IL COMUNE entra mani e piedi nella partita degli Orti
Folconi. Insieme a Binario Blu si tratta della più grande
operazione urbanistica in ballo a Savona, destinata a
cambiare lo skyline da Mongrifone a piazza del Popolo e a
rivoluzionare l'assetto della città sulle due rive del
Letimbro. Palazzo Sisto ha deciso di valutare le possibilità
di acquisto - attraverso la costituzione di una società ad
hoc - dei terreni che le Opere Sociali hanno messo in
vendita nell'Oltreletimbro: un'area di oltre 11 mila metri
quadrati, valutata 4 milioni e 240 mila euro. L'obiettivo è
entrare nel cuore della gigantesca operazione immobiliare (i
terreni interessati sono un quinto del totale), per mettere
in circuito alloggi a prezzo di costo, da destinare a quella
fascia di giovani che hanno un lavoro autonomo, flessibile o
precario. In altre parole, quei famosi "bamboccioni" che
senza l'aiuto dei genitori non hanno la possibilità di
andarsene di casa o di mettere su famiglia.
L'obiettivo è alto e ambizioso: contribuire all'inversione
di tendenza di una città che ha vissuto, con la fine
dell'età industriale, una crisi economica drammatica e un
crollo demografico che la pone in coda ad una regione, la
Liguria, che è già di suo al fondo di tutte le classifiche
italiane e mondiali sui trend delle nascite e dell'età
media. Il mezzo è nuovo, al momento senza uguali in Italia.
Palazzo Sisto pensa infatti a costituire una società che
possa in qualche modo fare il paio con il lavoro di Ips sul
fronte degli insediamenti produttivi: una società, insomma,
che si occupi di ramazzare aree da destinare agli
insediamenti abitativi. L'effetto sperato è quello di
calmierare i prezzi e di rendere disponibili fette di
mercato ad una fascia di popolazione che, altrimenti, non
avrebbe alcuna chance di potervi accedere. «Quello della
casa per le giovani generazioni - dice il sindaco Federico
Berruti che ha curato personalmente la pratica e ieri l'ha
sottoposta alla giunta - è un problema che gli strumenti
tradizionali a nostra disposizione non ci consentono di
affrontare. Non lo si affronta infatti con le cosiddette
case popolari, gestito da "Arte" con finanziamenti regionali
e destinato alle fasce deboli, e neppure, se non
parzialmente, con il cosiddetto social housing». Prosegue il
sindaco: «Per questo abbiamo iniziato a ragionare sulla
possibilità di mettere in campo strumenti innnovativi. Al
momento, non c'è nulla di intermedio tra le case di lusso e
l'edilizia sociale. Stiamo pensando, senza avere certezze
preconfezionate, a come favorire lo sviluppo sociale di
classi medie giovani e dinamiche sul territorio del Comune».
Ma torniamo alle aree: le Opere Sociali sono proprietarie di
un quinto del compendio sul quale, in base agli strumenti
urbanistici, è prevista l'operazione immobiliare che
coinvolge gli imprenditori Mirgovi, Panero, Bagnasco, De
Filippi e alcune cooperative del ramo edilizio. Da tempo le
Opere Sociali hanno deciso di monetizzare il valore di
questi terreni. Ora la palla è nel campo del Comune: «Entro
gennaio le Opere Sociali devono chiudere la partita, non
rallenteremo comunque una vendita che alle Opes serve per
finanziare altre operazioni di interesse sociale»,
sottolinea Berruti. Insomma, il Comune arriverà al dunque in
tempi rapidissimi: «Con l'atto approvato oggi in giunta non
abbiamo deciso di comprare - specifica con forza il sindaco
- Abbiamo invece espresso la volontà politica di andare a
vedere sino in fondo, e in tempi molto rapidi, se
l'operazione è fattibile». Il perché delle cautele è presto
detto: il Comune non ha risorse proprie da destinare a
operazioni di questo tipo. Toccherà, eventualmente, alla
nuova società reperire i finanziamenti accendendo prestiti
presso le banche, per poi restituirli con quanto ricaverà
dalla vendita delle case: «Rispetto ad un imprenditore
privato - conclude il sindaco - il vantaggio è che questa
società non avrà l'impegno a realizzare utili, ma solo a
rientrare delle spese. Questo consentirà di tenere i prezzi
più bassi: con il doppio risultato di permettere l'accesso
alle case per i giovani di cui si diceva e, più in generale,
di esercitare un effetto di calmiere sul mercato».
Antonella Granero
|
|