IL SECOLOXIX |
L'ACTS sta attraversando una complessa opera di
riorganizzazione e rilancio dopo la crisi che l'aveva
condotta ad un passo dal crac . Il piano industriale
presentato lo scorso dicembre dai nuovi vertici guidati da
Paolo Marson ha badato soprattuto a ridare obiettivi chiari
all'azienda: una "mission" basata sulla centralità del
trasporto pubblico da un lato e sul mantenimento della sua
gestione in mani pubbliche dall'altro. Un'operazionegiocata
sul filo di un'attenta opera di razionalizzazione, non solo
sotto l'aspetto finanziario, ma anche e soprattutto dal
punto di vista delle strategie di trasporto. Venerdì, l'Acts
ha iniziato con i sindacati la trattativa sul nuovo
contratto aziendale: in un certo senso, l'ultimo atto della
prima fase di riorganizzazione, che ha visto tra il resto il
taglio di quattro posizioni di vertice all'interno
dell'azienda. La trattativa è affidata al vicepresidente
della holding Luca Becce: «C'è preoccupazione tra gli
addetti su questa nuova stagione di confronto - è il
messaggio che lancia - ma in ballo non ci sono nè tagli
dell'organico, nè riduzioni retributive. È necessario invece
uno sforzo congiunto».
Come siete arrivati a questo appuntamento?
«Ci arriviamo dopo l'approvazione del piano industriale
2007/2010 e dopo aver condiviso con i sindacati tre accordi
fondamentali per porre le premesse dell'azione di
risanamento e rilancio: l'accordo del 21 maggio 2007, nel
quale si è ridefinita la missione di Acts holding e Acts
Linea, sancendo il passaggio di tutte le attività gestionali
da Acts spa a Acts Linea; l'accordo del 6 agosto 2007 nel
quale si è dato inizio all'opera di riorganizzazione sia
della Spa che di Linea; l'accordo del 24 gennaio 2008,
definito "patto per il lavoro" nel quale sono stati ribaditi
gli obiettivi generali dell'azione di risanamento e
rilancio, si è definita la modalità di confronto tra azienda
e sindacati per la realizzazione degli obiettivi immediati e
di quelli strategici, si è posta la "cornice tematica"
dentro la quale l'azione di contrattazione dovrà muoversi».
Avete detto, d'accordo con gli azionisti: occorre
mantenere il controllo pubblico dell'azienda. Missione
possibile?
«Sì. Ma per mantenere il controllo pubblico su Acts, è
necessario riorganizzare l'azienda con criteri manageriali e
di efficienza. Se si vuole usare un paradosso solo apparente
si potrebbe dire che la proprietà pubblica di Acts è
subordinata ad una riorganizzazione dell'azienda effettuata
con criteri classici dell'impresa privata: efficienza
gestionale, centralità della missione e del cliente, rigore
e responsabilità individuale ai diversi livelli
dell'azienda».
Dopo le tante perdite del passato, come possono, ora, i
savanesi sentirsi tranquilli?
«I cittadini devono sapere e vedere che i loro soldi sono
utilizzati per servizi efficienti. La visibilità e la
percezione dell'importanza del servizio Trasporto Pubblico
Locale è oggi cresciuta nella coscienza collettiva».
Come ha potuto Acts sopravvivere alle difficoltà?
«Soprattutto per l'impegno dei suoi addetti: l'azienda aveva
perduto la sua "anima", non aveva più chiarezza della
propria missione, non era in grado di effettuare il minimo
controllo dell'efficacia delle sue azioni e sulla
misurazione economica dei propri risultati.
Tocca alla nuova contrattazione aziendale.
«I sindacati confederali hanno sino a qui con grande senso
di responsabilità condiviso le premesse di un percorso che è
un investimento sul futuro dell'azienda, chiedendo
contropartite che sono state riconosciute sui costi sociali
e sulla condivisione del percorso di risanamento».
E ora?
«Adesso è necessario uno sforzo congiunto nel quale si
resista alla tentazione di cambiare il meno possibile, in
una logica solo difensiva. In ballo non ci sono né tagli
dell'organico, né riduzioni retributive. Dobbiamo invece
insieme rivedere tutti quegli aspetti dell'organizzazione
interna, dall'articolazione degli orari di lavoro alla
effettiva necessità di copertura dei servizi, che sono
essenziali per perseguire l'obiettivo fondamentale di Acts:
dare un servizio di trasporto pubblico efficace, rispondere
alle nuove e crescenti esigenze di mobilità alternative al
traffico privato che ci pongono le istituzioni e che
provengono dai cittadini».
Ha detto: niente sacrifici o tagli.
«Non si tratta qui di smantellare diritti o di imporre
sacrifici ai lavoratori che, lo sappiamo bene, non hanno la
responsabilità del dissesto cui Acts era giunta. Ogni
lavoratore dell'Acts è anche un cittadino, che paga le
tasse, che usa i servizi. Ecco, lo sforzo che dobbiamo
compiere insieme in questo confronto, azienda e sindacati, è
quello, nel momento che definiamo nuovi accordi, di non
dimenticare questa nostra doppia natura, di dipendente e di
cittadino che usa i prodotti del suo stesso lavoro».
È un richiamo all'orgoglio aziendale: basterà?
«Tra i dipendenti di Acts ha serpeggiato negli ultimi anni
lo sconforto di chi non si riconosceva più nella "sua"
azienda, di chi, a volte, se ne è vergognato per la campagna
negativa di cui Acts è stata oggetto, di chi pensava che il
proprio lavoro, trasportare le persone, non fosse più
centrale nell'azienda. Dobbiamo saper recuperare sino in
fondo l'orgoglio di essere dipendente di Acts».
Antonella Granero
10/02/2008
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