TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni |
ESCLUSIVO/Un documento storico del “ciclone Teardo”- Ottava puntata QUANDO SUL PALCO SALIVA IVALDO: STORIE DI RICATTI E VERGOGNE DIETRO L’ “ACCORDO DI SPOTORNO” Dalla Cassa di Risparmio alla Monteponi, dalle Cooperative ai Sindacati, dalla Fornicoke alla Demont, alla Geni. E poi Unione Industriali, Partito Comunista, Intini, Sanguinetti, Jovino, Biamino, Ferraro, Bolla, Borgo (sindaco di Bergeggi), Longhi, Ruberto (vice sindaco di Vado), Pelle (sindaco di Alassio), Valenza, Mazzetti. Una testimonianza-riflessione senza veli nell’allora terremotato e decimato Partito socialista savonese. di Lorenzo Ivaldo*
Savona - Il 20 dicembre 1986 si è svolto a Monteurbano un convegno di amministratori socialisti. Questo il testo del discorso tenuto da Lorenzo Ivaldo, esponente del Psi, registrato dal servizio messo a disposizione dal Comune di Savona e di cui siamo in possesso. <Dicevo da un trombato a un trombato …non è un problema mio perché ho lasciato già da oltre un mese e mezzo le mie dimissioni nelle mani del compagno Ugo Intini e le ho lasciate perché a me la Cassa di Risparmio di Savona non mi interessa. Interessano altre cose, quindi sapevo benissimo che non era un problema mio, l’unica cosa è che tecnicamente sono l’unico nelle terne della Banca d’Italia, quindi sono l’unico che può essere nominato socialista in questa fase. Per garantire tutto un futuro di possibilità di negoziazione, di ricomposizione dei compagni all’interno del partito, ho lasciato più di un mese e mezzo fa le mie dimissioni in bianco che sono dimissioni esecutive perché sono indirizzate al Ministro del Tesoro e al direttore di Savona della Banca d’Italia. Quindi non è un problema mio il fatto della conferma o riconferma, la verità è che è andata una delegazione a Roma a dire che piuttosto che venga riconfermato Ivaldo è meglio che il candidato fosse di un altro partito. So chi sono questi compagni, ma è inutile che lo dica perché non sono in grado di provarlo. Io sono abituato a dire le cose solo quando ho documentazione da esporre. Chiuso quindi il problema personale. Invece a me quello che preoccupa e che credo debba preoccupare tutti noi, non solo noi che siamo qui, ma anche quelli che guidano il partito e che militano in questo partito, è che il partito di Savona non è interlocutore di nessuno. Io ho vissuto in maniera quasi kafkiana la vicenda dell’insediamento Monteponi in Vado Ligure. Ma sapete tutti quali sono i problemi occupazionali della nostra provincia. Voi sapete tutti che è stata chiusa la Cokeria di Vado Ligure e che c’è un accordo sindacale per la riconversione di alcune aree di proprietà della Fornicoke per iniziativa industriale. Io ho saputo, per caso, per il fatto che essendo a Roma e quindi in un posto dove qualche notizia si riesce a sapere, non tanto per la verità, ho saputo che c’era una cooperativa, e quando diciamo cooperative io ho pensato alla solita cosa, poi ho scoperto che questa cooperativa che combinazione è dei socialisti, è un colosso a livello nazionale nel campo che adesso si dice “pacchettage”. Ma è pacchettamento volgarmente parlando, cioè la confezione di pacchi. Il termine anche cosi si presta un po’ a doppie interpretazioni. Questa cooperativa aveva fatto una proposta di insediamento di risorse di assunzioni che partono dalle 40 alle 50 immediate, ma che sono una potenzialità di sviluppo con contratti alla mano, quindi documentabili che può arrivare alle 120-150 persone nell’arco di tre anni e non è piccola cosa. E’ una cosa grossa, di fronte a questa c’era l’opposizione dell’Unione Industriali perché vedeva la possibilità di un insediamento di una ditta della Valle Bormida: la Demont che ha bisogno di aree a fine costa per gli impianti che assembla e la preferenza del Comune di Vado per questa soluzione (voci, voci, io parlo solo se ho documenti