IL SECOLOXIX |
È UNA CITTÀ che invecchia (l'età media sfiora i 48 anni),
Savona. Una città nella quale il carico della popolazione
non attiva su quella che lavora è sempre più pesante (65 su
100) ed assume connotati addirittura drammatici se si
prendono in considerazione le sole donne (72 su 100). Anche
il tasso di crescita - dato dal differenziale tra natalità e
mortalità - porta un segno fortemente negativo (meno 7).
L'unico dato positivo, è la tenuta della popolazione dopo il
minimo storico toccato nel 2001 (59 mila abitanti). Il dato
assestato assoluto è di 61.735, sostanzialmente costante dal
2002, grazie soprattutto alla regolarizzazione degli
immigrati. Sono questi alcuni dei dati più interessanti
contenuti nell'Annuario statitisco appena elaborato dal
Comune, con i dati relativi al 2006: una istantanea della
città, da prendere con le molle, ma in grado di fornire
alcuni spaccati su luci e ombre di una città in profonda
trasformazione. I freddi numeri possono dare spunto per
capire quale direzione prendere, dove orientare investimenti
e spesa, dove intervenire per avere servizi sociali migliori
e rispondenti alle effettive necessità, quale sviluppo
immaginare.
indice di dipendenza. È sicuramente la voce più preoccupante
e carica di incognite per il futuro. Dice che 64,7 savonesi
su 100 sono a carico della colettività.. Ovvero, che su 100
savonesi, solo 35 sono attivi sul fronte del lavoro. Ma il
dato è ancora più preoccupante se si scorporano uomini e
donne. Se, tra i primi, il rapporto è quasi di uno a uno
(56,6 non attivi su 100), tra le donne non sono attive 72,4
su 100.
indice di vecchiaia. Il dato precedente indica non solo una
bassissima propensione al lavoro femminile (accompagnato
probabilmente da un altrettanto basso grado di istruzione),
ma non può essere totalmente compreso se non è accompagnato
dall'indice di vecchiaia: 266,4%. Significa che ogni 100
giovani (0-14 anni) ci sono 266,4 ultrasessantacinquenni. Il
solco si approfondisce ancora una volta se si scorporano
uomini e donne: tra i primi la percentuale è del 206%, tra
le donne sale al 330%. Appena cento ragazze ogni 330
anziane. Come dire, una niptinaogni tre nonne: il mondo che
va alla rovescia. Sono numeri che, almeno in parte,
contribuiscono a spiegare l'atteggiamento di ripiegamento
sul passato e la difficoltà ad affrontare la trasformazione
- difficile ma necessaria - che Savona mette in mostra nella
fase storica che sta attraversando. Per una città capace di
progettare il futuro, urge, dunque, una politica capace di
attrarre giovani in città o - quantomeno - trattenere quelli
che ci sono.
tasso di crescita. Il profilo di città"anziana", almeno in
parte ripiegata su se stessa, alla ricerca di una scossa, è
confermato anche dall'età media: 47,8 (45,4 per gli uomini,
47,8 per le donne). Il tasso di natalitàè del 7,19, quello
di mortalità del 14,25. Il tasso di crescita - dato dal
differenziale tra i due precedenti - è dunque negativo, pari
al 14,25.
Residenti e stranieri. La ripresa del numero dei residenti è
dovuta in gran parte al benefico apporto di cittadini
stranieri. Passati dai 430 del 1993 ai 3.451 del 2006 (un
incremento del 303% in 13 anni).La stragrande maggioranza
(1.675) sono albanesi, seguiti a grande distanza da Ecuador
(362), Cina (184), Romania (147), Marocco (131).
costo dei servizi. Nell'ottica di una città capace di
attrarre giovani e famiglie, può essere interessante
guardare il costo medio per abitante dei servizi comunali
principali (sempre, sia chiaro, "fotografati" al 2006): 28,
43 euro per viabilità e illuminazione pubblica, 18,48 per
fognatura e depurazione, 27,26 per l'ufficio tecnico, 18,69
per l'anagrafe. Poi le scuole: 2,23 per la materna, 1,25 per
le elementari, 3,3 per il trasporto scolastico, 2,48 per le
medie. E 70 euro per gli asili nido: la voce più onerosa, ma
anche quella su cui è più importante investire.
An. Gran.
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