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A FINALE PRIME DEMOLIZIONI IN EDILIZIA

AD ALASSIO BOOM DI CELLULARI IN COMUNE

IN OSPEDALE TELEFONO VIETATO AI MEDICI

“Viaggio-inchiesta” di Trucioli Savonesi nei Comuni di Finale, Alassio, Loano, tra edilizia, condoni e stangate fiscali, computer. Chi taglia il telefono ai medici e chi nasconde sprechi e privilegi. Gli articoli, senza risposta, apparsi su Il Secolo XIX e La Stampa. Storie di condoni (con il primato positivo di Finale). Storie di brutte figure sul fronte turistico. La protesta di un albergatore di Varazze. Le scelte urbanistiche sbagliate di cui si pagheranno gravi conseguenze, come sostengono Giulia Maria Crespi (Fai) e Carlo Federico Grosso (giurista, ex membro del Csm). I seimila posti di lavoro persi e la strage di alberghi. Un appello al futuro senatore Franco Orsi. Chi teme la pressione mediatica?

di Luciano Corrado

 


Angelo Vaccarezza


Marco Melgrati

SAVONA – Giovedì mattina, 13 marzo, in un ospedale savonese: ambulatorio per un elettrocardiogramma in day-hospital. Arriva una chiamata esterna. Risponde un’infermiera imbarazzata: <…Signora provi a richiamare verso l’una, mi spiace non possiamo richiamarla, c’è una  circolare che invita i medici a non fare chiamate esterne, bisogna risparmiare…>. Sì, proprio cosi, negli ospedali savonesi è arrivato il “giro di vite sulla spesa telefonica”. A cominciare dall’uso del telefono da parte dei medici. Si spendeva troppo? Non c’erano i dovuti controlli? Lotta agli sprechi? Non risultano comunicati stampa in materia.

ALASSIO, BOOM DI CELLULARI

E DI COMPUTER IN COMUNE

Un passo indietro, sabato 8 marzo. Impeccabile titolo-fotografia sul Secolo XIX: <Il Comune aumenta le tasse ed il numero dei cellulari aziendali>. Occhiello: <Imposte più pesanti per gli alassini>. Sommario: <Tecnologie nel mirino dell’opposizione. Per 115 dipendenti ci sono 58 telefonini e 130 computer>. La “denuncia-constatazione” non arriva dal Bertoldo di turno, ma da un ex dirigente amministrativo dello stesso Comune, ora sui banchi del consiglio comunale, Franco Boggiano.

Il Comune di Alassio ha appena aumentato l’addizionale Irpef dallo 0,5 all 0,8. Iniziativa non solitaria perché pochi giorni prima lo stesso Secolo XIX , il 4 marzo, aveva annunciato analogo aumento a Loano col titolo: <Che stangata, aumentano Irpef e tutte le tariffe>. Bisogna almeno ammettere che, alla vigilia delle elezioni, è stata una scelta coraggiosa, controcorrente o “disperata”.

I due Comuni sono guidati da “leader” indiscussi ed osannati, con la maglietta berlusconiana, elogiati da “re Scajola” per il numero di consensi popolari nelle elezioni amministrative. Vale a dire, bravi, voi sì che siete vicini ai bisogni della gente e vi vota!

Non solo, Vaccarezza e Melgrati sono sindaci che indossano spesso e volentieri il ruolo di contestatori e fustigatori dei loro avversari politici, ma “sparano” a ripetizione anche contro la Provincia del presidente Bertolotto, contro la Regione del presidente Burlando, contro il governo Prodi. E soprattutto ridicolizzando spesso e volentieri le minoranze consiliari. Ma un sindaco non dovrebbe stare al di sopra delle parti, “sindaco di tutti i cittadini?” Evitare sterili polemiche e personalismi?

A Loano, contrariamente ad Alassio, nessun consigliere ha chiesto di sapere quanti cellulari e computer sono in funzione, ma più interessante sarebbe conoscere (e questo vale per tutti i comuni e enti pubblici) quanto hanno speso e spendono sindaci ed assessori per telefonate, via cellulare. Quanto pesano le bollette telefoniche e in quale percentuale?  E il livello di incremento, meglio se di risparmio, nel corso degli anni. Chi controlla? Gli stessi che telefonano e fanno pagare ai cittadini?

Si racconta che un revisore di conti di bilanci comunali, nel corso di un convegno, avrebbe rivelato che la bolletta del cellulare di un sindaco della Riviera è più salata di quello che lui paga per i telefoni del suo ufficio di “commercialista”.

