in gran parte messo in ginocchio dallo spopolamento dalla miopia politico-amministrativa, ignorato se non con elemosine dai governi di destra e di sinistra della Regione, spogliato di gran parte delle sue strutture ricettive e commerciali (hanno chiuso alberghi, negozi, attività varie), privato di decine di posti di lavoro non precari, con aree che si vendono a 50 centesimi il metro quadro, l’arrivo del parco delle Alpi Liguri è senz’altro una buona, un’ottima notizia da iscrivere a merito degli amministratori di destra e di sinistra.

Verrebbe voglia di dire: il modo per farsi perdonare tanti, troppi peccati ai danni di quest’area montana ligure da decenni in declino e in attesa di un vero sviluppo organico. Come è accaduto e accade in Alto Adige, oppure sui Pirenei francesi o spagnoli. Dove non si vive di sussidi, da decenni. Dove la rinascita non è affidata all’insediamento di famiglie albanesi o rumene.

Torniamo a bomba. Chi sarà, per la cronaca, il futuro presidente dell’Ente parco Alpi Liguri? La persona più capace, esperta di problematiche turistico-ambientali, manageriali o la piu sponsorizzata? L’occupazione militare dei posti negli enti pubblici, le manovre (della coppia Burlando-Scajola) è stata anche al centro di  un durissimo commento del direttore de Il Secolo XIX, Lanfranco Vaccari, a proposito delle tristi vicende dell’ente porto di Genova che amministra miliardi di euro, posti di lavoro, commesse, appalti. Commento che risale al 22 aprile scorso..

E ancora, le  cronache-inchieste de Il Secolo XIX, dopo quanto Trucioli Savonesi aveva pubblicato a giugno e luglio dello scorso anno, hanno confermato che la sanità ligure è oggetto di una lottizzazione certosina, estesa al mondo dei primari, di chi è chiamato ad occuparsi della salute dei cittadini.

 Dopo lo “scandalo” è stata la volta dei “buoni propositi”. Subito messi in pratica. L’avvocato Rosavio Bellasio di Pietra Ligure, ex segretario provinciale della Dc della provincia di Savona e allora della corrente di sinistra, poi assessore regionale alla Sanità (finito nelle patrie galere e prosciolto), quindi consigliere provinciale di Forza Italia e direttore dell’ospedale di Cairo Montenotte, con buoni risultati a favore dei cittadini-utenti, è stato dirottato all’Asl imperiese, al posto di un direttore generale in forza della sinistra e designata a Genova.

Per i futuri primari hanno garantito rigorose e autorevoli commissioni, con terne esaminatrici di prestigio nazionale.

A proposito dell’Ente parco delle Alpi Liguri (vedi la presentazione che venne pubblicata sul bollettino della Regione…..) il presidente “imposto” dalla Provincia di Imperia porta il nome del dr. Lorenzo Lanteri, un grosso bagaglio di esperienza all’ente provinciale del turismo di Savona, col guinnes dei primati italiano di sindaco poliglotta di Triora.  Una persona capace, targata Forza Italia. E’ riuscito ad imporsi al presidente in pectore fino a pochi giorni fa, Paolo Ramella, insegnante imperiese, origini di Mendatica, dove è vice sindaco e candidato (non eletto) alle ultime elezioni amministrative provinciali sotto quella che era la bandiera dell’Udc, allora forte del suo uomo di punta Vittorio Adolfo.

Dopo l’emorragia e il divorzio Adolfo-Casini (“In Liguria voglio un’aria pulita dal rinnovamento “- disse tra mille polemiche il leader romano, braccio destro e di parentela della potente famiglia di industriali ed editori, Caltagirone, che realizza, tra l’altro,  il gettonatissimo nuovo porto di Imperia), Ramella aveva smentito le indiscrezioni giornalistiche che lo volevano tra i neo arruolati di Forza Italia, ad ingrossare la folta schiera emigrata con i berlusconiani.

Sta di fatto che Paolo Ramella non sarà più il neo presidente dell’Ente parco, ma per “tenerlo buono” gli sarebbe stato promesso che è soltanto una questione di mesi. Il tempo per sistemare una serie di caselle, poi sarà chiamato alla presidenza, anche perché  Ramella i problemi della montagna ligure li conosce quanto e come  il primo cittadino di Triora. E poi sarebbe assurdo scatenare una lotta tra “poveri” e confinanti. Per una presidenza pagata alla stregua dello stipendio di un sindaco di città sopra i tremila abitanti. 1500 euro al mese.

Del parco fanno parte le tre Comunità Montane imperiesi che in un primo tempo avrebbero dovuto essere rappresentate nell’ente. Ma i posti sotto sette, alla fine hanno scelto di rimodellarsi. Non protestare, come ha fatto il sindaco di Rocca Nervina.

Insomma l’assalto alla diligenza degli enti sottoposti al controllo politico, alla faccia delle denunce giornalistiche del tipo i libri sulla “Casta”, non conosce limiti, né soste. Anche Imperia o “mangi la minestra o salti dalla finestra”.

E si perché il costituito Ente parco potrà pure distribuire, occuparsi di assunzioni (quante?), di progetti, di lavori. E importante è metterci lo zampino, assicurarsi il ferreo controllo del territorio, proprio come avviene nella “decantata” Sicilia della trasmissione televisiva condotta dal direttore Mentana.

Sarebbe interessante conoscere il pensiero di quella Lega Nord di Bossi che si proclama “dura e pura”, acerrima nemica di “Roma ladrona che tutto si spartisce”.

Cara Lega imperiese, ligure, se ci sei “batti un colpo”, per difendere tanti tuoi elettori dell’entroterra che hanno già pagato un conto salatissimo di una certa politica assistenziale e clientelare. E che ti votano con convinzione, affinché si  volti davvero pagina.

Cara Lega che ti richiami al risveglio delle coscienze e dei valori, almeno tu ribellati a chi vuole ridurci a sudditi pure nel neo Ente parco che la Regione Liguria ha “regalato” affinché sia sinonimo di sviluppo e progresso civile. Non importa oggi rinvangare su chi fino all’ultimo l’ha avversato con pretesti vari. Abbiamo un parco bellissimo, ricco di storia e scampato agli scempi, all’aria inquinata dai gas di scarico delle auto. Un’occasione d’oro!

Sergio Lertora