Addio a Carlo Russo IL SECOLOXIX
Si è spento l'ex ministro: oggi camera ardente in Provincia. Il cordoglio della città
C'È UNA FOTO bellissima, opera di Mario Stellatelli, che racconta di lui più di tante parole: un uomo che cammina, sullo sfondo della sua Savona, delle Funivie, del porto. Era una delle sue caratteristiche. Di più: una delle sue grandi passioni, diventata una salutare abitudine quotidiana dopo l'infarto che lo aveva colpito nei primi anni Settanta. Così tanti savonesi, del resto, lo ricordano: di piccola corsa, la schiena dritta, il passo inconfondibile. Un simbolo, anche, il suo camminare. Meno nota, forse, l'altra grande passione con la quale la sua famiglia preferisce ricordare l'uomo privato, il padre e il nonno, più che l'uomo pubblico: la vela. Sintesi di un uomo capace di rapporti autentici, senza fronzoli e ghirigori, come il mare pretende: la sua barca, usata sino a non troppo tempo fa, è ancora ormeggiata in porto a Savona.Carlo Russo si è spento ieri mattina. Aveva 87 anni. Una vita spesa per l'Italia, per l'Europa, senza mai tagliare il cordone ombelicale con Savona. Ministro, sottosegretario, giudice alla corte europea di Strasburgo, dopo essere stato un cattolico nella Resistenza, membro del Cln, "figlio" di quella Dc degasperiana fondata su un laicissimo senso dello Stato. Uno di quelli dalla «schiena dritta». Un curriculum infinito ha trasformato questo allievo degli Scolopi e poi del liceo Chiabrera - due esperienze delle quali continuava a sentirsi debitore - in un uomo di Stato, probabilmente il più importante espresso da Savona dopo Paolo Boselli. Da tanti anni aveva lasciato la politica attiva. Ma non la politica in senso alto: continuava ad animare i dibattiti, le riviste scientifiche, la riflessione politica in senso ampio. La sua battaglia, da tanto tempo, aveva un nome: Europa. Da cattolico popolare, come sempre.
Se ne è andato ieri mattina. Sino all'ultimo ha vissuto come amava: ancora domenica è uscito. Ha lavorato. Poi, ieri, si è alzato molto presto - nella sua casa di corso Italia 13 - per quello che rimarrà come un ultimo gesto di premura alla moglie Elena: accendere il riscaldamento perché, al momento di alzarsi, lei trovasse la casa già calda. Poi è tornato a dormire. Non si è più svegliato: a lanciare l'allarme la moglie stessa, che ha chiamato il nipote Carlo, medico: il nonno non si sveglia. Inutile la corsa sua, la corsa del 118. L'onorevole era già morto. Erano da poco passate le otto. Neppure un'ora dopo la notizia aveva fatto il giro della città e di Celle, della quale i Russo sono originari. Una famiglia notissima, una delle principali nella vita pubblica della provincia: il fratello Nanni, già senatore, la sorella Nora. La moglie Elena, la figlia Maria Nilde, i tre nipoti - Carlo, Andrea Enrico - i due bisnipoti Michele e Giovanni. Ieri pomeriggio, alle 18, il rosario nella chiesa di San Domenico in via Mistrangelo, dove era di casa, insieme alla moglie, per la messa vespertina del sabato e anche nei giorni feriali. Stamattina, dalle 11.30 si aprirà la camera ardente nella sala consiliare della Provincia. Sarà aperta sino alle 20. Domani, alle 10, in San Domenico, i funerali solenni.
Tante, una pioggia, le attestazioni di omaggio. Sentita quella dell'assessore alla cultura Ferdinando Molteni: «Ha camminato molto, nella vita pubblica e sulle strade cittadine. Ora si è fermato, ma la sua morte non è che il necessario, anche se doloroso, passaggio ad un'altra dimensione, quella della Storia del nostro Paese». Il sindaco Federico Berruti, di rimando: «Carlo Russo ha rappresentato gli ideali della resistenza e un modo di fare politica improntato all'etica dei padri della Costituzione, un savonese illustre al quale tributiamo oggi il riconoscimento più solenne». Il presidente della Provincia Marco Bertolotto: «Ho un ricordo di un grande uomo che ha saputo mettere a disposizione della comunità le proprie competenze, la sua passione ma soprattutto le doti umane, rappresentando un esempio di coerenza della vità politica». L'assessore regionale Carlo Ruggeri: «È stato un punto di riferimento per la politica savonese e ligure per l'alto senso dello Stato». Parole tutt'altro che di circostanza quelle del vicario diocesano Andrea Giusto: «Un cristiano esemplare. Mi piace sottolineare, fra le sue qualità più belle, la sua capacità di non dissociare mai l'essere credente dall'impegno sociale e politico, la sua rettitudine e onestà e il suo coraggio». Almerino Lunardon guidava la Società savonese di Storia patria quando questa dedicò un volume di studi a Russo, suo presidente onorario, in occasione del settantacinquesimo compleanno: «Il modo in cui se n'è andato rispecchia il suo stile, sempre improntato alla signorilità. Lo dico con profonda commozione: ho perso un amico sincero e un uomo illuminato. Come presidente della Società savonese di storia patria ricordo la sua vicinanza ed il suo appoggio, senza di lui non sarei riuscito a portare a Savona la "scuola di Braudel"».
Antonella Granero