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  Il labirinto della fauna
(dell’ informazione)

Nonna Abelarda


Ieri sera mi sono finalmente decisa a noleggiare un dvd,  un film di cui avevo sentito dire un gran bene nel mondo degli appassionati del fantastico, ma la cui visione avevo rimandato da tempo, per una fama di durezza, da pugno nello stomaco, che lo circondava.

La fama non era infondata. Il film era: “il labirinto del fauno”, del regista spagnolo, ma attivo anche a Hollywood,  Guillermo del Toro.

Ma torniamo in casa nostra, spiegherò alla fine in cosa le mie riflessioni si ricolleghino a questa pellicola.

Venerdì scorso Beppe Grillo è stato nuovamente capace di radunare una folla in piazza a Torino, almeno 100000 persone. 100000 sono anche coloro che hanno dato formalmente l’adesione alla sua marcia virtuale. Con l’aiuto dei gruppi in tutta Italia e in qualche città straniera, che hanno allestito poco meno di 500 banchetti, sono state raccolte circa 450000 adesioni, per un totale di quasi 1500000 firme moltiplicando per i tre referendum. Praticamente, il quorum raggiunto quasi in un giorno. Numeri semplicemente da capogiro, paragonati alla inesistente pubblicità ricevuta, all’impegno di pochi indefessi volontari senza risorse esterne. Una cosa epocale, inaudita, mai vista prima nella nostra repubblica. Un fenomeno sotto osservazione, dalla BBC alla CNN ad Al Jazeera, considerato di rilevanza internazionale. Un vero movimento politico e sociale, impegnato, innovativo, da dedicarvi speciali, interviste, articoli di fondo, documentari e quant’altro.

 E qui da noi? Prima si diceva che la manifestazione era in contrapposizione a quelle ufficiali del 25 aprile, in declino da tempo ma rispolverate per l’occasione. Del resto, è noto che a sinistra danno a Beppe del fascista, e a destra definiscono lui e il suo movimento “la peggior costola del comunismo”. Qualcosa vorrà pur dire.

I media hanno scelto la linea del silenzio. Ignorare del tutto, al massimo qualche articoletto di fondo disinformato e dileggiante, con tanto di insulti pesanti a chi segue Grillo: allocchi il più leggero. Secondo il Gr1 è stato un flop e non c’era nessuno. Giusto in radio possono dirlo. Oppure, come la Rai, andare di inquadrature dal basso per non mostrare la piazza gremita all’inverosimile.  L’Unità e la Repubblica invece affermano  che in quella piazza ci stanno al massimo 30000-40000 persone, che Grillo gonfia i numeri. Peccato che un anno prima, con manifestazione sindacale nella stessa piazza, entrambi i giornali parlassero trionfalmente di 100000 persone.

Poi, la famosa pubblicazione dei redditi, attacchi a tutto spiano (partiti già da una settimana da parte di Panorama, Mondadori, quindi Berlusconi, ) sui guadagni del comico, che comunque sono legittimi e denunciati e relativi a spettacoli o dvd o libri, come se quello fosse il vero problema, e non chi guadagna e non denuncia, oppure chi i soldi sulla nostra pelle li fa alla grande senza che possiamo scegliere se pagare o meno. Campagne di provocatori sul blog e strilli amplificatori su tutti, ma proprio tutti i media, tv, radio, anche quelle musicali e giovanili,  e giornali, parlando a sproposito di “rivolta dei grillini”. Per un giorno, sempre ignorato del tutto il V2-day, Grillo torna d’attualità. Chissà come mai.

Giovedì sera, ad Anno Zero, Santoro solo e unico sceglie di parlarne, di mandare spezzoni dello spettacolo. La destra gli aveva probabilmente imposto in studio uno Sgarbi berciante e offensivo più come mai, così come forse, nelle scorse settimane, la cosiddetta sinistra gli aveva imposto Fuksas. Lo scopo era in questo caso di impedire un dibattito serio sugli argomenti veri.

Scopo raggiunto o quasi, con un fremente Travaglio costretto a sopportarsi insulti come “pezzo di m…” o “faccia da tonto”, senza poter ribattere, essendo  chiaro che ogni pretesto era buono per gettar fango sulla trasmissione e chiuderla.

Una marea di reazioni indignate, di solidarietà a Travaglio e Santoro, sui blog. E il giorno dopo, cosa sentiamo invece sui media? Che Petruccioli (DS eletto presidente Rai da FI, giusto per ricordarselo) condanna la trasmissione, e tutti si aggregano al coro.

Quale il vero scandalo? Aver trasmesso Grillo, nonostante le decisioni dall’alto fossero contrarie.

E così siamo al punto di ammettere tranquillamente la censura!!!

A proposito, su cosa sarebbero i referendum? Tentativi di fermare un sistema di informazione blindato, semilibero, sempre più deviante, capace di lanciare massicce campagne per influenzare la volontà dell’elettorato, come quella sulla sicurezza, oppure di bombardare i tg con valanghe di disinformazione pura, tipo servizi sulle vacanze, notiziole sugli animali o sui tacchi delle deputatesse o sui reali inglesi, che fanno sempre fino e non impegnano.

