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Crescent: qualcuno ha barato
(e molti tengono gli occhi chiusi).

di Paolo Bossi

Ho ridato un’occhiata agli schizzi (che furono entusiasticamente approvati da Comune e giornali) del famigerato ecomostro Bofill-crescent... (leggi il mio articolo del 2006) ...Il crescent (negli schizzi), è – grosso modo – lungo da occupare la proiezione del lato corto della Darsena. L’impatto visivo sembra limitato. Ora può constatare “de visu” le dimensioni orizzontali: ben oltre la larghezza della Darsena! Sarà stato un caso, o i disegni erano volutamente ed artatamente “minimizzanti”?
A fine aprile 2006, fui cortesemente ricevuto dall’allora assessore all’urbanistica di Savona (avv. Aglietto). Mostrandomi i progetti del Crescent, mi spiegò che il posizionamento dell’edificio sarebbe (a seguito di prescrizioni della Soprintendenza) stato sufficientemente arretrato (rispetto alle “terrazzette”), per consentire la visuale del Priamar dalla Piazzetta d’Alaggio, e collocato a sinistra (guardando dalla Darsena), per salvare la vista del Priamar dall’Aurelia, a beneficio di chi entri a Savona da levante.

Come poc’anzi ho scritto, in effetti, i disegni presentavano l’edificio nell’insieme lungo come il lato terminale della darsena, posizionato simmetricamente al medesimo.

 Non credo che l’assessore Aglietto abbia raccontato il falso. Quindi, deduco che la Soprintendenza impose quelle visuali ed il Comune dovette adeguarsi.
Qualche giorno addietro, ho fatto una passeggiata sul Priamar, armato di macchina fotografica.  Le fotografie sono state scattate dalla Cortina dell’Angelo, area quindi centrale rispetto al lato prospiciente la zona interessata. Dalle medesime foto si può comodamente rilevare che, con l’innalzamento della costruzione (nelle foto ancora al secondo degli otto piani previsti), la visuale da Piazzetta d’Alaggio (e di parte consistente della darsena) al Priamar sarà totalmente oscurata dal nuovo ecomostro.

A questo punto, resta francamente incomprensibile l’atteggiamento di chi, a vari livelli e compiti, dovrebbe controllare ed intervenire.

Il Comune (ed in particolare il Sindaco) non dovrebbero garantire il rispetto delle proprie prescrizioni urbanistiche)?La Sovrintendenza non si sente dolosamente ingannata? Il suo compito è quello di imporre limiti e di assistere passivamente al voluto mancato rispetto dei medesimi?

 La Procura della Repubblica non intravede alcuna violazione di legge? Ingannare i cittadini e gli enti di indirizzo è lecito?

Saremmo lieti se Sindaco, Sovrintendente e Procuratore della Repubblica avessero la sensibilità d’intervenire per evitare danni irreparabili, od almeno la cortesia di chiarire l’accaduto.

            Paolo Bossi