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LA MIA VITA SULLE NAVI/Tra gli imbarcati un Bonanno (mafiosi)

<NEGLI USA DOVEVAMO ESIBIRE

TESSERA E ORGANO GENITALE

PER TIMORE DELLA GONORREA>

  di Carlo Gambetta*

 


Carlo Gambetta, quando era sindaco di Noli (foto Gallo)

SAVONA - L’informazione giornalistica (televisiva e carta stampata) sulla  vicenda del mancato conflitto navale nello stretto di Hormuz, tra alcune navi della flotta militare americana e i motoscafi veloci della guardia costiera iraniana, mi riporta ad esperienze del mio passato di navigante su navi mercantili nei porti degli Stati Uniti.

Ciascun paese che si affaccia sul mare ha diritto di verificare ciò che accade anche al di fuori delle sue acque territoriali. Ecco quanto ho vissuto personalmente in porti Usa, negli anni cinquanta, allora allievo capitano sulla motonave Verbania.

Tra gli imbarcati c’era un giovanotto di coperta, di cognome Bonanno. Sì, un parente della “Grande famiglia” ritenuta mafiosa (e lo era) dalle autorità di quel paese.

Questa persona non aveva il permesso di scendere a terra, ma riceveva la visita di parenti che arrivavano sottobordo con le limousine, vestiti di tutto punto e un grosso sigaro in bocca.

Ma la cosa più umiliante per noi era quella di esibire all’ufficiale sanitario americano tutti, dico tutti, comandante compreso (lui in una stanza adiacente per rispetto), il proprio organo genitale per verificare se il soggetto era portatore di gonorrea. Pena, obbligo di rimanere a bordo in caso di malattia.

Una forma di difesa che la sanità americana applicava a tutti gli equipaggi stranieri. Ricordo di aver saputo che, anche a seguito di proteste diplomatiche, nulla era cambiato.

Eppure eravamo a conoscenza che ad un transatlantico battente bandiera americana, approdato in Francia, le autorità sanitarie francesi imposero ai passeggeri ed equipaggio lo stesso metodo preventivo (tessera e ispezione dei genitali).

A seguito di questa pratica del taglione, immediatamente gli equipaggi di navi francesi ebbero l’esenzione da quel tipo di trattamento nei porti americani. Ed in seguito, qualche anno dopo, questo sistema arrogante di gestire la tutela della salute fu definitivamente abbandonato.

Altro ricordo . Almeno fino al 1971 (anno in cui ho smesso di navigare) nei porti americani era vietato “fare la tubiera”. Cioè soffiare aria compressa nella ciminiera della nave per pulire la stessa dalla fuliggine, pena pesantissime sanzioni.

Da notare, per inciso, che questo tipo di operazione viene attivata una volta al giorno in navigazione e dura circa 5 minuti, provocando una nuvola densa nera, di fuliggine appunto. Allora senza filtri, oggi non so.

 Giusta la difesa ambientale, ma le ciminiere delle raffinerie americane dove si scaricava il prodotto petrolifero, a loro volta emettevano fumi.

Il protocollo di Kioto che allora non esisteva, di fatto, negli Usa era anticipato verso gli altri.

Ancora oggi come ben si sa, né Usa, né Cina, né India intendono aderirvi per non danneggiare l’economia nazionale. Ogni stagione ha la sua arroganza giustificata o meno. Anche l’impero romano ha vissuto la sua di stagione, poi però…ha fatto una brutta fine. Si è dissolto.

*Carlo Gambetta, ex sindaco di Noli e già comandante di navi mercantili