27 Marzo 2008 LA STAMPA
SANITA’ IERI IL LUNGO
DIBATTITO DOPO L’APERTURA DELL’INCHIESTA SULLE NOMINE DI MANAGER E
PRIMARI |
|
[FIRMA]MIRIANA REBAUDO GENOVA Cinque nuovi ospedali (compreso il nosocomio unico del Ponente da 700 posti letto da realizzare a Taggia) per una spesa complessiva di 1 milione e 30 mila euro e, sull'altro versante, il problema delle liste d'attesa che potrebbe mettere a rischio, a fine giugno, la conferma di (quasi) tutti i direttori generali delle aziende sanitarie. Sono solo due degli aspetti della sanità ligure sottolineati ieri dal presidente della giunta regionale Claudio Burlando nel corso della seduta straordinaria richiesta dall'opposizione di centrodestra ed iniziata con quasi due ore di ritardo per la protesta di un gruppo di disabili che chiedevano l'erogazione degli arretrati del fondo per la non autosufficienza. Numeri e tabelle alla mano, Burlando ha rimarcato molti punti, a partire dal ripianamento del deficit (superava i 310 mila euro nel 2004) conseguito «senza svendite e consentendoci di dare alla popolazione i servizi richiesti»: il riferimento è all'incremento dei posti per le cure intermedie (dai 499 del 2004 siamo oggi a 697) e della residenzialità (da 4766 a 5631), con un calo dei letti per acuti tutto sommato contenuto (da 6923 a 6239). Grazie a tutti gli interventi messi in atto, Burlando ha annunciato che «il personale della sanità non sarà più ridotto». La cura dimagrante ha prodotto gli effetti (dal 2004 al 2007 il personale della sanità in Liguria è sceso di 734 unità, da 27.046 a 26.312 persone per un risparmio del valore complessivo di circa 30 milioni di euro). Diminuzioni che hanno toccato soprattutto l'area genovese, tanto che i 2704 dipendenti dell'Asl1 del 2004 sono oggi cresciuti fino a 2743, mentre l'Asl 2 nello stesso periodo ha perso 35 dipendenti, scendendo da 3164 a 3129, mentre Santa Corona ne ha acquistati 8 (oggi sono 1485). «I risparmi, ora, li otterremo attraverso la centrale unica d'acquisto, un'operazione pari a circa 19 milioni di euro, e alle due deaziendalizzazioni» ha precisato ancora il presidente della Regione. Di contro, è a buon punto il processo di assorbimento del precariato con la trasformazione, dal 2005 al 2007, di 847 posizioni a tempo determinato in altrettante a tempo indeterminato, su un totale di 1.345 precari. Burlando, a questo punto, ha rilanciato: «Se il territorio è d'accordo e pronto, dal prossimo luglio possiamo iniziare i lavori di tutti e cinque i nuovi ospedali approvati da questo Consiglio regionale, i fondi sono già stati individuati tra le risorse regionali, tra i ricavi delle cartolarizzazioni, tra i fondi energia e i proventi derivabili da alienazione degli ospedali da dismettere oltre che da integrazioni finanziarie di privati». Per quanto riguarda la cartolarizzazione dei beni delle Asl, il presidente ha dato un giudizio positivo in quanto porterà nelle casse della Regione 203 milioni di euro, a fronte di una stima iniziale di 82 milioni di euro. In ultimo, il presidente della Regione ha risposto agli attacchi ricordando che «oggi c'è maggiore trasparenza nelle procedure per la nomina dei primari ospedalieri: fino a ieri venivano scelti direttamente dai dirigenti generali mentre ora si deve valutare su una terna, in questo modo si rompe la catena che legava la Giunta al direttore generale e al primario. Almeno questo dovete ammetterlo». Il «trionfalismo» di Burlando non ha però convinto l'opposizione che, con Gianni Plinio, capogruppo di An, ha citato le liste d'attesa «sempre più lunghe e le tante inchieste giudiziarie che la riguardano». Secondo Plinio, inoltre, «è ridicolo oltreché grave che Burlando intenda istituire una Commissione di super esperti per ridurre le ingerenze dei partiti sulla sanità facendola presiedere dal professor Ignazio Marino, chirurgo sì ma anche e soprattutto senatore del Partito Democratico e cioè del proprio partito». Anche gli altri consiglieri del centrodestra hanno criticato le nomine di dirigenti affermando che la giunta ha agito «in modo da forzare la legge per favorire medici vicini al centrosinistra». Lo hanno ribadito tra gli altri Nicola Abbundo e Matteo Marcenaro (ex Udc) e Matteo Rosso (FI) che hanno fatto un elenco di nomi e criticato le procedure scelte. Rosso ha inoltre ricordato che una recente delibera indica la riduzione delle liste di attesa come uno dei criteri per giudicare l'operato dei direttori generali: «Visto che i tempi aumentano e sono stati investiti molti soldi pubblici - ha concluso il consigliere di Forza Italia - ci aspettiamo che a giugno al momento del rinnovo dei contratti dei dirigenti si tenga conto di tutto questo». |