versione stampabile 

SAVONA 2008: IL CORAGGIO DELLA MODERNITA’ CONTRO I FALSI MODERNISMI.
Ovvero ….ANCORA VOGLIA DI GRATTACIELI.

 

di ANTONIA BRIUGLIA

 

…La prima metà della trasmissione avrebbe esaminato la vita del grattacielo dal punto di vista degli errori nella progettazione e dei motivi di irritazione più banali, mentre il resto avrebbe puntato lo sguardo sui risvolti psicologici della vita di una comunità di duemila persone inscatolate in cielo. Tutto: dall’incidenza di reati, divorzi e deviazioni sessuali fino ai cicli di permanenza degli inquilini, le loro condizioni di salute, la frequenza dell’insonnia e di altri disturbi psicosomatici. Le prove accumulate in vari decenni gettavano una luce critica sul grattacielo come struttura sociale attuabile, da un lato il buon rapporto qualità- prezzo per l’edilizia pubblica, dall’altro gli alti margini di profitto per l’edilizia privata facevano sì che si continuassero a spingere nel cielo queste città verticali, contro le reali esigenze di chi poi le abitava.

La psicologia del grattacielo era ormai stata svelata, con risultati schiaccianti.”

 

                                                 Tratto da: “IL CONDOMINIO” di J. G. Ballard

 

 

J. G. Ballard

Ho scelto questo breve quanto lucido brano, perché al di là delle battaglie sulla Margonara, delle “massmediatiche” iniziative contro il “crescent” e la cementificazione, al di là degli scontri e delle polemiche che hanno spesso diviso proprio coloro che avrebbero dovuto coalizzarsi in un’unica azione contro chi si è impossessato della città e di coloro che lo hanno permesso:

resta la mancanza di qualità delle proposte urbanistiche per l’intera città di Savona.

Proposte che spesso occupano pagine delle locali testate giornalistiche, ma che sono palesemente frutto di NON-SCELTE, di frammentarie , occasionali quanto anacronistiche”idee progettuali” che solo casualmente occupano spazi resi disponibili da provvidenziali cambiamenti di destinazioni d’uso.

Progetti, quindi, casuali e avulsi da una pianificazione globale della città, ma ancor peggio anacronistici e superati, anche dal punto di vista della compatibilità ambientale.

A dispetto dell’enfasi con la quale vengono presentati, si rivelano di fatto obsoleti in quella che ormai l’attuale prospettiva delle città europee più attente, dopo indiscriminate ed inutili cementificazioni, sta promuovendo. 

In quest’epoca globalizzata, infatti molte città affrontano cambiamenti nella loro cultura urbanistica come conseguenza della transizione da una cultura industriale ad una cultura neo-terziaria.

Se ciò è quello che sta accadendo, da tempo, a Savona il cambio non può avvenire senza tenere conto anche qui di parametri adeguati, da tradurre in politiche urbane progressiste e socialmente sostenibili.


CRESCENT

TUTTE LE CITTA’ SVILUPPATE  PRESENTANO PROBLEMI legati alla crisi ecologica e alla delocalizzazione industriale  e a Savona è sicuramente così, ma la sfida sta nel risolverli con soluzioni specifiche per ogni contesto e non con formule generiche che debiliterebbero le potenzialità e le specificità culturali

della città.

NON torri catapultate su un territorio saturo o in mare, NON stecche impattanti sotto il Priamar, NON inutili residenze di lusso, NON mega-parcheggi in centro, NON inutili ponti sospesi sulla città, NON nuovi centri commerciali, ma un progetto urbano che necessita di un nuovo forte impulso ideologico, basato su tre presupposti:

1)    una visione più complessa della città come sistema aperto, soprattutto a livello culturale;

2)    una revisione dell’intensità urbana che ci permetta di identificare una “massa critica”, che contempli funzioni multiple per gli spazi cittadini;

3)    un moderno e nuovo approccio di pianificazione in grado di valutare gli interscambi, i flussi e la comunicazione dentro la città e per l’esterno.

 

(NON sarà sicuramente un altro inutile ponte –clone stile Calatrava sul Letimbro(Venezia insegna!) che farà migliorare la qualità urbana della città, quanto invece un’improrogabile nuova politica programmatoria sulla viabilità che privilegi il trasporto pubblico e che preveda ampie zone pedonali e di parcheggio esterno al centro cittadino.

La nuova pianificazione urbana necessita di un’attenzione particolare agli alloggi per la gente, agli spazi pubblici e all’accessibilità.

Concetti da reinventare e considerare come elementi chiave in un approccio che si possa considerare veramente moderno.

 

LA CITTA’ DI SAVONA INVECE E’ ARRETRATA , ma perché sta continuando a perseguire la valenza di “merce” da mercato e mentre assume rilevanza di valore immobiliare, indebolisce la cultura urbana.

Di fatto è una semplificazione che contestualmente genera conflitti sociali, perché limita l’accesso ha chi ha potere d’acquisto ridotto.

L’alto costo degli alloggi che il mercato impone in zone del centro, sposta flussi di cittadini in zone più lontane da questo, che andrà a spopolarsi e a perdere capacità operativa .

Per una qualificata urbanità, non si dovrebbe prescindere da spazi pubblici qualificati e complessi, capaci di preservare l’identità, di accogliere flussi intellettuali e promuovere nuove forme di comunicazione ed espressione collettiva.

Solo così Savona sarà una città vitale e compatibilmente moderna.

NON PROGETTI CLONATI ALLA MODA, firmati da vip, ma una visione urbana sistematica e profonda. Non più MODERNISMO come eccessivo e patologico desiderio di modernità. Desiderio riduttivo e tirannico nella sua essenza, quando coloro che lo perseguono hanno l’arroganza e la presunzione di chi sta lavorando al futuro e allo sviluppo della città.

Il futuro e lo sviluppo della città, specie quello urbanistico e architettonico, non può essere antidemocratico e intollerante alla pluralità di vedute e di opinioni sul cambiamento.

 

La culture  m o d e r n (ist) e”  anche a Savona , è già un’ideologia antiquata.

 

         Arch. ANTONIA BRIUGLIA

 

P.S. Sono dispiaciuta che il signore di Bologna sia rimasto “esterrefatto” per la mia critica al ponte da un chilometro che aspettava da trent’anni...leggi...

Egli plaude a un ponte fra la stazione e la città, ma forse a causa della

sua lunga assenza da Savona, non ricorda che la stazione è in città e

che quel tragitto che, con fastidio, definisce “a zig-zag”, io che non ho

patente e vado a piedi , percorro a passo spedito in cinque minuti.

Il mio tono definito, ”strafottente” m’imporrebbe di ribadire che le mie

critiche sono sempre sotto il profilo urbanistico e architettonico: materie di mia competenza.

Sono, inoltre, io a nutrire forti dubbi sulla “buona fede” di chi minaccia

di non leggere più Trucioli (la invito a leggere comunque gli articoli dei

miei ottimi colleghi!), ma non perde l’occasione per usare il blog e

pubblicizzare se stesso, elencando i suoi titoli, nonché il sito del suo

mensile.

Non solo a Bologna, ma anche a Savona, può tornare utile “il coro degli

 ululati di chi dice( sempre) NO!”