Provincia e Comune è stato un terremoto
Simulazione del voto: Palazzo Nervi al Pdl; Pd più forte a Palazzo Sisto
 
COME SAREBBERO gli assetti a Palazzo Nervi e a Palazzo Sisto, se a contare fosse il voto alle Politiche? Abbiamo effettuato una simulazione che mantiene ferme le alleanze così come si presentarono rispettivamente alle urne nel 2004 e nel 2006 - quindi il centrosinistra unito e il centrodestra con l'Udc - ma applica loro i risultati di questa ultima tornata elettorale.
Si tratta solo una simulazione (non è neppure il caso di sottolineare che i due consigli mantengono la piena legittimità democratica, fondata sul proprio voto "naturale", sino alla scadenza del mandato), ma dà un'idea delle conseguenze politiche che il voto del week end potrebbe avere in futuro.
Basta guardare il grafico per rendersi conto del terremoto: Palazzo Nervi passerebbe nelle mani del centrodestra (in linea peraltro con i dati delle Politiche 2006), mentre a Palazzo Sisto il centrosinistra rimarrebbe ben saldo in sella, ma con equilibri interni radicalmente modificati a favore del Pd. In generale: semplificazione del quadro politico, scomparsa dei socialisti, affermazione di Lega, IdV e persino della Destra.
Palazzo Nervi. Qui governerebbe il centrodestra con 11 seggi al PdL, 2 alla Lega e 1 all'Udc (oltre al presidente). Il centrosinistra in minoranza vedrebbe assegnati 9 seggi al Pd e uno all'IdV, il partito di Di Pietro.
Oggi il centrosinistra governa la Provincia con 9 consiglieri (10 con il presidente Bertolotto) del Pd e 3 della Sinistra l'Arcobaleno. All'opposizione 2 consiglieri socialisti e 10 del Pdl. Con lo scenario emerso dal voto di domenica e lunedì, dunque, scomparirebbero tanto i socialisti quanto la sinistra radicale (che oggi vanta anche due assessori in giunta), per fare spazio a Udc e Lega da un lato, IdV dall'altro.
Palazzo Sisto. Nel nuovo scenario, il Pd avrebbe da solo, contando anche il sindaco, la maggioranza assoluta dei voti: 20 (più il sindaco). Nella coalizione, la Sinistra l'Arcobaleno avrebbe 2 consiglieri e l'IdV 2 (oggi non ha consiglieri, ma ha di recente guadagnato un assessore con l'adesione di Rosario Tuvè). All'opposizione, 12 seggi per il PdL, 2 per la Lega, 1 per l'UdC e 1 per La Destra. Il dato politico - oltre all'eccezionale rafforzamento del Pd - è un'espansione della destra e la scomparsa dei socialisti, che oggi hanno il vicesindaco, il presidente del consiglio e 4 consiglieri in forza di un eccezionale risultato nel 2006 (oltre l'8% dei consensi). Nel consiglio troverebbero posto anche un consigliere di Storace e due della Lega, mentre l'Udc perderebbe un consigliere. Nel centrosinistra, dimezzerebbe i seggi l'Arcobaleno.
Non ci sono ovviamente "Gente di Liguria" e "A Sinistra per Savona", liste civiche in quanto tali non presenti alle Politiche (anche se la consigliera Patrizia Turchi è confluita nel Partito comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando, che non otterrebbe seggi). Oggi il consiglio è composto da 14 consiglieri del Pd (15 con il sindaco), 4 della Sinistra l'Arcobaleno, 1 di "Gente di Liguria", 5 socialisti e 2 del gruppo misto per la maggioranza. E, in minoranza, 9 consiglieri del Pdl, 2 della lista Delfino, 2 dell'Udc, 1 di "A sinistra per Savona".
