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Lettera ai candidati savonesi

Rispondete a don Baget Bozzo

sulla grande questione morale

Anche a Savona la magistratura ha “salvato” la sinistra?

 


Don Gianni Baget Bozzo

Don Gianni Baget Bozzo, sacerdote e teologo, consulente (non pagato) di Forza Italia e consigliere prediletto di Silvio Berlusconi (tra gli uomini più ricchi del mondo grazie anche al quel partito, ovvero il Psi di Bettino Craxi in cui Bozzo militava) ha scritto sul Secolo XIX, di martedì 11 marzo 2008, nella pagina “commenti&opinioni”, un micidiale articolo dal titolo “La crisi dello Stato e della politica….”.

Finora, nonostante la pietra lanciata nello stagno e la lucida denuncia, nessuno pare abbia ritenuto di rispondergli pubblicamente.

Non per polemizzare, ma eventualmente per confutare con elementi concreti quei macigni. Baget Bozzo non parla di “sesso degli angeli”, ma di come certi politici che si dichiarano innovatori e moralizzatori, non pratichino la coerenza. E ancora, come certa politica abbia finito per uccidere la speranza di innovazione. Anche con i loro stipendi d’oro (a cui si sono ben guardati dal rinunciare), con la moltiplicazione delle poltrone, con quanto accade negli stessi enti locali amministrati dalla sinistra.

TUTTI I CANDIDATI SAVONESI

Pubblichiamo (vedi….) la pagina del Secolo XIX-Savona dal titolo “Un esercito di candidati in marcia su Roma”. Per la cronaca aggiungiamo che l’unico esponente che ha già “scaldato la sedia” da senatore della Repubblica, è Roberto Avogadro che dopo un periodo di “separazione”, più o meno consensuale, ha ritrovato slancio e amore per la Lega Nord di Bossi. Partito che all’epoca della sua prima elezione in parlamento, fece il “pieno di voti” anche nel savonese grazie all’onda lunga di “mani pulite” e di grande consenso popolare alla “caccia ai corrotti e corruttori”.

ECCO IL TESTO DELL’ARTICOLO

Saltiamo l’esordio, la parte iniziale scritta da Bozzo per andare al tema scottante.

<….La maggioranza di Prodi ha visto i partiti moltiplicare i posti di governo e di sottogoverno, spazi di potere retribuiti che ormai non andavano più ai partiti, ma ai gruppetti come gruppetti, alle cordate come cordate, ai singoli come singoli.

Nella maggioranza Prodi è apparso come la fine dei grandi partiti storici abbia trasformato gli attuali gruppi in referenti senza base e senza storia, in cui il vertice sceglie la base e non la base il vertice.

A sinistra è avvenuta la separazione dei gruppi dirigenti dalla base a cui fanno riferimento. E’ in questo clima che sono nate le dimissioni  del governo Prodi: dalla scelta di costruire i mini partiti che traevano dal potere occupato grazie alla maggioranza tutti i mezzi di sostegno.


L'avvocato Nazzareno Siccardi (primo a ds nella foto) all'epoca del processo al pluriomicida di Giustenice, Salvatore Boasso (si suiciderà in carcere), a fianco Enrico Nan e Nanni Russo, entrambi già parlamentari. (foto d'archivio Gallo)

La maggioranza di Prodi è un fenomeno nuovo che ha condotto alla formazione di tanti piccoli gruppi ulteriori, qualcuno anche nel centro destra, ma certo con gli oneri per lo Stato che venivano dalla sinistra.

E’ su questa base che i problemi della criminalità, dell’immigrazione e del fisco divengono più gravi. E qui il governo diventa più debole perché la cultura di Prodi è pronta a punire un popolo di evasori e i partiti antagonisti pronti a proporsi in Parlamento, con stipendi d’oro, come gli affossatori del capitalismo

E’ sulla crisi dello Stato e della politica che viene la crisi della maggioranza. E nelle Regioni è avvenuto  ancora in modo più grave per i minori controlli inevitabili.

Il colmo è certamente quello della Campania dove il presidente della Regione Antonio Bassolino ha accontentato tutti, ma proprio tutti, anche i parlamentari di Forza Italia che disertarono la seduta in cui il centro destra aveva presentato una richiesta di dimissioni del governatore che così in Senato non fu approvata.

Ora i nanetti della sinistra sono spariti ed il leader dei Comunisti italiani, ora nella Sinistra Arcobaleno. Oliviero Diliberto rinuncia al Parlamento. Ma il danno che è stato fatto non è certo proporzionale alla quota del consenso. Così il rappresentante della sinistra cattolica, Romano Prodi, esce dal governo e dalla politica sulla crisi dello Stato e della politica, cioè sulla più grande questione morale del Paese>.

In apertura dell’articolo, Baget Bozzo ha fatto un’altra interessante constatazione, ovvero dato di fatto. Eccolo: <…La magistratura ha colpito una parte politica e non l’altra e quella salvata, cioè la sinistra, è diventata il Partito della magistratura, mettendo cosi in crisi la legittimità del Parlamento.

E’ nato cosi il partito dell’antipolitica, che non è solo quello di Beppe Grillo, ma quello presente nel concetto diffuso che il politico è al di sotto di ogni sospetto…Cesare Salvi ha cominciato con la critica del suo governo soprattutto agli enti locali e alle Regioni. Ne è nato poi, come libro di successo, “La Casta”, il testo che forse è all’origine di queste elezioni anticipate….>.

I CANDIDATI RISPONDANO

I candidati savonesi... possono far conoscere il loro pensiero, se lo ritengono utile e doveroso. Trucioli ospiterà volentieri la replica. Non per dire “non siamo tutti uguali” che pare scontato, ma informare gli elettori che <non fanno parte di quella politica> e spingono per <girare in un’altra direzione>.

Preoccupandosi soprattutto dei concittadini meno fortunati e più bisognosi. Politici impegnati a garantire un posto di lavoro ai giovani più meritevoli e non ai più raccomandati come accade senza ombra di dubbio anche in questa provincia. Dove ormai ai giovani è assegnato un lavoro negli enti pubblici solo con una raccomandazione forte, uno sponsor che conta.

E il degrado sta coinvolgendo moltissime aziende private, dalle banche al mondo delle cooperative, ai “centri commerciali.” Se hai il “padrino” trovi il posto, altrimenti resti fuori. O fai il precario a vita. Il part-time a vita. Una grande colossale ingiustizia che affligge e mortifica i giovani, di cui si parla davvero poco. Speriamo che il sacerdote Baget Bozzo si faccia pure lui interprete, quale editorialista ed opinionista, di questo devastante cancro sociale doloso.