ADELCHI BARATONO

Adelchi Baratono, nato a Firenze l'8 Aprile 1875, si trasferì giovanissimo a Genova e nel nostro capoluogo regionale compì tutto il corso dei suoi studi laureandosi in filosofia.

Trasferitosi a Savona, nei primissimi anni del secolo XX, insegnò per un lungo periodo presso il Liceo Classico Chiabrera, avendo come discepolo, tra gli altri, anche Sandro Pertini che avviò, come ricorda una lapide apposta nei corridoi del Liceo, all'apprendimento dei principi del socialismo.

Baratono si era iscritto al Partito Socialista dalla sua fondazione, nel 1892, partecipando al I Congresso socialista ligure, svoltosi a Sampierdarena nel maggio del 1894, nel quale svolse un intervento a favore del suffragio universale, maschile e femminile.

Al socialismo era stato spinto dalla sue convinzioni etiche e filosofiche, caratterizzate da una ricerca di tipo “positivista”, che lo pose in forte contrasto con le correnti crociane dell'idealismo.

Nel 1910 fu eletto consigliere comunale di Savona in una lista del “Blocco Democratico”, comprendente repubblicani, socialisti e radicali.

Nel 1920, all'indomani della Prima Guerra Mondiale, entrò nella direzione nazionale del Partito, capeggiando successivamente, assieme  a Giacinto Menotti Serrati, la frazione dei “comunisti unitari” che, al congresso di Livorno del 1921, pur sostenendo le ragioni della Terza Internazionale restarono nel PSI, rifiutando l'espulsione dei cosiddetti “riformisti” rappresentati da Treves e Turati.

Eletto deputato nel maggio del 1921, fu confermato nel 1922 nella direzione del PSI mentre, nel frattempo, aveva ottenuto la cattedra universitaria a Genova.

Negli anni duri dell'ascesa del fascismo Baratono si mosse sul terreno dell'Unità Socialista, candidandosi alle elezioni del 1924 con il PSU di Giacomo Matteotti, ma non fu eletto.

Nel periodo fascista si ritirò dalla vita politica dedicandosi completamente allo studio, orientandosi verso un ritorno alla “sintesi kantiana”, come superamento del positivismo e dell'idealismo e negando lo storicismo marxista: considerando, anzi, il pensiero di Marx, non come scienza ma come “dottrina e pratica politica”.

Ritornato all'attività politica nel secondo dopoguerra come collaboratore dell'Avanti, morì a Genova il 28 Settembre del 1947.