i numeri. Ma le elezioni politiche meritano anche qualche altra riflessione centrata sui numeri. In provincia, gli elettori sono calati di quasi 10.500 unità rispetto alle Politiche 2006 (voti della Camera). Dunque, astensionismo in crescita. Così si spiega - ma solo in parte - il crollo della sinistra radicale che ha perduto per strada 14.500 voti. 3.600 sono stati lasciati dai socialisti e 5.200 dall'Udc. Ma anche il PdL, in termini assoluti, perde: 700 voti in meno. Cosa significa? Significa che l'ottimo risultato della coalizione Berlusconi si spiega anche e soprattutto con la grande performance della Lega, che ha guadagnato oltre 6 mila voti, erodendo forse anche una quota di quel voto di "protesta" che in passato era andato alla sinistra radicale. Il PdL, in definitiva, recupera voti dall'Udc (il cui gruppo dirigente è passato armi e bagagli con Berlusconi), ma probabilmente cede molto alla Lega stessa. Se può cantar vittoria senza sottilizzare troppo grazie ad un divario di 10 mila voti (17 mila al Senato) che la separa dall'altra coalizione, questo è probabilmente frutto, in buona parte, del crollo di socialisti e sinistra, con meno "spostamenti" da un fronte all'altro di quanto dicesse una primissima lettura. Un'altra fetta del voto di protesta, sull'altro versante, è andato all'IdV, altra grande performance, con 3.800 voti guadagnati in un quadro, come detto, di astensionismo forte. Anche il Pd ha guadagnato: in termini assoluti, 1.200 voti, recuperando probabilmente anche parte del voto socialista.
Antonella Granero
granero@ilsecoloxix.it


16/04/2008
nTRE ASSESSORI della giunta comunale, su sei, fanno riferimento a Sinistra Arcobaleno e Psi, "quasi" cancellati elettoralmente anche a Cairo. Metà giunta, con assessori tesserati Rifondazione Comunista, Verdi e Psi, traballa sotto i colpi della mazzata elettorale. E complessivamente sono cinque su quattordici i consiglieri che fanno capo alla sinistra radicale-alternativa che sostiene la maggioranza di centrosinistra del sindaco Fulvio Briano (Partito Democratico).
Scenario che ieri mattina ha animato prima la giunta, poi in serata si è tenuto un vertice di maggioranza. Disertato da uno dei consiglieri comunali, Stefano Ressia, che è anche segretario del circolo locale di Rifondazione Comunista. Uno "sfogo" emotivo, una decisione anti -Pd, che per tutta la giornata ha fatto lavorare i mediatori. Le intenzioni di Ressia sono state annunciate anche al sindaco. Sino al tardo pomeriggio gli emissari di maggioranza hanno lavorato per farlo rientrare. Ieri sera alle 21 era assente.
Giornata convulsa ieri in Comune. In teoria giunta e maggioranza erano due appuntamenti previsti da tempo. All'ordine del giorno invece ha tenuto banco la sconfitta elettorale, e quindi la tenuta del centrosinistra locale che sorregge la coalizione governata dal sindaco Fulvio Briano, leader locale del Partito Democratico. "Noi abbiamo tenuto, siamo ancora il primo partito, anche se di poco a Cairo e nei principali comuni della vallata. Sono tranquillo. Un conto sono le elezioni politiche, altro le amministrative. Non si possono fare paragoni"è il commento post-elettorale del sindaco Briano. Che con i suoi più stretti collaboratori ha avuto un lungo confronto per capire la linea da concordare, anche alla luce dell'assenza di una struttura organizzata dell'Italia Dei Valori in loco. Entrando in giunta il clima ieri non era dei migliori. Ha pesato anche il sapere di aver vinto appena un anno fa con un distacco alle amministrative di soltanto 38 voti dal centrodestra. E per di più con una lista che comprendeva pure la Sinistra Arcobaleno e il Psi. Musi lunghi dall'assessore socialista Franco Caruso, sviluppo economico, a quello all'ambiente Ermanno Goso, Verdi. Stessa scena l'assessore di Rifondazione Dario Cagnone che ha la delega ai lavori pubblici. Poi si concorda la linea. "I tre assessori sono persone che complessivamente hanno preso oltre 700 preferenze personali. Altro che delegittimati".
A. P.