L’assegnazione degli alloggi rispetta la legge regionale”
SAVONA LA STAMPA
La denuncia che ieri ha fatto a La Stampa Anna Bonaiuto, la signora di Varazze che è disoccupata, ha l’85% di handicap e tra pochi mesi avrà lo sfratto («Nella graduatoria per l’assegnazione per l’alloggio popolare ci sono decine di cittadini stranieri davanti a me») può essere letto come il grido di dolore di chi vede il suo futuro prossimo senza speranze.
Ma nella lista degli assegnatari provvisoria (entro l’estate ci sarà quella definitiva, dopo la valutazione dei ricorsi) stilata dall’Arte di Savona non c’è nulla di irregolare. A stabilire i criteri generali è la legge regionale numero 10 del 2004 che stabilisce, fra l’altro, che tra i requisiti richiesti c’è, per gli extracomunitari, l’essere in possesso di carta o di permesso di soggiorno lo svolgere un regolare lavoro. Quindi, l’essere residente nel Comune in cui si fa richiesta. Esiste, poi, tutta un’attribuzione dei punteggi, che vanno da un minimo di 5 per le famiglie di nuova formazione senza minori a un massimo di 80 per chi ha lasciato l’abitazione per sfratto da meno di un anno e non ha trovato una nuova collocazione. Sono 36 le tipologie di condizioni che assegnano punti e, ovviamente, chi occupa le posizioni più alte della graduatoria è chi e collocabile nel più ampio e grave numero di tipologie. Ad esempio, 70 punti li ha chi vive in strutture di assistenza o beneficenza oppure in locali inadeguati in cui mancano anche i servizi igienici. Ed è ovvio che in tali condizioni spesso siano costretti proprio gli stranieri. E, così, su 800 aventi diritto si possono leggere 213 nomi non italiani, ma va, altresì detto che nei primi quaranta, che avranno i primi alloggi disponibili non ce ne sono. Gli over 65 anni in famiglia sono 28, quelli soli 79, le giovani coppie 22, gli sfrattati 31 e i zero reddito ben 247.
«Bisogna sottolineare - dice l’assessore ai Servizi Sociale di Savona Lucia Bacciu - che tutte le persone che sono in graduatoria hanno i titoli per esserci. La presenza degli stranieri rispecchia, numericamente la composizione della società». Questo dal punto di vista istituzionale. Esiste poi il sentire umano: «Posso capire il dolore di quella signora - prosegue l’assessore -, e vorremmo poter dare una casa a tutti. Purtroppo non è così semplice. E non posso certo mettermi a preferire gli italiani, discriminando gli immigrati». Il vero problema è nella sproporzione tra la domanda e l’offerta di case popolari. «Il mercato non offre molto e i prezzi sono per alcune categoria di persone inaccessibili. Categorie che sono sempre in aumento».
Si pensi, poi, che a Savona non se ne costruiscono più dal 1989 e che ci sono un migliaio di famiglie in difficoltà che, nemmeno hanno i titoli per entrare in graduatoria: «Ho creato l’Agenzia Sociale per la casa che aiuti chi è in difficoltà a pagare l’affitto e faccia da guida nel mercato immobiliare privato. Lavoriamo con la Comunità Servizi della Fondazione Caritas e sono molto fiera di ciò, ma so che non è sufficiente. Al massimo potremo mettere a disposizione, compresi gli alloggi di via Aglietto, tra i 100 e 110 appartamenti per l’assegnazione ai più bisognosi».