 

Flaminio Richeri

A FINALE ESAURITO L’ITER

DEI CONDONI EDILIZI

Altro tema. E’ Il Secolo XIX di venerdì 7 marzo ad offrirci una notizia da Finale Ligure che per il suo contenuto-rivelazione, forse unico in Liguria, meritava la prima pagina. Il titolo: <No del Comune a duecento pratiche di condono edilizio>. Sottotitolo: <I proprietari avranno tre mesi di tempo per demolire i volumi non autorizzati. In sospeso il caso  dell’ex hotel Lido>.

La notizia inedita e senza precedenti in Liguria, nella sua travagliatissima storia edilizia (ora definita speculazione, ora boom, ora flagello, ora “guerra del mattone”, ora bomba innescata, ora miracolo economico)  sta nel fatto che un Comune rivierasco (nulla è dato a sapere sui piccoli Comuni dell’entroterra) ha esaurito l’esame di tutti i condoni richiesti e che alcuni degli abusivi hanno iniziato a demolire. Avete capito bene, demolire. Chi si ricorda un caso analogo, lo faccia sapere.

Vale la pena ricordare che i condoni edilizi dello Stato sono tre (1985-1994 e 2003) e le pratiche accumulate dai Comuni savonesi e liguri sono decine di migliaia.

Non è noto se la Regione dispone di dati complessivi, aggiornati e se l’assessore Carlo Ruggeri riterrà utile divulgarli all’insegna della trasparenza e della corretta informazione verso i cittadini.

A Finale Ligure una giunta di centro destra, col sindaco Flaminio Richeri (non è l’uomo delle crociate, della tromba, stile caro ad altri suoi colleghi) ha messo in pratica ed raggiunto risultati certi, concreti. Che invece mancano quasi ovunque in un settore vitale della vita pubblica, dal quale provengono gran parte degli introiti comunali, ovvero il patrimonio edilizio. La corretta gestione (condoni, oneri di urbanizzazione, introiti da Ici,Tarsu, Cosap, imposte varie) può determinare più equità fiscale e risorse per l’ente locale, tanto invocate a parole e assai meno nella realtà.

Spiega Silvia Andretto su Il Secolo XIX: <L’amministrazione Richeri ha di fatto azzerato l’esame delle 3 mila 500 pratiche presentate nel corso dei tre condoni degli anni 1985-1994-2300. Sono state esaminate e definite le 1240 domande arretrate. Duecento sono state giudicate non accoglibili, in parte perché non integrate da documenti richiesti dall’ufficio competente.>


Giovanni Ferrari


Pier Paolo Cervone

L’ASSESSORE FERRARI

SPIEGA IL “MIRACOLO”

Sempre sul Secolo XIX, la dichiarazione di Giovanni Ferrari, assessore all’Urbanistica: <Siamo riusciti ad azzerare  le innumerevoli pratiche di condono che negli anni erano rimaste arretrate sebbene le passate amministrazioni (soprattutto di centro sinistra, aggiungiamo noi, con i  sindaci Pier Paolo Cervone, Piero Cassullo n.d.r.) avessero dato incarichi  anche a esterni per recuperare una situazione che aveva fatto rientrare il nostro Comune tra quelli con più arretrato nell’esame dei condoni. Per questo motivo abbiamo incaricato due tecnici dellUrbanistica che si sono occupati esclusivamente dell’esame delle pratiche>.

Si tratta di Pierluigi Cum, geometra e capo settore e del rag. Luigi Nari. Rimarca Il Secolo XIX: <Sono riusciti a venire a capo di una matassa rimasta bloccata per anni e che aveva sollevato tante polemiche di tanti cittadini che attendevano il responso dell’ufficio>.

Il diniego più eclatante è stato al proprietario dell’ex hotel Lido (famiglia Catto, che sono proprietari anche dell’ex hotel Royal di Pietra Ligure)  che per “sanare” la trasformazione dell’edificio aveva già pagato al Comune 200 mila euro. Di fronte al diniego ha fatto ricorso al Tar e se avrà torto il Comune dovrà restituirgli la somma, come ha fatto e sta facendo per altri condoni respinti. Piccole cose, comunque, con somme che variano dai mille ai 5 mila euro. Dalle casse comunali potrebbero uscire altri 100-150 mila euro verso i cittadini dopo la bocciatura della sanatoria.

