Dalla piattaforma lavoro e investimenti»
l'assessore peluffo
IL SECOLOXIX
Secondol'attuale membro della giunta provinciale, la struttura avrà un impatto positivo sull'economia locale
12/01/2008
«POSSIAMO discutere di tutto, ma non sul positivo e certo impatto occupazionale che la struttura portuale di Vado Ligure avrà sul tessuto economico locale».
Roberto Peluffo, assessore provinciale all'Industria, mette sul tavolo i numeri ufficiali per chiarire i confronti con altri terminal emersi negli ultimi tempi.
Sottolineando le dovute proporzioni, Peluffo evidenzia che Maersk ha previsto su Vado l'impiego dai 401 dipendenti diretti della prima fase ai 650 lavoratori quando sarà a regime.
Il Sech, terminal contenitori della Porto di Genova s.p.a. (la cui superficie operativa è di 174mila metri quadrati, contro i previsti 210.700 della piattaforma vadese) occupa ad oggi 241 dipendenti diretti, a cui si aggiungono 120 posti di lavoro riservati alla Compagnia Unica.
Nel confronto con il Voltri Terminal Europa (oltre un milione di metri quadrati), bisogna però considerare che la piattaforma in progetto a Vado sarà di dimensioni inferiori.
«A Voltri - spiega Peluffo - sono impiegate 674 unità, con contratto a tempo indeterminato o apprendistato professionalizzante, comprendendo impiegati, operai e dirigenti. A queste si aggiungono i lavoratori della compagnia portuale: circa 170 persone per oltre 40mila giornate lavorative.
In totale sono 844 occupati ai quali si deve aggiungere infine l'indotto, spedizionieri, agenti, autotrasportatori, funzionari delle dogane».
Un altro capitolo riguarda i livelli retributivi.
«Si tratta di un lavori certamente impegnativi, ma nei porti sono ben retribuiti - commenta Peluffo -. Per fare un esempio, un operaio al quarto livello, che lavora 36 ore settimanali, guadagna circa 1500 euro netti.
Se poi, come più del cinquanta per cento degli operativi, quell'operaio ha cinque anni di anzianità e la polivalenza completa, lo stipendio arriva a 1800-1900 euro».
Per fugare ulteriori dubbi riguardo le lavorazioni che verranno effettuate sui container, l'assessore provinciale sottolinea che il presupposto principale è che la lavorazione si effettua dove si creano le condizioni e gli spazi.
«Sulla scia dell'esperienza del Vio - spiega Peluffo -, oggi sarebbe sufficiente per l'economia locale fermare il cinque per cento del traffico container, pari a 40mila teu, per saturare le aree di Vado, Quiliano e della Valbormida.
Poi starà ai vari proprietari delle merci decidere dove devono andare i propri prodotti, non la Maersk che ne gestisce il traffico».
Tra otto giorni esatti, i vadesi saranno chiamati ad esprimere la loro opinione sul progetto anche se la consultazione avrà un valore puramente simbolico.
G. V.