versione stampabile 

POLITICA AMBIENTALE e SVILUPPO SOSTENIBILE

Siamo solo in due laureati in sviluppo sostenibile in Liguria .... ma pensi che a qualcuno interessi qualcosa?

Questa settimana Milena Debenedetti "nonna Abelarda" risponde ad una lettera che ha ricevuto dopo il suo intervento della settimana scorsa.

 

Carissima nonna Abelarda,
 
Molto bello il tuo articolo su ENERGeTHICA ma le mie reazioni sono tutt'altro che le tue io non volevo andarci ma poi mi sono fatto convincere e al ritorno dopo un giorno passato a parlare di sviluppo sostenibile l'amarezza che era in me si è moltiplicata.

Ti chiederai il perchè ...... spero di si perchè se no la mia spiegazione qui sotto è inutile...
 
Mi sono laureato nel 1998 all'università di Genova facoltà di Scienze della Formazione (ex Magistero) in Materie Letterarie indirizzo Geografico Ambientale corso di studi e tesi di laurea in POLITICA AMBIENTALE e SVILUPPO SOSTENIBILE, votazione 110 et Lode diritto di pubblicazione ecc.ecc.
Siamo solo in due laureati in sviluppo sostenibile in Liguria .... ma pensi che a qualcuno interessi qualcosa? No, assolutamente no anzi, meglio stare alla larga da persone come noi poichè magari qualche ente o struttura potrebbe smascherare qualche pecca in materia ambientale.
Il mio collega dottore fortunatamente avendo il padre già impiegato al R.I.N.A. ha trovato impiego nello stesso ente io invece mi alzo quasi tutte le mattine alle quattro e venti e vado a lavorare in un supermercato alimentare all'ingrosso proprio sotto quelle belle ciminiere che ancora stamattina buttavano anidride solforosa nell'aria (classico odore di Coca cola) ma forse per qualcuno è meglio quello che una piattaforma container (ma questo è un'altro discorso) volevo solo dirti che dieci anni fa ero anche io un giovane con tante speranze ma quelle giorno dopo giorno ormai stanno scomparendo e quando vado a saloni come quello organizzato a Genova torno a casa più triste di prima ho trovato solo un paio di persone che capivano i miei discorsi che seppur a volte lacunosi e non fluidi a causa dell'inattività sulla materia mi sembravano basilari su certe tematiche ecosostenibili ti lascio non voglio annoiarti troppo comunque spero che sviluppo sostenibile non sia una tematica utile a riempire dieci o quindici righe in un programma elettorale ma un via da seguire e un stile di vita da perseguire 
kikko6660
 

 Caro Massimiliano,

ti ringrazio per l'apprezzamento dell'articolo.

Davvero, non solo sono molto interessata a quello che scrivi, ma non  credere  poi che le mie reazioni alla fiera siano state tanto diverse. Soprattutto, nessuno ti capisce più di me. E scusa se sarò alquanto prolissa.

Dopo una laurea in chimica che non e' stata certo una passeggiata, dopo vent'anni di lavoro in un laboratorio di ricerche con numerosi brevetti americani ed europei alle spalle, dopo aver sperimentato ruoli da team leader in gruppi di lavoro internazionali, e l'orgoglio di aver dato il  mio piccolo contributo, sono stata costretta ad andarmene,  per la crisi dell'azienda ridimensionata di botto a meschina realtà locale, che  metteva di fronte a scelte ricattatorie e non lasciava più spazi di discussione, lavoro, lotta genuina per salvare la fabbrica e le ricerche,  per non piegarmi a una situazione invivibile di umiliazioni inutili, per non ritrovarmi magari dopo qualche anno ugualmente senza lavoro e in più psicologicamente annientata.

 Da allora, naturalmente, sopravvivo di lavoretti ben diversi dalla mia qualifica ed esperienza, buttate alle ortiche e non più utili ad alcuno.

 Cosa pensi che sia stato per me visitare quella mostra, se non amarezza e nostalgia e frustrazione?

 Siamo in tanti, in tantissimi nella mia e nella tua situazione.