Dall’operato della giunta Richeri emergono altri aspetti interessanti che chiarisce a “Trucioli Savonesi” l’avvocato Giovanni Ferrari (è stato a lungo corrispondente de Il Secolo XIX, proprio dalla zona di Finale): <Il Comune impone la rimozione edilizia di quanto abusivamente eseguito ed il ripristino dei luoghi entro 90 giorni dal provvedimento. C’è possibilità di fare ricorso al Tar che può confermare o sospendere l’ordine di demolizione>.

 


L'ex Senatore Sergio Cappelli

INIZIATE LE PRIME

DEMOLIZIONI PER ABUSI

Ed ecco un altro aspetto significativo. Ancora Ferrari: <Trascorsi i 90 giorni l’ufficio competente fa un sopralluogo per accertare se sia stato o meno rispettato l’obbligo della demolizione. Se non si è provveduto, la legge consente al Comune di acquisire al bene pubblico una superficie fino a 10 volte l’abuso commesso.

Tra l’altro al cittadino viene notificata anche una mappa catastale aggiornata ed abbiamo utilizzato i rilievi che la Regione Liguria aveva fatto eseguire fotografando dall’alto il territorio. In pratica non può sfuggire nulla, se realmente si vuole il ripristino della legalità e dell’equità tra i cittadini, a cominciare da chi ha costruito rispettando la legge>. 

Lei è avvocato, pubblico amministratore ed anche un politico (non tesserato, ma di fede socialista), perché è così difficile, tortuoso, il settore edilizio? Ferrari: <Tutti conosciamo gli ingenti interessi che ruotano attorno all’edilizia. Non so come si siano comportanti negli altri comuni, gli altri colleghi, sindaci o assessori.Posso parlare solo della mia esperienza. Quattro anni fa, ci siamo trovati col nuovo governo cittadino di fronte a condoni fermi anche da 20 anni. Si è deciso di distaccare alle pratiche di condono due dipendenti con l’obiettivo di chiudere l’arretrato. Il geometra Cum ed il ragioniere Nari hanno lavorato bene, con dedizione e capacità. Tutti i condoni concedibili sono stati concessi, altri negati o perché presentati fuori termine, oppure in zona non ammessa alla sanatoria perché sottoposta a vincolo. Prima del 1967, ad esempio. E c’è stata di grande utilità la documentazione fotografia della Regione Liguria>.

 

Franco orsi 

STOP ALLE SECONDE CASE

AL PIANO TERRA DI IMMOBILI

Sarà un caso, ma sempre Finale Ligure, con l’amministrazione Richeri, si era distinta, quando il 7 marzo 2007 dalle colonne del Secolo XIX era arrivato questo bellissimo annuncio: <Regolamento a Finale. Al piano terra niente seconde case, ma nuovi negozi. L’amministrazione bandisce anche sale da gioco, agenzie immobiliari, uffici, banche, attività artigianali, come le officine meccaniche…

E’ stato inserito nel nuovo regolamento edilizio a tutela dei centri storici>. Nell’articolo si facevano alcuni esempi da Varigotti,  a Marina, a Finalborgo.

Le Asl negano ai medici telefonate dall’ospedale per “risparmiare” e siamo nel delicato campo della salute, dell’equilibrio tra sprechi ed esigenze obiettive. I Comuni aumentano Irpef, imposte locali varie e costi dei servizi sociali.

Pochi dicono che i bilanci comunali dovrebbero darsi delle priorità. Dare cioè la precedenza ai condoni, agli oneri di urbanizzazione, all’evasione Ici nell’ambito delle migliaia di ristrutturazioni. Basti pensare al recupero dei sottotetti, alle trasformazioni in alloggi di locali prima adibiti ad altro uso, ai frazionamenti di alloggi di grande metratura o di ville, case un tempo unifamigliari.

Troppi tacciano su “sprechi” e prebende varie nei nostri enti pubblici. Sono sempre gli altri che sprecano.

Ci sarà un sindaco, un assessore anche nel savonese che darà il buon esempio, rendendo di dominio pubblico quanto ha speso per telefonate negli ultimi anni. Quanto ha risparmiato?

Oppure succederà che non c’è interesse a rendere noti dati aggiornati come accade per numero di vani realizzati negli ultimi anni e sul patrimonio complessivo edilizio. Sull’ammontare complessivo degli oneri di urbanizzazione e come sono stati spesi i relativi introiti, quanto resta da incassare e qual è l’arretrato.

