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MA DOVE STIAMO FINENDO?

di Sergio Giuliani

 

Non ci sarebbe nulla di strano in una crisi di governo, tra l’altro lungamente attesa; anzi, il miracolo è stato davvero quello di “durare” così a lungo con degli equilibrismi da circo. Per la seconda volta l’”asino” Prodi viene congedato da chi se ne è abbondantemente servito per affacciarsi al potere e “sistemare” il suo pacchetto azionario per il futuro prossimo e vorrei tanto che il diavolo che fa le pentole avesse smarrito l’arte di fare i coperchi.

Una “crisi” nasce, in un sistema democratico sano e non impazzito allorché una nuova formula, più adatta ad affrontare questioni che appaiono insolubili, si presenta per esser messa alla prova.

 Ne abbiamo viste tante, in sessant’anni e più di democrazia, da non restar turbati. Ci turba, invece, la nebulosità di quanto consegue alle dimissioni del governo in carica: nessuno degli “esperti” avanza formule credibili e i partiti si parlano e ci parlano per slogans e immagini figurate. Soltanto qualche malizioso o qualche dietrologo avanza formule e probabilità contorte e tutte appese al filo del capriccio.

Proviamo intanto a capire qualcosa non del futuro, ma del grave presente.

a)   Correttissima la scelta di Prodi di farsi sfiduciare dal Senato senza andarsene prima da sé: dovevano essere gli eletti del popolo sovrano (!!!) e non i corridoi e le tattiche a sfiduciare il governo. Perchè così pochi hanno recepito la linearità di tale prassi? Per ignoranza del dettato costituzionale, che pur si accingono fragorosamente a decantare, o perché esiste una volpe sotto la loro ascella ed il gioco di potere non va guastato con “fastidiose” regole. Figuriamoci poi se tali regole sono princìpi morali!

b)  Prassi democratica vorrebbe (lo fece Giolitti al tempo dello scandalo della Banca Romana!) che un ministro inquisito si dimettesse dall’incarico per il tempo dell’indagine e, se necessario, dell’intero iter processuale. Tanto più vero se capita al ministro Guardasigilli, a cui sono demandati i delicati rapporti tra esecutivo, legislativo e la libera magistratura. Invece i magistrati vengono definiti come incapaci di serenità, politicizzati e (e questo sorprende anche un osservatore molto esterno come me!) maledettamente tempisti nell’incidere bubboni o supposti tali per baccano mediatico. Se un ministro, dicevano i padri della patria democratica e laica,sia accusato di aver stuprato la Madonnina del duomo di Milano, si dimetta e soltanto in seguito dimostri che è di marmo! Pensiamo a Socrate che si dava da fare, come cittadino, per formare le leggi e se esse non riuscivano come aveva voluto lui,capiva di esser stato messo in minoranza e le obbediva,nel suo caso fino alla morte. Invece di una relazione sullo stato della giustizia (che opera applicando procedure impostele dal Parlamento, spesso illogiche e contraddittorie, con mezzi veramente antiquati e personale sottonumerario) che è un livido documento d’accusa ai magistrati (sia pure a “certi”, non a quelli che assolvono sempre il berlusca) e un elogio…di sua moglie!

Barbato aggredisce Cusumano (da Repubblica.it)

c) Nemmeno Mussolini era arrivato a tanto, in Parlamento: allo sputo! Vero è che Matteotti vi aveva firmato la sua condanna a morte e Gramsci era stato malmenato più volte, ed altri con lui. Ma erano fascisti ed i nostri padri li hanno cacciati!

Immagini in diretta di sputi ad un dissidente di partito, sempre quello del ministro dalla sciarpa colpiscono anche antichi informati come me e mi ricordano l’ammonimento di mia madre;

 ”Non c’è spregio maggiore dello sputare: sputarono a Cristo!” Ma chi sono i senatori, dunque? Volgari da piazze depravate? Ma non dovrebbero essere controllati e padroni di sé, come la meravigliosa Levi Montalcini alla quale toccano insulti che sono ragli d’asino (e chiedo scusa al paziente e simpatico animale.)? E quale contributo alla soluzione della “crisi” può dare uno sputatore o uno che grida, leggibilissima sulle sue labbra, la parola di Cambronne, che negano poi l’evidenza del filmato per molti versi schifoso? E’ questa l’immagine dell’Italia che si fa conoscere all’estero, per loro meno dannosa della intelligente e sofferta pazienza di Prodi o di Padoa Schioppa? Quei senatori sono gli stessi che criticano i giovani perché “antisociali” e ad essi non importa nulla, di fronte alla paura di perdere la cadrega, dell’impatto sui giovani, prossimi elettori, dello sputare.

  d)“La Stampa” di oggi, venerdì, riporta una foto che mi ha fatto sobbalzare e la stessa cosa sarà capitata agli “anziani” informati come me. Una camionetta uguale a quelle che s’aggiravano nei primi anni venti, con decorazione di camicie nere e gagliardetti mortiferi s’aggirava la notte scorsa per Roma a festeggiare. La stessa foto si ritrova (e non certo a caso!) sui libri di storia che si occupano della “resistibile ascesa” del fascismo con la scritta “Disperata” sui labari e i santi manganelli aste di bandiere. “Avanti “Disperata”/avanti alla riscossa/a morte il comunismo/e la bandiera rossa”. C’era Fini con loro, plaudente ed applaudito. Ma, furbo com’è (non si sa dove si potrebbe andare a parare fingendo “democrazia”) si è defilato ed ha lasciato l’accompagno al cucciolo di rottweiler Alemanno.

Non mancano i segni per capire dove si può andare a parare. Nessuno, proprio nessuno è incolpevole della caduta seconda di Prodi. Almeno siamo solidali con lo stile dell’uomo, riconosciamo quanto ha saputo e quanto non gli è stato concesso di fare per sfangare la situazione italiana e prendiamo coscienza una volta per tutte dei nostri doveri; non essere gente che abbaia per l’osso, furiosamente, ma cittadini consapevoli dei problemi sociali, economici e politici e che portano la loro tessera per costruire il complesso puzzle della democrazia.

      Sergio Giuliani