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Cronaca di una disfatta/Decenni di ottimismo di facciata

BORSA DEL TURISMO:

“ARRESTATE” I PAROLAI

Spesi miliardi in una promozione che raccontata attraverso gli archivi giornalistici si è rivelata un fallimento. Scoprirete promesse (disattese), previsioni (fallite), dichiarazioni dei soliti personaggi o quelli di turno, dalla Camera di Commercio, alle associazioni di categoria. E poi giornalisti smemorati che si contraddicono da un anno all’altro. Le immancabili passerelle dei volti noti, dei “maghi” del rilancio turistico, sempre in cantiere. Con quali risultati per il turismo del ponente ligure? E quest’anno si scopre che…..

di Luciano Corrado

 


Milano, 22 febbraio 1989. Pierino Traverso, maestro d'ascia e costruttore
dell'Off-shore Mamberto-white (ala bianca), dà gli ultimi ritocchi
alla imbarcazione ormai ultimata e che sarà presentata alla Bit.
Madrina d'eccezione, Miss Italia, Nadia Bengala.

MILANO – La fonte è autorevole e parte in causa. Il Sole-24 Ore di giovedì, 21 febbraio, pubblica un servizio, a pagina 27, sulla “Bit” di Milano che rappresenta la fotografia aggiornata di un dramma senza fine. Basta il titolo: <Troppe fiere, pochi stranieri>.

L’esordio del servizio, firmato da Vincenzo Chierchia: <Si infiamma la sfida del turismo tra le società fieristiche ma, al tempo stesso, tra gli operatori aumentano le perplessità.

“C’è una crescita esponenziale delle manifestazioni – dice Mally Mamberto, presidente del consorzio Incoming Italia – Ormai ce n’è almeno una a settimana in Italia e dall’estero i nostri partner ci manifestano segnali di disorientamento”.

Oggi si inaugura la Bit a Milano; dal 13 al 15 marzo  Roma ospita Globe, sempre dedicata al turismo, forte di 30 mila  metri quadrati e 6 mila espositori accreditati. In aprile sarà la volta  della Bmt di Napoli>.

Sempre dal Sole-24 Ore: <Per il turismo balneare si contano almeno una decina di rassegne in varie parti d’Italia. “Indubbiamente c’è un proliferare eccessivo di manifestazioni, meglio sarebbe concentrare su pochi eventi di eccellenza – commentano all’Enit.” E’ in atto una guerra dei prezzi che porta una quota di privati verso le nuove manifestazioni, mentre Regioni ed enti locali spendono più di una cinquantina di milioni l’anno per partecipare alle varie fiere. …I costi sono alti e qualche operatore privato  ha già rivisto non da oggi i propri piani…Quest’anno alla Bit non ci sarà Costa Crociere, ad esempio. Mancheranno anche Valtur, Club Med e Veratour…La Bit di Milano – commenta Francesca Golfetto, docente dell’Università Bocconi  e coordinatrice del Chermes -  resta un po’ distante dai principali modelli europei che sono l’Itb di Berlino e la Fitur di Madrid…Il problema vero è che la manifestazione milanese deve specializzarsi e puntare su un modello efficiente>.

Ci voleva il giornale della Confindustria per “smascherare” ciò che per almeno 20 anni ho scritto e ripetuto dalle colonne del Secolo XIX, a proposito di promozione all’estero e Bit? Politica del territorio e della speculazione immobiliare che uccide e disincentiva l’impresa turistica?

Distruzione del territorio e cementizzazione selvaggia non possono convivere ed i risultati si sono subito visti. C’è la responsabilità, la miopia, di una certa politica e dei suoi massimi esponenti. Delle stesse associazioni di categoria, a loro volta vittime di un drappello di rappresentanti. L’ingordigia e la corsa all’arricchimento sfrenato di pochi, ma ben protetti (da clan) immobiliaristi.

