I sindaci: benvenuta piattaforma
vertice tra tutti i comun i interessati dal progetto maersk
«Ma i soldi che porterà dovranno esssere utilizzati per migliorare le infrastrutture locali»

IL SECOLOXIX

UN CONFRONTO serrato per analizzare le prospettive di sviluppo, ma anche le incognite, che riserva a tutto il Savonese il progetto della piattaforma container che il gruppo Maersk vorrebbe costruire nella rada di Portovado. Ieri mattina i sindaci delle città direttamente coinvolte nelle future operazioni che prevedono un forte impulso all'attività portuale hanno incontrato il primo cittadino vadese, Carlo Giacobbe, il presidente della Provincia, Marco Bertolotto, e l'assessore provinciale alla Pianificazione territoriale, Roberto Peluffo. Davanti a loro i primi cittadini di Savona (Federico Berruti), Altare (Flavio Genta), Bergeggi (Gianluigi Galesso), Cairo Montenotte (Fulvio Briano), Cengio (Ezio Billia), Millesimo (Mauro Righello), Quiliano (Nicola Isetta) e gli assessori Albissola Marina (Ettore Molino) e Carcare (Mattia Rossi).
Giacobbe ha presentato i dati sommari del piano industriale finora diffusi: 450mila teu all'anno, 750mila nel 2020, 400 posti di lavoro diretti con possibilità di incarichi di elevata qualificazione, altri 250 posti nell'indotto portuale. «Maersk ha scelto Vado - spiega Giacobbe - per la posizione strategica, come porta naturale per il Nord Europa senza dover passare dal nodo milanese, e per i fondali adatti».
I dubbi, invece, sono legati soprattutto alla necessità di mantenere sul territorio savonese la cascata di denaro prevista durante la prima fase di attività. «Il progetto dovrà procedere tenendo conto del futuro di Ferrania - ha esordito il sindaco di Cairo, Fulvio Briano -, con il laminatoio a freddo il porto di Vado sarà un punto decisivo per i traffici diretti alla Valbormida. Ma l'extragettito fiscale che la piattaforma offrirà dovrà essere utilizzato per migliorare le infrastrutture locali. La viabilitàè già al limite del collasso, con l'aumento del traffico merci bisognerà prevedere un potenziamento delle infrastrutture, noi dovremo stare attenti che i fondi siano utilizzati qui e non finiscano, ad esempio, per finanziare il terzo valico a Genova. Inoltre, dovremo fare ancora più pressioni per la realizzazione dell'Albenga-Predosa (il tronco che dovrà permettere al traffico diretto dalla Francia al Nord Italia di bypassare il Savonese tagliando per il Piemonte, ndr)». Una preoccupazione condivisa da Bertolotto: «Negli ultimi vent'anni il Savonese è cresciuto molto dal punto di vista economico. I genovesi si sono accorti che qui le cose funzionano e non vorrei che tendessero in parte ad ostacolare il processo di crescita».
Isetta ha ribadito l'interesse a partecipare: «Ma non come donatori di sangue. Da otto anni siamo interessati a partecipare al sistema portuale, ospitando la Sarpom, che genere il 50% degli introiti del porto. Nel nostro Puc ci sono tre aree di sviluppo polisettoriale, voglia capire cosa possiamo dare, ma anche cosa possiamo ricevere. Finora siamo rimasti un soggetto esterno».
Ettore Molino, assessore al turismo di Albissola, evidenzia anche la necessità di programmare gli interventi industriali con quelli turistici: «Non è più il tempo di dire "qualunque industria va bene", ora deve essere la classe politica a scegliere con attenzione e a stimolare gli imprenditori, sia sul fronte turistico sia su quello industriale». Il sindaco di Savona, Federico Berruti, ha espresso il proprio sostegno e l'apprezzamento nei confronti dell'iniziativa di Giacobbe di convocare tutti i sindaci interessati dagli influssi dell'operazione Maersk: «Un progetto di sviluppo che favorisce la coesione tra le istituzioni locali e produrrà importantissimi effetti positivi per l'occupazione sia nel comune di Vado che in tutto il comprensorio savonese e della Valbormida».
Il tavolo tra i sindaci potrebbe diventare un appuntamento fisso e non più occasionale, come suggerito dal sindaco di Millesimo, Mauro Righello, con il coordinamento della Provincia.
Giovanni Vaccaro