in tasca). Voci dicono che sotto ci fosse un pacco di circa 500 milioni perché la Geni, la società Fornicoke che commercializza queste aree ha dei finanziamenti per 40 milioni ad addetto di quelli rilevati dalla Fornicoke. Quindi un miliardo e 600 milioni, e pare che ci fosse un agreement, dico pare, sono voci che nessuno ha dimostrato – tra il partito comunista e l’Unione Industriale – di quelle dimensioni. Il resto (1/3, 1/3, 1/3). Ne abbiamo avuto conoscenza tramite un sindacalista di Milano perché la cooperativa si è rivolta al sindacato. Quindi a questo sindacalista della Cgil che è Vittorio Valenza il quale ha informato casualmente un amico comune che è Antonio Mazzetti , ex sindacalista della CGIL, che collabora sempre occasionalmente, perché queste cose sono avvenute una sera a cena. A Valenza ne ha parlato Mazzetti che, a sua volta, ha parlato a Sanguinetti, che ne ha parlato a me ed abbiamo ripreso questa situazione per i capelli. Con l’intervento dei compagni che sono impegnati nel sindacato, nella CGIL, nella Uil con Longhi che è impegnato nella Lega delle Cooperative, con la compagna Ruberto, che devo dire –vice sindaco di Vado Ligure – che non ne sapeva assolutamente nulla, totalmente all’oscuro di questo problema. Perché povera figlia è messa là, sola in mezzo ad una marea di comunisti che sanno tutto, che sono organizzati e che cercano di salvare la dignità del partito. Come può, tenendo conto dell’inesperienza…abbiamo fatto una battaglia che oggi il partito comunista ha perso. Si vede che non erano 500 milioni, ma comunque, se lo erano ci ha rinunciato perché ieri la cooperativa ha firmato l’accordo con il Comune di Vado Ligure. In tutte queste cose, l’unica cosa che ha saputo fare il partito, inteso come struttura, è di convocare a cose fatta la compagna Ruberto, il compagno Cavalli in Federazione, rimproverargli aspramente di aver avuto contatti con me, dicendogli tra l’altro che io lo faccio solo perché voglio diventare direttore dell’Unitaria di Vado. Compagni è vero che siamo un po’ caduti in basso, ma io resto sempre un dirigente di azienda di 400 persone, ho rinunciato autonomamente a fare il direttore – dico ho un minimo di dignità -. Questo per dire che cosa è la Federazione di Savona oggi. Perché cosi non lo so, lo so forse o me lo immagino anche se ci sono dei momenti in cui mi è difficile pensare che il livello di autodistruzione possa arrivare a certi limiti. Posso capire Biamino, il compagno Biamino, non era nessuno. La sua alternativa era fare il segretario provinciale e non entrare nemmeno in direttivo provinciale. Ha trovato chi l’ha sponsorizzato per fini totalmente diversi da quelli che sono un’iniziativa di partito. Io credo che ci sia, e lo dico con molta franchezza compagni, io credo che ci sia una volontà precisa che passa attraverso i nostalgici del tempo passato e i ricatti che qualcuno che si chiami Teardo o qualcosa di simile è in grado di fare su una serie di compagni, perché quello che è successo al Congresso ha una sola parola. Ci sono compagni che io conosco da 24 anni con i quali abbiamo fatto battaglie di tutti i tipi, che sono compagni che godono di stima e di rispetto con i quali abbiamo un vecchio rapporto di amicizia che quella sera hanno fatto cose di cui profondamente si vergognano. Non posso non pensare diversamente e mi sono ricordato di un articolo che avevo letto tanti anni fa sulla Democrazia Cristiana di Napoli ai tempi dei Gava. Quando gli uomini di Gava portavano a votare la gente e li accompagnavano nell’urna e c’era gente che usciva piangendo “Mi spiace ho fatto una cosa di cui mi vergogno, ma non posso fare differentemente”. C’è un compagno che me l’ha detto, si chiama Sisto Pelle che non poteva fare diversamente. Ma io credo che quella sera in Comune a Savona ci siano stati altri compagni che hanno fatto alcune cose nella quali non credevano