QUATTRO ANNI fa le elezioni in banchina erano finite a
tarallucci e vino: lista unica, quattro a me (Cgil) uno
ciascuno a voi (Cisl e Uil), sorrisi, strette di mano e
giochi fatti per la scelta dei sei rappresentanti dei
lavoratori nel Comitato Portuale di Savona. Oggi - seggi
aperti dalle 8 alle 20 alla Sala Chiamata della Compagnia,
in piazza Rebagliati, e al reefer Terminal di Vado - poco ci
manca che qualcuno invochi la presenza degli osservatori
dell'Onu. La campagna elettorale è stata "vera", a colpi di
manifesti e foto dei candidati nei punti strategici, lettere
a casa degli elettori, propaganda porta a porta. Sono
mancati solo i comizi, ma questo è il segno più visibile che
dentro i varchi portuali le ideologie si sono dissolte e che
il voto di "appartenenza" (anche sindacale) non esiste più.
Tanto che - ed è stato questo il "casus belli"? l'ex
segretario dei portuali Cgil, Franco Paparusso, può
tranquillamente presentarsi candidato nella lista della Uil
con la fondata speranza che i suoi vecchi elettori
continuino a votarlo anche sotto altre bandiere. Ma la
trasmigrazione ha provocato uno sconquasso che è stato
impossibile ricucire, mandando a vuoto tutti i tentativi di
riproporre una lista unica. Ognuno per sé, quindi, con la
concreta possibilità che qualcuno esca dalle urne con le
ossa rotte.
Perché Paparusso è un autentico "acchiappavoti" e potrebbe
ridurre drasticamente i consensi alle altre liste. Nel
gennaio 2003, nelle votazioni indette per sostituire in
Comitato Portuale Anna Giacobbe, divenuta segretaria
generale della Cgil ligure, Paparusso ottenne ben 189
preferenze su un totale di 316 votanti, raccogliendone 90
(su 128 votanti) nella sua roccaforte, il Reefer Terminal di
Vado. Nel dicembre 2004, alle elezioni successive, non c'era
stata competizione, proprio per l'accordo che aveva portato
alla presentazione di una lista unica, per cui l'unico
recente riferimento numerico è rappresentato dalle elezioni
del settembre scorso per il rinnovo della Commissione
Consultiva portuale. In quell'occasione Paparusso, che non
era ancora entrato nella Uil, aveva invitato "i suoi" ad
astenersi e al Reefer la consegna era stata seguita dalla
metà dei dipendenti: gli altri avevano in maggioranza votato
per la Cisl (49), mentre la Cgil, con 23 voti, aveva toccato
un minimo storico.
«Io non faccio la guerra alla Cgil - dice l'ex segretario
dei portuali -, non mi sento in gara con nessuno, mi metto
in gioco con lo stesso spirito che avevo quando avevo la
tessera della Camera del Lavoro. Con la Compagnia Portuale
il sindacato ha avuto e continuerà ad avere un rapporto di
grande collaborazione e ritengo non solo giusto ma anche
doveroso che un suo rappresentante sia presente in
Comitato». Dichiarazione di stima "preventiva" verso il
console della Compagnia, Giancarlo Porretti, che guida la
lista della Cgil affiancato dalla segretaria del sindacato
trasporti, Barbara Delbuono.
Sergio Del Santo
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