 Precariato, lavori sottoqualificati, nessun rispetto di esperienza e professionalità, sono una realtà dura e concreta di questa Italia particolarmente decaduta  all'interno dell'Occidente in crisi. Particolarmente decaduta per via delle debolezze di fondo, accentuatesi ultimamente: grandi industrie quasi solo come ex carrozzoni statali o parastatali in crisi, multinazionali in fuga, piccola e media impresa poco dedita a innovazione e tecnologia, con scarsa presenza di figure qualificate, laureati o anche solo diplomati  ( "l'industria italiana vuole solo analfabeti! " sbottò Mussi un giorno a  un convegno, constatando questa realtà ); inoltre, scuola, università e ricerca lasciate allo sbando (tanto interessa un popolo bue di televisomani, e' più docile e manipolabile), assenza totale di meritocrazia, totale immobilità di classe (nel senso che un figlio di  operaio o impiegato, a parità di laurea e magari con competenze e voti superiori, sarà sempre penalizzato rispetto  al figlio di un professionista o di un politico o di un raccomandato di vario tipo), clientelismo e così via.

 L'ignoranza al potere di questi anni di dominio mediatico ha fatto il  resto, combinandosi con le dure realtà della globalizzazione qui arrivate senza ammortizzatori né resistenza né riscossa, in un tessuto già debole.

 Sì, siamo in tanti, ma secondo me, pur se ormai vecchietta e un po' sfiduciata, non dobbiamo, non dovete soprattutto voi, più giovani,  gettare la spugna.

Il senso del mio pezzo non era tanto di speranza concreta o di illusione rosea, figuriamoci, ma solo di constatazione che le  potenzialità esistono, eccome. Di fronte all'amara visione della cupola di grigiore e connivenze che ci soffoca, non ci si dovrebbe mai scoraggiare del tutto, soprattutto voi giovani. Ricordiamoci che loro, per quanto potenti,  compatti e arroccati nella "casta" politico economica, sono pochi. Noi, gli  italiani che ancora non si sono rassegnati o che cominciano a svegliarsi, in teoria siamo tanti, molti di più, anche con qualifiche e spirito imprenditoriale, e dipende da noi cambiare la società. Ecco quello che volevo dire.

 Ti garantisco che in mezzo a noi, e non perchè apparteniamo a ideologie o partiti comuni o altro, anzi, il contrario, ci sono tante persone che la pensano indipendentemente nello stesso modo: sviluppo sostenibile, decrescita felice, una vita più a misura d'uomo, dei suoi valori, affetti  bisogni, e meno a misura di economia e consumismo sterile. Che non vuol  dire declino o rinuncia,ma autentico progresso e benessere.

 E queste idee cominciano a venire fuori. Ad aggregarsi. A trovare sbocchi  e azioni semplici, civili e concrete. A circolare, a farsi strada e spazio.

 Nonostante il boicottaggio reiterato dell'informazione asservita.

 Secondo me basterebbe una cosa, piccola semplice banale: qualche fonte di speranza, concreta, nel cambiamento positivo. Sarebbe una scintilla in grado di propagarsi e di riaccendere le menti e il paese, che non aspetta altro.

 Perché tutta questa gente, in blocco, questa gente sordida di cui non riusciamo a liberarci, non sa darcela. Sanno darci solo idee e parole e soluzioni vecchie, vuoti slogan,  trattarci da bambini deficienti, sanno ostentare grettezza,  paure false o ingigantite per tenerci buoni: gli immigrati, la sicurezza,  le crisi provocate, l'emergenza rifiuti, le minacce terroristiche, la criminalità, il declino economico... E mentre siamo inaciditi, frustrati, incolonnati  nel loro vicolo cieco, ci ricattano per bisogno, con miraggi di posti di lavoro per lo più di bassissima qualità, ci mettono abilmente gli uni contro gli altri, per continuare i loro lucrosi affari. Però esistono coloro che, dentro la politica, l'economia, l'informazione, si piegano ma continuano a mantenere in sè un grumo di dubbio, di dissenso, e forse se si riuscisse a creare  una svolta riemergerebbero, chissà, collaborerebbero al cambiamento, che si propagherebbe e diverrebbe epocale.