A proposito, su cosa sarebbero i referendum? Tentativi di fermare un sistema di informazione blindato, semilibero, sempre più deviante, capace di lanciare massicce campagne per influenzare la volontà dell’elettorato, come quella sulla sicurezza, oppure di bombardare i tg con valanghe di disinformazione pura, tipo servizi sulle vacanze, notiziole sugli animali o sui tacchi delle deputatesse o sui reali inglesi, che fanno sempre fino e non impegnano.

E qualcuno oserebbe, in tutta coscienza, affermare che Grillo esagera? I fatti stessi , per chi vuole vederli, testimoniano giorno dopo giorno la ragione delle sue proteste e lo stato pietoso in cui siamo e il continuo peggioramento. Del resto, i lettori di giornali come Trucioli dovrebbero essere i primi a saperlo.

A proposito, c’è ancora tempo tutto maggio per firmare, o in Comune a Savona, dove i moduli saranno disponibili dalla prossima settimana, o in banchetti appositi che saranno tempestivamente comunicati. In rete, naturalmente, visto che i media tradizionali, per restare in tema, ignorano i nostri comunicati stampa.

 Ma torniamo al film. Si tratta di una storia fantasy alquanto paurosa, ambientata nel periodo della guerra civile spagnola, con una bambina che si rifugia in un sinistro mondo fantastico, comunque molto meno crudele  della realtà e del terribile patrigno, un ufficiale franchista, spietato torturatore ed esecutore. 

Vado su un sito di critica, vedo le stellette dei recensori: 4 su 5 per la Stampa e per Repubblica, 2 per il Giornale.

Eh, già, si parla male dei franchisti, e senza contraddittorio… ci volevano almeno due o tre partigiani cattivi. Oppure, che il mostro che si vede a un certo punto nel mondo fantastico, orrendo essere divoratore di bambini, avesse una qualche falce e martello ben evidente, per chiarire la sua appartenenza. Mica si giudica il film, il suo valore intrinseco. No, è ben altro che conta.

Ormai si ragiona così, per propaganda martellante, è chi ha idee e opinioni certe che deve aver paura e vergognarsi, vince il pensiero prevalente, il relativismo etico per cui tutto si equivale. Che non ci porta da nessuna parte, ragionavo tristemente, ma solo all’arretramento culturale. 

Infatti sono rimasta colpita dai commenti dei lettori del sito, che dovrebbe essere, in teoria, abbastanza spostato a sinistra.

Molti rifiutavano sgomenti la violenza del film, quasi non volendola vedere. Altri mettevano in dubbio l’insopportabile cattiveria dell’ufficiale, che invece era così reale e credibile, nel suo machismo, militarismo, durezza e fedeltà a rigidi ideali inumani.

Uno inevitabilmente tirava fuori la questione che se ci metti uno cattivo come Hitler, dovresti parlare anche di quell’altro baffone…

E ci risiamo. Insomma, la logica, la mentalità di fondo prevalente era quella appunto del relativismo etico, del rifiutare, inorriditi e perbenino, la semplice visione accennata della violenza, definita troppo sadica e gratuita (poi magari gli stessi si vanno a vedere gli horror sbudelloni senza battere ciglio). La stupenda morale del film, quella che ti fa capire, attraverso la contrapposizione, che nemmeno il più oscuro e crudele mondo sotterraneo popolato di orchi riesce a uguagliare l’orrore della semplice realtà umana, della banalità del male, non veniva e non viene colta da tutti questi buonisti e perbenino, maanchisti e benaltristi, furbetti o succubi secondo i casi, rinfrolliti da un decennio almeno di par condicio mal applicata e mal intesa.

 E così, tornando a noi, vedevo e vedo le ragioni che stanno alla base del pauroso arretramento del paese, che è prima di tutto provincialismo etico, culturale, sociale. Miopia diffusa da peggioramento della scuola e della società, dai mezzi di informazione, appunto e sottolineo appunto. Mancanza o confusione o debolezza di valori, che è ormai endemica, dal sorriso arrogante dell’arcoriano ai giri di parole  della ex destra ai discorsi flosci del PD. Qualcuno ha seminato, qualcun altro, colpevolmente, non si è opposto, ora si raccolgono i frutti. Purtroppo, soprattutto nelle giovani generazioni. E intanto, internazionalmente, perdiamo terreno, in tutti i campi, dalla cultura alla politica all’economia. Siamo in serie B, sulla via per l’Argentina.

Per questo Grillo vorrebbe ripartire dall’informazione. Perché qui di speranze all’orizzonte non se ne vedono.

 A proposito, ho guardato su Internet Movie Data Base, popolarissimo sito statunitense di cinema.

Una volta qui da noi si deridevano i provincialismi americani, il perbenismo puritano, il bigottismo ideologico e morale.

Ora siamo messi molto peggio noi. Noi ci scandalizziamo per la semplice rappresentazione realistica degli orrori franchisti. E poi ce ne torniamo contenti ai De Sica, ai Pieraccioni, ai crash movie, ai thriller truculenti e agli amori adolescenziali ignoranti e zuccherosi, alla De Filippi e ai reality. 

 Loro, gli stalinisti a stelle e strisce,  a quel film  davano voto 8,5 su 10. E’ in classifica nei migliori 250 film di tutti i tempi. Al 56esimo posto.

 Nonna Abelarda alias Milena De benedetti