Dalla Provincia di Savona (a proposito, molti pensano che hanno pienamente ragione quanti sostengono l’abolizione delle Province e dopo il proclama di Berlusconi in tivu, “con l’istituzione delle Regioni, le Province avrebbero dovuto essere tutte abolite”, si adeguino i suoi rappresentanti a livello locale) di ufficiale conosciamo soltanto i dati resi noti il 2 ottobre 2006.


Giulia Maria Crespi

RESTA IGNOTO IL NUMERO

DI ABUSI IN PROVINCIA DI SAVONA

Con un comunicato stampa in cui si diceva: <Quasi mille abusi edilizi all’anno denunciati nel savonese>. Ed ancora: <Le istanze a seguito dell’ultimo condono del 2003, presentate nell’intera provincia di Savona, risultano 7.887. Mentre sono stati scoperti 214 pratiche di condono non veritiere>.

Dal sito internet della Regione Liguria si apprende inoltre che <fino al 2007 alla Soprintendenza dei beni architettonici e ambientali sono stati trasmesse 2403 istanze di condono per abusi edilizi>.

Difficile credere che l’imminente campagna elettorale porti alla ribalta le prime due grandi emergenze (perdita di posti di lavoro negli alberghi che chiudono per essere trasformati in seconde case e dissesto ambientale-qualità della vita da cementizzazione) che sta vivendo la provincia di Savona da troppi anni. Con le lobby affaristiche e partitiche che fanno il possibile per evitare l’interesse mediatico, che si approfondisca il tema.

 Diceva la presidente nazionale del Fai, Giulia Maria Crespi, il 22 agosto dello scorso anno: <Sono le speculazioni immobiliari  che stanno rovinando la Liguria, troppa gente che vuol guadagnare a tutti i costi. Ma stanno sbagliando i conti. Perché, ad esempio, continuare a costruire porticcioli, facendo credere alla gente che ciò significa rilancio turistico, è una ignobile menzogna, perché anche in quelle città liguri dotate di porticcioli, a metà luglio c’era metà del turismo…>.

La smentiscano!

Già la speculazione, ma anche l’abusivismo imperante, impunito o che spesso può contare sui ricorsi al Tar, sulle lungaggini, sui condoni (pratica che in Europa conosce soltanto l’Italia). Anche questo tra i meriti, le medaglie di una classe politica che rispecchia, come ribadisce il tanto vituperato Romano Prodi, gran parte della civiltà e della cultura del Paese, dei suoi abitanti.


Carlo Federico Grosso

Sentite cosa scriveva su un’editoriale della Stampa, il 21 agosto 2007, l’avvocato Carlo Federico Grosso (autorità giudica e morale): <Di fronte al disastro di Amalfi, crollo a mare di una terrazza abusiva e morti…il ministro dell’Ambiente ha prospettato per i futuri abusi edilizi un processo penale per direttissima e demolizione immediate delle costruzioni abusive….

…. Se il ministro, o il governo ci garantissero l’effettività di queste regole, tanto di cappello, sarei il primo ad applaudire…Ma se si guarda intorno, e si considera il panorama desolato della giustizia italiana, con i suoi ritardi cronici e le sue tristezze, c’è più di una ragione per dubitare…Se poi osserviamo il problema della tutela del paesaggio e dell’ambiente, ci rendiamo conto di essere di fronte ad un’emergenza vitale....Non è soltanto un problema di abusivismo, perché anche nel rispetto delle regole, se esse non sono adeguate e non rispondono agli interessi collettivi, ma di una parte, si possono realizzare degli scempi. Il paese proseguiva il prof. Grosso – è infatti zeppo di brutture legali realizzate a causa dell’ignoranza o della connivenza degli amministratori locali interessati più all’utile immediato piuttosto che  alla salvaguardia delle ricchezze naturali…>

Si parla tanto di nuova occupazione, difesa dei posti di lavoro, rilancio dell’economia. Difficile credere che ci siano cosi tanti sprovveduti nel dimenticare che la chiusura di 700 esercizi alberghieri e campeggi (dati ufficiali tra il 1966 ed il 2007 in provincia di Savona, fonte Guida turistica) ha significato perdere 5-6 mila posti di lavoro, titolari compresi. Altro che Acna, Ferrania, Fiat, Italsider, cantieri navali e…

E l’industria delle “seconde case” che tiene ancora banco in buona parte delle amministrazioni comunali, non solo ha contribuito in modo diretto ad uccidere il tessuto e l’economia alberghiera, ma ha causato gradualmente il collasso della qualità della vita nella città. Con un superaffollamento che si riduce sempre più a certi fine settimana e periodi sempre più ristretti di vacanze al mare.

