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UNA LETTERA dai toni pacati e confidenziali. Nella quale
viene però segnalato il timore, sollevato nei giorni scorsi
dai primari, che l'ospedale San Paolo goda a livello
genovese di scarsa considerazione e che per esso nel nuovo
piano sanitario regionale non sia prevista una prospettiva
di sviluppo e di crescita della qualità e delle
specializzazioni.
È quella che ieri mattina il sindaco Federico Berruti ha
scritto di proprio pugno ed ha subito inviato all'assessore
regionale alla sanità Claudio Montaldo. Una missiva con la
quale il primo cittadino di Savona chiede precise
rassicurazioni sul fatto che per il San Paolo esista un
progetto di sviluppo, seguendo una logica di integrazione e
complementarietà con il Santa Corona.
«Caro Claudio - si legge nella lettera che il sindaco
Berruti ha inviato all'assessore Montaldo - ho raccolto in
questi giorni la preoccupazione espressa dal collegio dei
primari dell'ospedale San Paolo in esito alla lettura del
documento sull'organizzazione della rete di cura e di
assistenza. Tale preoccupazione deriva dalla constatazione
che nel documento, nell'ambito dei programmi relativi
all'Asl 2 savonese, viene dedicato poco spazio all'ospedale
di Savona. Poco spazio nel quale il nostro ospedale risulta
caratterizzato unicamente per funzioni e specialità di base,
senza che venga indicato nessun progetto di crescita e di
sviluppo. Insomma, la lettura del documento giustifica il
timore che l'ospedale di Savona goda di scarsa
considerazione, e che per esso non si programmi una
propsettiva di sviluppo e di crescita della qualità e delle
specializzazioni».
Dal primo cittadino di Savona arrivano poi una serie di
osservazioni. «L'ospedale di Savona - spiega Berruti nella
missiva - deve essere correttamente valutato partendo da un
dato di fatto semplice e oggettivo: è l'ospedale della città
capoluogo di questa provincia, terza città della Liguria per
abitanti, e per questo riveste un ruolo centrale che non può
essere disconosciuto. Del resto tale ruolo centrale per la
salute dei cittadini emerge in tutta evidenza dai dati
ufficiali forniti dall'Asl. Apprezzo il lavoro che stai
facendo per il sistema sanitario ligure. È mio dovere,
tuttavia, segnalarti con decisione, e con spirito di
collaborazione, la richiesta, che proviene non solo
dall'amministrazione comunale ma da tutta la comunità di
Savona, di programmare una prospettiva di crescita e
sviluppo per il sistema della sanità della nostra città in
tutte le sue componenti, dall'ospedale alle strutture
territoriali passando per i medici di famiglia».
E a questo punto Federico Berruti si lascia andare ad alcuni
suggerimenti. «In primo luogo - scrive - è necessario
garantire ai cittadini di Savona e del comprensorio che
tutti i servizi di emergenza, urgenza e terapia intensiva
siano difesi e progressivamente sviluppati via via che il
progresso medico e tecnologico lo consente. Inoltre il
potenziamento della rete dei servizi territoriali deve
garantire ai cittadini l'adeguato livello di prevenzione e
di continuità assistenziale. In terzo luogo i servizi di
diagnosi devono essere garantiti con tempi di attesa che
vanno ridotti. Ciò significa che deve essere affrontato il
problema della carenza di personale, perchè non è possibile
che i savonesi debbano recarsi in altre città, spesso più
piccole, per ottenere una diagnosi tempestiva, vista tra
l'altro la professionalità che il San Paolo è in grado di
offrire».
La polemica sugli aborti. Il capogruppo Udc alla
Camera, Luca Volontè, ha preso ieri posizione sulla vicenda.
«Quanto sta accadendo a Savona - ha detto - ha
dell'incredibile: nonostante si registri quasi una
interruzione di gravidanza al giorno, la Regione non fa
nulla e ci sono comuni come Albenga che hanno revocato la
convenzione che assegnava contributi economici alle madri in
difficoltà».
Gianluigi Cancelli
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