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UN EX COMANDANTE DI NAVE:

LA NUOVA PIATTAFORMA DI VADO

TRA PETROLIERE E CONTAINER

Il capitano Antonio Gianetto parla di rischi ignorati o taciuti.
Chiede risposte che finora non ha avuto

 


Antonio Gianetto

Vado Ligure – Il comandante di navi-petroliere, Antonio Gianetto, di Savona fa parte del gruppo “Amici di Grillo”, segue da tempo con interesse, impegno e competenza, le vicende, la vita, del porto di Savona e di Vado, con il progetto della nuova piattaforma che continua a suscitare discussioni, spaccature, prese di posizione.  Gianetto è intervenuto nell’ambito del gruppo di lavoro che l’ingegner Giuseppe Ozenda ha “assemblato” per il progetto innovativo “Savona Domani”.

Hanno fatto molta impressione una serie di quesiti che Gianetto ha posto. Ha presentato (e Trucioli Savonesi  lo riproduce, vedi…) il progetto della piattaforma di Vado Ligure. <L’ho scaricato da internet dal sito dell’Autorità portuale di Savona – ha esordito il comandante di petroliere dal 1976  al 1996 – ed emerge in modo evidente che a Vado potranno attraccare navi container, petroliere, e per il trasporto a secco, cioè anche carbone. Mi domando e vi domando, considerata la mia esperienza, se sia logico ormeggiarvi petroliere che trasportano anche prodotti infiammabili. Vi dico che a Genova non è possibile. E’ vietato per motivi di sicurezza che dovrebbero valere anche per Vado. A Genova le petroliere non possono entrare in porto se il loro punto fiamma è inferiore ai 60 centigradi…

Quando sta accadendo per il futuro di Vado e della sua piattaforma lo trovo davvero strano, ed ancora più sorprendente, secondo la mia modesta esperienza, che non si parli del problema che riguarda direttamente la sicurezza, l’incolumità di chi opera in porto, ma anche della cittadinanza>.

La  futura piattaforma di Vado

Dal disegno che ha fornito il capitano Gianetto si legge che la banchina petroli della piattaforma è di 250 metri, la banchina container 700 metri, la banchina rinfuse 340 metri.

Ancora Antonio Gianetto: <Non è un mistero che utilizzano attualmente gli scarichi della rada di Vado la Esso, l’Agip e la Ip, e che demolendo i pontili, utilizzeranno necessariamente la nuova piattaforma. Può darsi che le autorità portuali di Savona si comportino in modo differente rispetto a Genova, ma mi sorprende che non venga presa in considerazione il tema dei rischi concreti e della sicurezza.

Negli altri scali le petroliere sono assai isolate rispetto alle altre navi da carico, a Vado come emerge dai grafici non sarà cosi.  Del resto spesso faccio una riflessione, a Savona accade a volte che si ormeggi con la prua interna, ignorando le fondamentali regole marinare. La nave che esce dal porto con la poppa, in caso di mare grosso,  rischia di essere gettata sugli scogli. Tutti tacciano. Non c’è da stupirsi se a Vado, con la nuova piattaforma, non si terrà conto di certe regole e del buon senso, del pericolo rappresentato da navi cisterna, vicino ad altre navi...>.

Antonio Gianetto conclude ricordando che esistono obblighi diversi tra nave e nave in tema di sicurezza, ma anche nei porti. Ricorda l’incendio della Haven che scoppiò, ad esempio, nel porto petroli di Multedo , senza disastri per le altre petroliere ormeggiate, perché la prontezza degli equipaggi e la bravura dei piloti evitarono il peggio lasciando gli ormeggi  in brevissimo tempo. Lascia alle autorità, ai rappresentanti delle istituzioni, ai cittadini impegnati nel dibattito sulla piattaforma di Vado, dare risposte ad interrogativi che scaturiscano da una vita di lavoro in mare, sulle navi, dalla conoscenza di regole e regolamenti. Non da formalismi. La sicurezza e l’incolumità, prima di tutto. 

 

 

La riproduzione della futura piattaforma di Vado

 

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