Ci voleva Il Sole-24 Ore per smentire che gli investimenti promozionali in Liguria e nelle Riviere perdono sempre di vista il quesito finale: <I risultati, concreti. I bilanci aziendali>. Come insegna la coerenza dell’imprenditore Silvio Berlusconi. Non del politico Berlusconi.

E si perde di vista anche un altro interrogativo: <Per quale ragione i grandi investitori nazionali ed internazionali, catene alberghiere comprese, non investono in strutture alberghiere del savonese e dell’imperiese? A scapito dell’occupazione, dei giovani, degli istituti scolastici professionali, della famiglie. Per quale ragione i grandi touroperators  mondiali hanno ridotto quasi al minimo il loro interesse soprattutto per il ponente ligure?

Perché c’è stata una rincorsa a chiudere grandi e piccoli alberghi, anche in riva al mare, mentre senza andare lontano c’è una rincorsa in Alto Adige ad aprire strutture alberghiere? E nelle città d’arte fanno a gara per costruire nuovi hotel (nella stessa Genova si è perfino verificato un boom in eccesso),oppure comprare prestigiose strutture? Colpa della globabilizzazione e del turismo mordi e fuggi?>

Eppure a leggere i resoconti della rassegna stampa (Secolo XIX , Stampa, Il Lavoro-Repubblica, Rai regionale e tivu varie), da quelle cronache, dalle interviste, dalle “sfilate” di parolai alla Bit di Milano, sembra che ogni anno <sia giunto il momento del rilancio, della ripresa, del vento in poppa, della fiducia, degli stranieri che ora scappano, ora ritornano, del bisogna rimboccarsi le mani, del siamo ottimisti, dell’abbiamo intrapreso la strada giusta>.

Per essere, purtroppo, smentiti l’anno seguente. E dimenticarlo.

Ora la denuncia dalle colonne di un giornale tra i più documentati – per le sue analisi – del panorama editoriale italiano.

C’è da scommettere che Regione Liguria, Province, Comuni, Camera di Commercio, esperti di turismo (c’è ormai l’affollamento), continueranno per la loro strada. Si continuerà a sperperare denaro pubblico, ma anche degli associati; a privilegiare la “politica degli annunci”, a dare risalto ai “ragli dei somari”. A non dar voce ai pochi imprenditori turistici che restano una bandiera e fanno onore, pur senza “passerelle pubbliche”.

Per fortuna teniamoci caro almeno un giornale che, quando è il caso, non ha paura di “dire e documentare le cose come stanno”. Anche se, forse, è davvero troppo tardi.

E poi c’è sempre un Beppe Grillo che riesce a farsi pubblicare il 14 febbraio, giorno di San Valentino, a tutta pagina, sul giornale della “cultura” tedesca, DIE ZEIT, un “feuilleton” con le ultime notizie da un’Italia sull’orlo della disfatta. Con nomi, cognomi, fatti, disgrazie. Che chiede aiuto e soccorso urgente ai tedeschi. Con molti canali tivu teutonici, solitamente avari nella “promozione Italia”, che danno risalto al tema, all’appello. Loro ne parlano, ne discutono; da noi quasi tutti hanno ignorato. Per far dispetto a Beppe Grillo, guerriero dell’antipolitica incapace, inconcludente, mediocre, parassita, corrotta?

E che sempre secondo il giornale della Confindustria (17 febbraio 2008), a firma di Luigi Zingales <affida incarichi pubblici non in base al merito e alle capacità, ma alle relazioni di salotto, di sangue, o di partito politico. E’ quindi naturale che i giovani, invece di studiare ed innovare, spendano le loro energie a cercare di entrare  nei circoli del potere che conta. Un sistema che favorisce i peggiori a scapito dei migliori, condannando economia e società ad un lento, ma inesorabile declino e per contrastarlo ci vorrebbero segnali davvero forti>.  

Luciano Corrado