 In ogni caso, siamo al punto di rottura, e' certo: che finisca in sfacelo  o che sia una rinascita dipende da tutti noi, singole persone,  da quanto sapremo fare come nuova politica concreta, alta, nel vero significato del termine, così come da quanto sapremo aggregarci, confrontarci, trovare nuove strade sociali ed economiche. Avere iniziativa personale e coraggio.

 Permettimi un'ultima constatazione sulla questione emissioni vs. piattaforma. Ecco, e' un discorso che ho sentito girare in questi giorni,  e la cosa mi preoccupa. Attenzione alla teoria strumentale, tanto utile e sfruttata, del "benaltrismo", secondo la quale, di fronte a un potenziale problema, ce ne sarebbe sempre un altro peggiore di cui occuparsi prima.

 Di solito chi la propala e propugna non e'  mai in buona fede.

 Certo, sono d'accordo che, se guardiamo al problema in sè, le emissioni di centrali e industrie possono essere un danno ambientale più grave e immediato di una "innocua" piattaforma, di un "simpatico" megaporto con torre.  Ma non e' così che si deve ragionare: separare i problemi o dare ordini di priorità indebolisce i discorsi, mette contro le persone, favorisce chi vuole i peggiori scempi. I problemi sono da affrontare e valutare insieme, per trovare soluzioni vantaggiose per la comunità e  più rispettose dell'ambiente (che non significa dire sempre no!), in un'ottica di pianificazione lungimirante e interconnessa, estesa nello spazio e nel tempo, che quasi sempre manca in questi progetti a casaccio tesi a  favorire pochi grandi interessi.

 Non sono contro la piattaforma cosi' perche' mi piace il mare blu, e non e' che non mi occupi di fabbriche perchè intanto quelle già ci sono... No, non e' questo il punto e il ragionamento.

 Di ogni questione si devono valutare (ma lo saprai certo meglio di me), i rapporti costi (anche ambientali e di territorio)- benefici , posti di lavoro e prospettive in relazione ai sacrifici, infrastrutture e problemi correlati, conseguenze dirette e indirette, anche nel tempo.

 Ebbene, e' da questa analisi che la piattaforma si rivela fallimentare.

 Dobbiamo smetterla di accettare il peggio o il meno peggio, e' la strada sbagliata. Più la crisi e' profonda, come adesso, più sono necessarie soluzioni innovative e coraggiose che vadano oltre il banale, per  superarla.

 Non e' neppure un dire sempre di no, a tutto, lo ripeto e lo sottolineo.

 Esistono progetti articolati, avanzati, alternativi, validi, quantificabili in vantaggi e posti di lavoro, tramite i quali  si potrebbe fare di Savona e provincia un esempio di rilancio virtuoso, e fare da guida per altre realtà .

 Progetti  che hanno il solo torto di essere boicottati e mai discussi proprio perchè in opposizione inconciliabile con quel  modello a senso unico, di scempio a beneficio di pochi, che ci propinano senza discussione.

 Ma non potranno rimanere nascosti ancora a lungo. I tempi sono maturi per provare a cambiare rotta. 

 Se vuoi saperne di più, se vuoi discutere, confrontarti, partecipare (e  la tua competenza credo potrebbe essere utilissima) fra i gruppi che si  stanno aggregando in positivo ci sono gli Amici di Beppe Grillo. 

 Ci riuniamo tutti i giovedi' sera alle 21 al Milleluci di Legino. Ora  siamo all'Expo, nel primo corridoio all'ingresso. Oppure puoi seguire qualche discussione al sito http://beppegrillo.meetup.com/136/boards/ 

 Mi scuso per aver trasformato questa risposta in una concione, ma gli argomenti mi stanno molto a cuore. Anche perchè, se per me e' tardi,  vorrei tanto dare un futuro migliore a mia figlia diciottenne. 

Un cordiale saluto 

 Milena Debenedetti "nonna Abelarda"