e che le hanno fatte perché qualcuno gli hanno detto che se non si faceva in quel modo potevano avere dei problemi. Eppure credo che da quel momento sia nata una realtà in questa Federazione, da una parte c’è chi vuole dimostrare che dopo Teardo il partito non esiste. Non so se per pura soddisfazione di distruggerlo o per poi portarci a trattare e a dire, senza di me voi a Savona arrivate al 4 per cento. Quindi complessivamente nel quadro regionale voi perdete un consigliere, un deputato ecc… Potrebbe anche essere un’ipotesi di lavoro, visto che si parla sovente di reiscrizione di Teardo al partito, cosa che non esiste. Io ho chiesto alla compagna Sale (?) che ha detto se viene qui la domanda su Teardo qualche problema ce lo pone. Se questa volontà di distruzione del partito per dimostrare che solo una persona è in grado di farlo… O c’è qualcosa di diverso, e c’è qualcosa di diverso perché si è ricostruito un accordo che era l’accordo di Spotorno. Sappiamo tutti che a Spotorno si erano incontrati Teardo, Ferraro ed altri della componente della sinistra ed avevano siglato un patto dove c’era tutta una scalettatura. Questo accordo esiste di nuovo ed è l’accordo che ha portato al siluramento di Riccardo Borgo. E’ l’accordo che ha tentato di portare Jovino, dopo la presidenza dell’USL, alla Cassa di Risparmio. Non ce l’ha fatta perché non c’è nelle terne, dopo che ha portato tutti quegli sconquassi, doveva portare Bolla alla Comunità Montana. Mi dispiace per Bolla perché è un bravo compagno con cui non si può che avere rapporti di amicizia, vedergli fare la figura triste che ha fatto mi dispiace. Io credo, compagni, che se noi valutiamo queste cose intanto dobbiamo porci un problema, noi siamo alla vigilia di un congresso, e non possiamo farlo sulle divisioni. E faremo un avallo comunque a questa Federazione. Dobbiamo lanciare un’idea per costituire una commissione degli amministratori, una Costituente del partito in provincia di Savona che passi al di sopra delle correnti. A Savona non possiamo permetterci il lusso di dividerci tra compagni …E deve passare verticalmente anche in mezzo alla componente di sinistra. Io so che questa componente ha fatto 2-3-4 riunioni. Che è stata tenuta assieme con le mani e con i piedi dal compagno Cerofolini che ha problemi elettorali quindi cerca di non spaccare un suo potenziale elettorato…che però ha grossi dubbi e contestazioni soprattutto nei confronti del compagno Ferraro. So che molti compagni della sinistra aspettano un segnale da noi. Ecco io credo che noi dobbiamo tra le altre cose lavorare in questo senso. Io ho citato prima la compagna Ruberto. Una compagna che prima quasi non conoscevo, non avevo mai avuto modo di frequentarla. L’ho conosciuta in questa occasione, è della sinistra, ma lo è incidentalmente. Come lo sono incidentalmente tanti compagni che sono diventati della sinistra perché gli andava bene come era gestito il partito prima. Non è che abbia delle particolari affezioni o che abbia delle particolari ideologie, vuol fare la socialista, vuol fare la vice sindaco socialista nella maniera più dignitosa possibile. Ce ne sono molti altri, io credo che dovranno diventare un polo di aggregazione anche per questi.
Lorenzo Ivaldo è stato direttore generale dell’Acts dagli anni ’70 fino alla presidenza (anni 2000) di Luca Delbene, con la nuova qualifica di Dirigente Responsabile dell’esercizio; (presidente, con Ivaldo direttore, era Paolo Caviglia, attuale vice sindaco di Savona, poi presidente della Camera di Commercio, quindi parlamentare Psi), mentre Leo Capello, all’epoca cassiere ed amministratore del clan Teardo, dopo gli arresti aveva dovuto lasciare la poltrona, ambitissima, nel consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Savona.PS: documentazione storica raccolta dal giornalista Luciano Corrado
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