versione stampabile 

E’ vento d’aprile

Margherita pira

 

Non è giusto far retorica sul 25 aprile anche se viene spontaneo.

Tuttavia io al 25 aprile mi commuovo, in particolare davanti ai vecchi che questa ricorrenza ci hanno regalato.

Sono sempre meno e, forse, sempre meno capiti

Ricordo un canto, riferibile non so a chi, che diceva “E’ vento d’aprile”.

Io ora mi sento così: una che ricorda un vento d’aprile che magari non soffia più o, forse, soffia nelle parole di un candidato sindaco di Roma che ricorda Salvo D’Acquisto.

Io tuttavia non riesco a dimenticare che proprio contro ciò che rappresenta quel partito hanno perso la vita i partigiani.

Quando il Capo dello Stato ha ricordato a Genova la Costituzione ho visto che contro di lui non ci sono state contestazioni.

Ci sono state contestazioni, mi sembra poche, contro il Cardinale Bagnasco, ma queste, a mio parere, più comprensibili.

Io non trovo giusto in democrazia impedire a una persona di parlare, ma non nascondo che quando a Savona veniva per parlare il senatore Almirante il quale si trovava davanti una piazza Sisto completamente vuota nel centro, circondata però da una folta ala di antifascisti che cominciavano a fischiare per impedirgli di tenere il comizio, io ero tra quelli.

Per tanti anni Savona si è fatta vanto di non aver mai permesso a capo del Movimento Sociale di tenere il proprio discorso.

Una volta nella piazza deserta si è fatto avanti un reduce con le stampelle. E’ andato sotto il palco nell’improvviso stupefatto silenzio e ha scagliato contro l’oratore necessariamente muto le sue stampelle urlando: “Ecco cosa mi ha regalato quella Patria che dici di rappresentare”

Almirante se n’è andato.

Ormai i tempi sono cambiati. E’ necessario pensare alla pacificazione nazionale ed è giusto.

Probabilmente non sono giuste le uova gettate contro Giuliano Ferrara che proponeva la moratoria contro l’aborto, tuttavia il lancio contro di un possibile germe di vita tanto male non ci stava.


Ilaria Alpi

Ciò che al contrario mi ha profondamente rattristata è stato il secondo V. D. di Beppe Grillo.

Questa volta se l’è presa contro la stampa, a suo parere, tutta serva del regime.

A lui ha risposto in modo pacato il Presidente dell’Ordine che ha ricordato Ilaria Alpi.

Grillo ha affermato in modo eclatante di non riconoscere la Resistenza che si commemorava nella piazza accanto. Solo loro, ha detto, stavano facendo la vera Resistenza contro un regime corrotto.

A parte che lui poteva essere in piazza a parlare liberamente solo grazie al sacrificio di coloro che venivano ricordati nella piazza accanto, non ha pensato che l’Ordine dei giornalisti era stato abolito durante il Fascismo e che è rinato soltanto dopo la sua fine

Questa volta però non mi sono arrabbiata. Ho solo scosso il capo. Dante diceva “Come fa madre sopra figlio deliro”

Per me è stato solo doloroso, nient’altro.

In piazza Martiri il 24 aprile c’erano anche non pochi giovani e questo mi è sembrato bello. C’eravamo pochi vecchi, pochissimi vecchi partigiani. E questo è inevitabile. E’ la vita.

Una cosa mi ha consolato: c’era mia figlia con la sua bambina che batteva le sue mani perché lo facevano gli altri.

Mia figlia teneva la mia mano e contemporaneamente quella della sua bambina e si appoggiava al marito. E’ stato un momento bello.

Alla fine mia figlia mi ha sussurrato: “Mamma, domani andiamo alle Rocche Bianche?”

In quel momento ho capito che certe cose non vanno perdute.

Nessun V.D. può cancellare tutto questo.

Poi verranno i merendini, le feste, le sagre di paese e tutta una festa laica o meno laica, non importa.

Resterà il due di giugno e noi vecchi sapremo di non essere rimasti soli.

Qui ci vuole una battuta per non diventare patetici e cosa meglio di Antonio Ricci l’inventore del Gabibbo che al cronista il quale gli chiedeva perché si fosse accollato le spese di trasporto di un obelisco simbolo della Resistenza e della pace ha riposto “Sa, non avevo più il fisico per farlo io“ 

Margherita Pira