Non solo, scoraggia gli investimenti nel settore alberghiero di privati, ma anche di gruppi finanziari. I pochi annunciati, sono lo specchietto delle allodole perché, senza un adeguato tessuto e senza tutela ambientale, senza infrastrutture, non ci sarà mai un volano turistico degno di questo nome.

E tutte le iniziative sbandierate, i buoni propositi (a parole) servono solo, per bene che vada, a spacciare illusioni. Perché dovrebbero prima di tutto spiegare come recuperare quei sei mila posti di lavoro andati perduti.

 


Varazze

DA VARAZZE PROTESTA

DI UN ALBERGATORE

E perché, come scrive Enrico Valle, battagliero albergatore di Varazze, in una lettera pubblicata su La Stampa, il 13 marzo, è assurdo imporre il vincolo perpetuo ai proprietari di alberghi quando oggi l’occupazione delle camere si aggira tra il 38-40 per cento.

Aggiungiamo noi, contro una media nazionale del 65, una media ottimale del 70-75 (ritenuta redditizia) ed una media dell’Alto Adige di 80-90 per cento (ma qui si è privilegiato, tra le priorità assolute, la politica ambientale, la tutela ed il rilancio dell’alta montagna, valorizzando le baite, i pastori). In provincia di Bolzano gli alberghi si possono anche vendere, chiudere, ma solo per trasformarli in case destinate a residenti, di fatto tagliando le ali alle speculazione immobiliare.

Ai professionisti della disinformazione turistica-alberghiera che si annidano anche nelle associazioni di categoria, non da oggi, forse meritava una risposta l’articolo-commento scritto da Stefano Pezzini, su La Stampa del 8 marzo scorso, dal titolo: <Turismo e brutte figure>. Ha citato dati e circostanze. Silenzio, anzi ci aspettiamo che tra qualche giorno sbuchi una nuova operazione immobiliare che preveda un albergo di gran lusso. Ormai gli annunci-spot sono di moda. Risollevano il morale.

Dimenticando, invece, che l’unico cinque stelle della provincia che aveva aperto a Varigotti, con squilli di tromba, titoli a tutta pagina e che appartiene al più facoltoso imprenditore edile operante in provincia di Savona (gruppo Nucera) ha subito chiuso in autunno per riaprire solo a Pasqua ed il personale è stato tutto “dimissionato”. Che un altro albergo a 4 stelle “Acqua Novella” (di proprietà della diocesi di Alessandria), a Spotorno, dopo ogni sforzo ha finito per chiudere nella stagione invernale. E che il Royal di Spotorno, nonostante i buoni propositi legati al nuovo centro benessere, ha finito per chiudere i battenti dall’autunno alla primavera. E si potrebbe continuare. Un elenco impressionante, mai divulgato, che dovrebbe almeno far arrossire chi questi dati di fatto li ignora sistematicamente.

Concludiamo con un’altra emergenza a cui hanno messo la sordina. Il boom edilizio sta devastando il territorio, ma le conseguenze derivanti da sempre possibili alluvioni, frane, disastri naturali, favoriti dall’opera distruttiva dell’uomo, finiranno per pagarli tutti i cittadini. Carnefici dell’ambiente e vittime. Senza distinzione, uniti in un unico destino.

Ecco sarebbe utile che il “candidato forte di Forza Italia”, Franco Orsi, con un posto sicuro in Senato, - secondo il coordinatore provinciale del partito, Angelo Vaccarezza <può raccogliere l’eredità elettorale di Giancarlo Ruffino e Sergio Cappelli> - chiarisse agli elettori cosa ne pensa di questo quadro complessivo della realtà savonese. Lui che ha avuto ruoli di responsabilità in Regione. Lui che è considerato un “potente”, uno che conta nella classe politica ligure. Non dia però una risposta da politico, ma da manager o imprenditore alberghiero. Non si “sdoppi” alla Berlusconi. Parli di dati oggettivi. Per risalire la china (dai posti di lavoro alla qualità della vita, alla lotta agli sprechi negli enti pubblici e nella politica) senza farsi scudo del politichese.

Luciano Corrado