Si impara sempre qualcosa, arrabbiandosi, come ho fatto io, in una notte d’autunno.
Tv scorretta e malformatrice
                di Sergio Giuliani    versione stampabile

Moncalvo
Fiamma Nirenstein

  Scrivo alle nove del primo di novembre, dopo aver visto un tg-uno che per venti (!) minuti non ha trattato d’altro che del caso della povera signora assassinata a Roma da un ragazzaccio rumeno (purtroppo, non certo un caso isolato di criminale violenza). Ma succede nella metropoli amministrata da Veltroni...e giù iene e difesa dalle iene; giù interviste e sdegni.
Ma non è di questo che voglio dire. Cosa inviata dagli dei è l’insonnia e preziosa è l’invenzione delle cuffie che consente di veder tv di notte (assai migliore di quella per ciuchi della prima serata!) senza rompere in casa e scoprendo vere gemme.

 Un certo Moncalvo Gigi, notti fa, dirigeva, a bocca stretta come certe sculture moderne, un preteso “dibattito” tra il filosofo “sinistro” Gianni Vàttimo e l’assatanata Fiamma Nirenstein, vestale di tutte le guerre israeliane, ringhiosa come un rottweiler e con un viso smontato dalla rabbia che la divora, lei l’insurrezionista, lei la partigiana senza mezzi termini, lei che vive della gioia di aver tutte le ragioni. Tema, naturalmente, Israele oggi e le confuse questioni di cui è, al tempo stesso, autrice e vittima.

Parla l’invasata e da subito si capisce che la politica di Israele è tutta dolce e buona, che è uno stato giovane e meraviglioso in cui lei sta tanto bene (ma allora, perché non ci libera della sua maschera e vi si trasferisce?). Il civile e bugianen torinese Vattimo prova a citare violenze fatte agli arabi, ai quali MAI è stato concesso di avere un loro stato, prima dalle potenze coloniali Francia e Gran Bretagna, poi dai fortemente partigiani di Israele, gli Usa.

Nirenstein interrompe e parte il primo subisso: non è vero; Israele ama gli arabi e li accoglie: tant’è vero che c’è un partito arabo rappresentato alla Knesset: gli altri, i profughi (che sono milioni! Ndr) sono proprio malmostosi e ribelli di natura.

Riprova Vattimo, sorpreso e signorile nel non rispondere all’arroganza con l’arroganza: ma chi ha detto che Israele, per aver occupato quelle terre duemila anni fa,ne conserva l’usucapione? In fondo,se gli arabi s’incazzano (ma non dice questa parolaccia;è educato e forbito) contro chi gli è venuto,sia pur mandato da dio e dalla cattiva coscienza dei misfatti europei,in casa propria,forse bisogna capirli e sminare le cause.

Apriti cielo! Nirenstein, come una furia della mitologia interrompe, si scaglia (e il moncalvo gigi non la ferma: compiaciuto dell’aggressione al “comunista” guarda soltanto preoccupato qualcuno-che-non-si-vede e borbotta appena: ”siamo fuori tempo!” Lei ha letto tutto, ha studiato al meglio (altro che noi; altro che il povero Vattimo!) su libri israeliani, nelle università israeliane (chapeau!), ha mangiato più pompelmi Jaffa di Vattimo che merita, pertanto di essere insolentito” Lei che è professore, dovrebbe sapere almeno la metà di quello che so io; ma a quanto pare, non sa nemmeno che è dio ad aver assegnato ad Israele una grande terra, un grande gioioso ruolo, la gran sorte di risorgere (e qui ha ragione da vendere ed ha la nostra piena solidarietà) di continuo dalle proprie ceneri. Quindi, quando si parla di Israele, non si tratta di storia, ma di….metafisica! Fiera, lei, di essere ebrea (ma fieri noi di rispettare tutte le fedi, purchè siano tolleranti!).

Vattimo, per nulla contrariato, almeno a vista, di non poter parlare che per lampi, investito sempre dalla Niagara falls, obietta alla svelta: “Ma se siete tanto buoni, come spiegate Sabra el Chatila ed il massacro di tanti innocenti in una sola notte? Non era il vostro Ariel Sharon a comandare le truppe assassine?”

Riapriti cielo! “Professore, (almeno mi dicono che lo sia!), ma lei non conosce la storia, la “nostra” storia. Noi siamo sempre stati attaccati e mai attaccanti. Quindi, per assioma, a Sabra el Chatila saranno stati…i libanesi (?). Io ho letto più di lei (“Brava!” avrà detto quasi fra sé il divertito e “signore” Vattimo) e la sua storia non vale davanti al mio apriorismo filosofico (“..e fideistico!”avrà sempre pensato Vattimo)

Passa il tempo, occupato dalla furibonda, col moncalvo felice dentro, come può sempre far felice certo giornalismo d’oggi, per le stoccate al “sinistro” e preoccupato per il tempo-massimo del programma che ridà la parola a Vattimo (avrà parlato in tutta la serata cinquanta secondi!) che obietta, leggero e dolcemente comprensivo: “Io certo so di Israele di seconda mano, da amici, da informazione e da libri; invidio lei che sa. Ma mi spieghi almeno come giustifica certi eccessi a difesa dell’esercito israeliano?”

Ed è ancora Niagara: come osa quel supposto professore non sapere che il “terrorismo” è nel dna degli arabi ribelli come Lucifero che non si lasciano assimilare nello stato beato di Israele (qualche migliaio, e perché vi lavorano! Ndr). Se NOI spariamo prima, è perché qualcosa, un Mossad interiore, ci convince che quello che puntiamo è un terrorista! Noi sì che sappiamo!”

“ Beh!Basta!”sorride Vattimo e fa per alzarsi. La faccia da cocomero impassibile del moncalvo s’apre un attimo (e gli occhi girano, preoccupati dello “sforare”) per saluti. Nirenstein, sudata e scomposta come Indaghi dopo novanta minuti di partita, rimane seduta né saluta l’interlocutore gentile e ragionevole. 

Israele è ben altro che Nirenstein! Siamo tutti preoccupati del cumulo d’odio che le sta nascendo attorno nel mondo arabo sempre più fanatizzato e sempre più messo alle strette dalle politiche dei propri ras e delle potenze mondiali. Sappiamo che molti errori sono stati commessi per eccesso di fiducia nel grande ed interessato protettore Usa. Ma adesso c’è allarme e non è il caso di aprire vecchi cassetti. Difendiamo il diritto di tutti e due i popoli a trovare un possibile e realistico assetto di vita col costituire due stati in una unica terra,certo,ben scompartita!

Per questo mi offendono tirate intolleranti e fallaciste come quelle di Nirenstein. Allontanano non pur l’avvio a soluzione di problemi urgentissimi,ma la comprensione stessa della situazione,avvelenata coi continui paradossi!

Menomale che gli intellettuali, quelli veri, di Israele si chiamano Jehoshua, Oz, Grossman e mandano preoccupati ed inequivocabili messaggi di invito ad agire per la pace.

Ma forse, per Nirenstein, sono soltanto…professori! E, non si può dire, ma si pensa,”tradiscono” la santa causa!

Si impara sempre qualcosa, arrabbiandosi, come ho fatto io, in una notte d’autunno.

Sergio Giuliani