versione stampabile

Lettera aperta ai sindaci savonesi e ai “senza memoria”

<NON LASCIATE IN EREDITA’ AI GIOVANI

SOLO CEMENTO, ASFALTO, SECONDE CASE>

Cosa si nasconde dietro la “crisi” descritta su “La Stampa”?

 

Dal quotidiano La Stampa di domenica 30 dicembre 2007 si legge, nella pagina dedicata a “Riviera Finale”, a firma d’Augusto Rembado, col titolo “Seconde case tristemente vuote – E poi! Calo del 20 per cento e le previsioni dei prossimi mesi sono negative. E’ crisi in tutta la Riviera. Gli affitti scendono, ma non ci sono richieste”.

Sono stati intervistati Ugo Giribaldo della FIAP, Ivano Rozzi, presidente regionale degli amministratori di condominio e Luigi Taboga dell’Assoutenti

Questi personaggi che, senza dubbio, sono coloro che dovrebbero saper misurare e commentare il termometro della realtà immobiliare dei Finalese e più in generale del ponente savonese, confermano, se ce ne fosse bisogno, dove ci hanno portato scelte immobiliaristiche speculative perpetrate, dove più, dove meno, e se c’è una rarità alzi la mano, negli ultimi decenni. Senza che la passata “rapalizzazione” abbia insegnato qualcosa. Ci sono sindaci, soprattutto di Forza Italia, che si vantano dello sviluppo urbanistico attuato e di essere stati superpremiati dagli elettori savonesi che invece hanno “punito”, messo in castigo rilegandoli alla minoranza, quanti si battevano per dire “basta seconde case”. Stop alla crescita urbanistica senza aver prima risolto il nodo delle infrastrutture (Ferrovia a monte, Aurelia bis da Savona ad Andora, inceneritori, depuratori, rete viaria urbana, parcheggi, verde pubblico-attrezzato).

Il titolo dell’articolo di Rembado, giornalista che conosce assai bene storia e realtà della nostra stupenda, ma martoriata terra, è la prova del nove delle scenario, di com’è stata ridotta la nostra provincia, soprattutto sulla fascia costiera.

Chi ci guadagna e chi ci ha guadagnato? Da democristiano di lungo corso e senza cambio di casacca – ma ognuno è libero di fare la banderuola – non sono l’unico ad aver osservato certi “miracoli” economici, finanziari. Nella più assoluta discrezione. Poche società immobiliari, sorte dal nulla, pochi professionisti, architetti ed ingegneri notoriamente con tessere di partito anche contrapposte, sindaci, giunte e maggioranze di tutti i colori sempre ben disponibili a favorire tali operazioni.

Qualcuno in nome della trasparenza ha pagato annunci sui giornali per propagandare le contropartite ricevute in cambio del cemento (ma l’ambiente, la natura, la qualità della vita hanno un prezzo?), operazioni più o meno valide, per giustificare scelte socialmente discutibili ed assai meno utili alla salute della comunità.

Sindaci che scelgono di concedere indici d’edificabilità, senza zero virgola davanti, per non parlare delle lottizzazioni. Indici sottratti, di fatto, alla popolazione residente e alla strangrande maggioranza dei proprietari di terreni non baciati dalla fortuna.
Se poi osserviamo quello che si sta proponendo ancora oggi, a livello di “offerta per il progresso economico”, così sono promosse le lottizzazioni, da Savona Margonara al Crescent, dalla Piaggio di Finale, a quelle di Borgio...

Case destinate ai residenti, ai savonesi? C’è chi, come il vice sindaco di Finale, avvocato Giovanni Ferrari, ha avuto l’onestà intellettuale e senza giri di parole, di definirle col loro nome, “seconde case, tali da creare città come Spotorno”.

E si, perché come ha scritto Augusto Rembado, nei prossimi anni, ci attende la costruzione d’altre migliaia di monolocali, bilocali e trilocali che resteranno vuoti. Bravo Augusto, non è mai male ricordarlo anche se a qualcuno non farà piacere.

Nuove case per dare una dimora al futuro delle giovani generazioni savonesi?

Vorrei poter essere smentito, ma ho il timore che la Regione Liguria, invece di gestire e controllare lo sviluppo urbanistico attraverso un’analisi precisa delle reali capacità insediative esistenti (anche in raffronto alle infrastrutture) si limiti a legittimare, come un notaio, la volontà delle singole amministrazioni. Alcune delle quali, a quanto mi dicono, hanno fatto degli oneri d’urbanizzazione (con dati e statistiche mai diffuse dai giornali e tenute riservate, chissà perché!) l’unica fonte consistente per presentare in pareggio i bilanci comunali. Per coprire i “buchi” di bilancio, dirottando denaro (degli oneri dell’edilizia) verso spese varie, costo del personale compreso.

Insisto nel rimarcare ancora una volta che l’opinione pubblica, i cittadini, in maggioranza sono assenti e silenti, sviati, distratti, come dice Beppe Grillo, dalla carenza e completezza d’informazione.

Non ho mai letto, ad esempio, un’inchiesta giornalistica a 360 gradi che parli di cifre, di dati ufficiali, di statistiche e dica all’opinione pubblica chi ha beneficiato della “manna del cemento”. Antonio Ricci, popolare autore televisivo, da otto milioni di telespettatori, potrebbe raccontare chi c’è dietro a molti grandi alberghi trasformati, anche in riva al mare, in seconde case. Si parla di società con maggioranza detenuta da cantanti, artisti, giocatori di calcio. Non per metterli alla berlina, non per additarli come malfattori, ma per sbugiardare i troppi (tesserati e loro sponsor) che vogliono negare l’evidenza. Ovvero chi premia la speculazione.

Per chi ha lavorato onestamente una vita ed altrettanto onestamente ha fatto il sindaco del proprio paese, è una grande ingiustizia tacere, ignorare, che si sta lasciando in eredità alle generazioni future soprattutto cemento e asfalto, asfalto e cemento, con seconde case vuote, un turismo drogato dai fine settimana, dall’alta stagione, con un calo continuo di posti di lavoro stabili.

Questa classe politica e dirigente che non ha nulla di “democratico-cristiano” (chi lo fosse, mi perdoni) ci regala come futuro e come pilastro economico migliaia e migliaia di “seconde case”. Con redditi che dipenderanno soprattutto dal termometro delle “seconde case” e degli affitti. Con il lunario del fine settimana di sole o di pioggia, per stabilire se ci sarà o no lavoro. Se la “crisi” sale o scende.

Grazie amministratori pubblici, continuate cosi!

Carlo Gambetta