Spesa a
Savona
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LUCIANO MORALDO
SAVONA LA STAMPA
È veramente un labirinto di prezzi quello che attende il
consumatore savonese alle prese con il carrello della spesa.
L’ufficio Statistica del Comune di Savona ha fotografato la
situazione dei prezzi di un «paniere» di prodotti alimentari e
non alimentari rilevati nei punti vendita di grandi, medie e
piccole dimensioni nelle diverse zone della città.
In un quadro di sostanziale stabilità rispetto alla fine dello
scorso anno, nell’ultimo mese si è registrata una sensibile
diminuzione di alcuni generi alimentari. È il caso dei prodotti
ortofrutticoli, i più penalizzati dallo sciopero dei Tir del
dicembre scorso: rientrata l’emergenza, i prezzi sono tornati ai
livelli abituali. L’insalata, ad esempio, è diminuita di 30
centesimi al chilo (-15% circa) nei banchi della grande
distribuzione, di 60 centesimi nei supermercati del centro e nei
negozi della periferia nord e addirittura di un euro e mezzo (il
43% in meno) nei supermercati del quartiere di Santa Rita.
Costano meno anche i pomodori, fino a un euro e mezzo in meno
nei supermercati di Lavagnola.
Per alcuni prodotti del «panierino» comunale (latte, acqua
minerale, zucchero, patate, carne tritata, pasta, caffè, mele e
banane), le differenze di prezzo tra grande distribuzione, media
e piccoli negozi sono abbastanza contenute. Gli scostamenti si
fanno invece più marcati per altri generi: il pane comune, ad
esempio, è più conveniente in assoluto nei supermercati di
Lavagnola (1,96 euro al chilo) ed è più caro nei negozi della
periferia ovest (3,4 euro), mentre costa all’incirca lo stesso
(tre euro al chilo, poco più, poco meno) negli ipermercati, nei
supermercati di Santa Rita e anche nei negozi del centro e della
periferia nord.
Ma è il parmigiano reggiano il prodotto alimentare
caratterizzato dalle maggiori escursioni di prezzo: per un chilo
stagionato 18 mesi si possono pagare dai 13,98 euro (negozio
della periferia nord) fino a 20 euro (negozi del centro e della
periferia ovest), mentre negli ipermercati è stato rilevato che
il prezzo è di 16,85 e che nei supermercati ci si muove intorno
ai 17.
La grande distribuzione è risultata in assoluto vincente per i
prezzi della passata di pomodoro, pasta, zucchero e lattuga, ma
su altri generi la competizione è più accanita e l’esito, molto
spesso, non è così scontato: su una bottiglia da un litro e
mezzo di «Estathè», ad esempio, all’ipermercato si può
risparmiare anche il trenta per cento rispetto a un negozio del
centro (1,55 euro contro 2,05), ma il prezzo più basso (1,51
euro) è stato comunque rilevato nei supermercati di Santa Rita.
Per l’olio di oliva «Sasso», in centro, è stato rilevato un
prezzo di 4,85 euro al litro, 5,2 negli ipermercati e 6,45 nei
negozi della periferia nord.
Ai consumatori sarebbe utile una bella ricerca di mercato anche
per districarsi tra i prodotti per i più piccini: sui pannolini
«Pampers» c’è molta differenza da negozio a negozio. In centro
si possono spendere anche 11 euro la confezione, mentre in
periferia (nord) si scende fino a 6,1 euro e nelle altre zone il
prezzo si attesta intorno ai 9.
I dati non sorprendono più di tanto il presidente provinciale
della Confesercenti Franco Zino: «Le rilevazioni indicano come i
piccoli negozi siano spinti ad “autocalmierarsi” per resistere
alla concorrenza della grande distribuzione, dove senz’altro è
più comodo andare a comprare, ma dove non è detto che si compri
meglio».
Per il presidente della Confesercenti provinciale Vincenzo
Bertino «L’analisi dimostra come, in un momento di congiuntura
sfavorevole, i consumatori siano sempre più attenti nel fare gli
acquisti e anche che nei piccoli negozi si possano trovare
ottime occasioni, e non solo per i generi alimentari».
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