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FERRER, UNA FAMA DIMENTICATA…
UN CUOCO DA STORIA
 

  

Savona - Scorrendo le pagine di internet, ascoltando soprattutto le testimonianze di chi, per preparazione e cultura culinaria, può dare giudizi documentati, è stato il più grande cuoco che la provincia di Savona possa annoverare nella sua storia e forse dell’intera Liguria.

E proprio scorrendo internet, pubblicazioni, articoli di giornali, emerge un grande “vuoto” da colmare attorno alla figura di Ferrer Manuelli. Un esempio, in via d’estinzione o quasi, di quella che dovrebbe essere e restare la “vera cucina ligure”. Semplice, povera e genuina, per questo insuperabile. Raccontata e praticata non da piccoli imitatori che alla resa dei conti, come ricordava o ammetteva in una recente conferenza ad Albenga (invitato da Gerry Delfino) Gualtiero Marchesi, ha poca sostanza professionale.  Un modo per dire la provincia di Savona è “orfana” da anni di un cuoco, con la C maiuscola. E proprio Marchesi, in quella circostanza, presente l’ormai mitico Silvietto Torre, giornalista enogastronomo di lunga navigazione, ammetteva: <Quando scendo in  Riviera,  francamente non so dove andare a pranzo o cena. In effetti io scelgo una mia ex allieva…ma il problema esiste, non saprei dare una spiegazione….>.

Eppure Ferrer Manuelli che vogliamo ricordare in questa “foto storico”, mai pubblicata, sullo sfondo c’è anche un parlamentare del Pci,  se n’è andato già da parecchi anni senza lasciare eredi ai fornelli della sua “statura”.

E’ proprio scorrendo internet che si può leggere un bellissimo ricordo scritto da un affezionato cliente che lo seguì per anni: a Borgio Verezzi, a Torre del Mare, a Spotorno. Con l’esclusione della breve parentesi del trasferimento ad Assago e tra le montagne della Val di Fassa.

Ferrer un’autorità “riconosciuta” nel campo della cucina, soleva ripetere e scrivere Luigi Veronelli. Uno che di piatti e di vino se ne intendeva abbastanza.

Ferrer, cuoco di talento che odiava il culto adulatorio che invece va di moda soprattutto tra chef-mezzobusto del piccolo schermo; presenti più in televisione, a feste, convegni che nel loro locale.

Peccato che Savona e la sua provincia, peccato che le nuove generazioni siano cosi poco informate di quel “mito” al quale non piaceva fare passerella, né la primadonna, ma che aveva capacità e passione da vendere, insegnare.  La sua fama avrebbe potuto arricchirlo, non fu cosi per una serie di ragioni e sorprese che la vita spesso ci riserva.

Il 14 marzo 2006, sul Secolo XIX, è apparso un servizio che parlava di un’ottima iniziativa: dieci chef ricordano il grande Ferrer Emanuelli. Si parlava di un concorso . Il tema: la cucina a vela di Ferrer.

Quest’anno sui giornali non abbiamo letto più nulla. Si trattava di un’iniziativa estemporanea, senza seguito? A quella gara seguiva un elenco di nomi. Senza nulla togliere, forse proprio Ferrer avrebbe avuto qualcosa di ridire. Non sul ricordo, mancherebbe altro, ma sulla caratura di chi avrebbe dovuto  testimoniare una grande cucina, quella savonese, ligure appunto. E in questo siamo confortati, si fa per dire, da quanto riportano le più autorevoli (quelle senza vantaggi economici diretti) guide culinarie italiane ed internazionali.

Giudizi a parte, un incoraggiamento è sempre utile, come altrettanto utile non ignorare la realtà che ci circonda nel campo della ristorazione praticata dalla cucina di Ferrer. Chissà se prima o poi a qualcuno verrà l’idea di istituire, soprattutto nelle scuole alberghiere, un “premio” a ricordo “perenne” e non sporadico di chi faceva onore alla tavola savonese e ligure dentro e fuori dai nostri confini.

Un onore meritato – al di là di utili iniziative come quella dell’editore Sabatelli  della ristampa del libro Pesto&buridda, definita un’autentica bibbia della cucina locale compilata dal popolare chef – che rendendo giustizia a Ferrer, sarebbe anche un riconoscimento verso chi porta il suo nome: i figli Giulia e Giorgio Manuelli. E forse al “magnifico maestro”, dall’al di là, farebbe piacere. E con quel suo modo di fare un po’ burbero verrebbe anche un “grazie, avete dimostrato di essere degli amici veri”.

Luciano Corrado

 

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