Albenga. È partita la caccia ai terreni agricoli, e i più
richiesti sono quelli del levante albenganese (San Giorgio e
zona mare) che hanno raggiunto quotazioni record, vicine
agli ottanta euro al metro quadrato. Diversi agricoltori si
sono visti recapitare offerte sostanziose anche per piccoli
lotti di terreno, talvolta da parte di impresari edili, in
altri casi da intermediari. La cosa non ha mancato di
destare una certa preoccupazione tra chi teme l'ennesimo
assalto del mattone all'agricoltura.
«Ci sono aziende agricole che negli anni scorsi hanno
investito molto nelle serre - spiega Marco Bregoli,
consigliere comunale delegato all'agricoltura - e che oggi
con il caro gasolio faticano a far rendere questi impianti e
ad ammortizzare gli investimenti. È chiaro che questi
agricoltori sono un anello debole della catena e sono quindi
facilmente "attaccabili" da parte di chi è interessato ad
acquistare terreni».
Terreni che possono servire semplicemente per raggiungere il
lotto minimo di tremila metri quadrati per poter costruire
magari altrove, oppure interessano in vista di possibili
cambi di destinazione d'uso che consentano in futuro
edificazioni residenziali in loco.
«Ci batteremo con tutte le nostre forze contro
un'eventualità del genere - afferma Aldo Alberto, presidente
Cia - Neanche un metro di territorio agricolo deve essere
sottratto alla sua destinazione più naturale ed
economicamente più importante per la realtà albenganese. È
di questi giorni l'apertura di una nuova banca ad Albenga,
ma vorrei dire che senza l'agricoltura nella nostra città
non ci sarebbe un'economia in grado di reggere ventitrè
banche. Capisco che gli impresari edili facciano il loro
lavoro, che quindi cerchino di costruire più possibile, e
capisco che ci siano agricoltori in difficoltà, oppure
vicini alla pensione che desiderano vendere o abbiano
necessità di farlo. Tocca alle amministrazioni fissare
regole che tutelino i settori economici portanti, come
quello agricolo. Oggi ci sono anche aziende che cercano di
espandersi per darsi dimensioni più adeguate alle esigenze
del momento, quindi non manca certo la richiesta di terreni
agricoli. L'importante è che ci sia la garanzia che restino
tali. È quello che abbiamo chiesto ai tecnici incaricati del
puc e che andremo a ribadire nei prossimi incontri. Entro
fine mese faremo un'assemblea con tutti gli associati
proprio per parlare di questi temi, mi auguro che fin
dall'indomani noi e le altre associazioni di categoria
potremo ripresentare le nostre opinioni e le nostre
richieste ancora con maggiore forza proprio in virtù del
mandato di tutti gli agricoltori».
«Non sarò io a scrivere il puc, ma i tecnici - replica il
vicesindaco e assessore all'urbanistica Franco Vazio - ma
tra le linee programmatiche di questa amministrazione c'è la
difesa della fascia agricola tra viale 8 Marzo e Ceriale. Da
parte nostra c'è piena disponibilità al dialogo con le
categorie economiche e mi pare che dai primi contatti con
queste sia emersa chiaramente e unanimemente l'esigenza di
difendere le aree agricole. È anche per questo che non
abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di realizzare il
porto turistico a levante».
Luca Rebagliati
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