TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

 

PER CHI SUONA LA CAMPANA

NELLE AREE VERDI DI BORGIO

 

Il sindaco-ex banchiere Vadora vuole rilanciare il paese dando il via ad una serie di  maxi-operazioni immobiliari. E’ convinto del sostegno della maggioranza dei cittadini. Interrogativi e dubbi. La minoranza consiliare contesta alcune scelte. Quale futuro? Cosa insegna l’urbanizzazione della nostra Riviera? Chi ci ha perso e chi ci ha guadagno molto, moltissimo? Il monito di Beppe Grillo e Antonio Ricci.

  

BORGIO VEREZZI – Il sindaco-banchiere (ex funzionario Carige), pensionato, senza etichette di partito, Giancarlo Vadora, sembra non avere dubbi. Il progetto immobiliare sulle aree verdi ai confini con Finale Ligure, a monte della ferrovia, si deve fare, costi quel che costi sul fronte delle battaglie politico-amministrative. Vadora fiuta il venticello del consenso all’operazione della maggioranza dei suoi elettori. Ma anche di una certa sinistra in provincia, in Regione e dal mondo delle cooperative.

Tra il salvare una delle poche aree verdi ancora esistenti lungo la fascia costiera della martoriata Riviera savonese (fa eccezione Andora) e consentire la cementificazione, in cambio di soldi ed opere pubbliche, non ha dubbi. Pochi, maledetti e subito.

I nostri posteri, in quanto a tutela ambientale, si aggiusteranno. Faranno come negli Stati Uniti, radendo al suolo i palazzi, per far rivivere il verde urbano, la qualità della vita.

LA STAMPA RIVELA

Dunque apprendiamo da un ottimo servizio di Augusto Rembado, su La Stampa del 2 novembre, che è arrivato il primo sì al progetto sulle aree del conte Douglas Scotti, nobile abitante nel milanese. L’elaborato su cui Trucioli Savonesi (vedi servizi nell’archivio del blog) ha già dedicato parecchio spazio, ha avuto il via libera della commissione edilizia comunale, già al centro delle dimissioni-mai chiarite- di un suo componente, l’architetto finalese Silvia Accinelli.

Perché il “banchiere” Vadora – considerato volto pulito della politica ed un’appartenenza a club elitari (massoneria compresa?) – dice sì al discusso progetto, discusso non solo per ragioni urbanistiche, ma per l’humus che lo circonda?

Ad Augusto Rembado ha dichiarato:

1)   <Realizzare il complesso immobiliare di 21 mila metri cubi, ad opera di privati, risponde ad un importante interesse pubblico>.

2)   <La collina non sarà toccata, i nuovi interventi avranno un impatto ridotto>

3)   <Avremo in cambio opere pubbliche per centinaia di milioni di euro, per ora ipotizzate in oltre un milione e 500 mila euro>. Aggiungiamo noi: il prezzo di tre bilocali. E’ poco? E’ tanto? Giudichino i lettori, ma anche chi ha dimestichezza di queste cose, ad iniziare dagli imprenditori e dai professionisti del settore, dagli agenti immobiliari.

4)   <Le opere pubbliche consistono nella passeggiata, rotonde, collegamento al depuratore, verde pubblico, parcheggi ed altro>.

 

LA MINORANZA CONTESTA

Il sindaco ha precisato: <La commissione edilizia ha espresso un giudizio di massima positivo, ma ha trasmesso la pratica per un parere. Ci sono vincoli di competenza degli organismi superiori>.

Sempre su La Stampa si faceva presente che <nei giorni scorsi i consiglieri di opposizione di Borgio, Fulvio Canneva, Enrico Rembado, Roberto Pesce e Renzo Locatelli, hanno depositato un’interrogazione <sui problemi edificatori in zone non previste dal piano regolatore vigente>.

Più in particolare il gruppo di minoranza ha chiesto: <quali sono i progetti presentati in via ufficiale che ufficiosa, se esistono trattative tra sindaco e i privati per l’utilizzo delle aree ai fini edificatori, se risponde al vero l’utilizzo delle aree ex cinema in via Trento e Trieste per la costruzione di un nuovo complesso  scolastico>.

La dialettica, è noto, rappresenta il “sale della democrazia”. La minoranza di Borgio, con l’ex sindaco-anticemento Enrico Rembado, anche per il suo passato politico di democristiano, non può essere annoverata, neppure dalla destra, come massimalista, estremista di sinistra, professionisti della politica, del sindacato, delle tessere di partito o delle cooperative (rosse o bianche).

Meritano rispetto ed attenzione, alla stessa stregua della maggioranza e del suo sindaco, al di là delle ombre di alcune scelte prospettate e dei personaggi interessati o gruppi di potere assai chiacchierati negli ultimi mesi. 

Vadora ritiene, forse a ragione, forse a torto, che Borgio debba dare un “colpo d’ala”, recuperando, rilanciando, urbanizzando ciò che resta di verde lungo la fascia costiera che resta la più appetibile, come è accaduto in gran parte dell’arco della nostra Liguria.

Ma se il cemento, le seconde case, l’urbanizzazione è così utile alla crescita economica e sociale, per quale ragione nonostante il panorama immobiliare, il turismo di qualità sta morendo?

Perché nessun grande gruppo alberghiero nazionale ed internazionale sceglie di investire nella nostra provincia? Perchè è governata dalla sinistra? Anzi, hanno rifiutato molte offerte allettanti come documentano i ritagli stampa.

Perché, al turismo di qualità, è subentrato un inesorabile turismo sempre più dequalificato, “povero”, caotico, da superaffollamento per la presenza tra Andora e Varazze di oltre mezzo milioni di seconde case? E, inesorabilmente, se ne vogliono costruire altre per favorire il nuovo “miracolo economico” savonese.

Nessuno, finora, ha accolto l’appello di “Trucioli” di rendere noto il numero dei vani abitabili autorizzati nella nostra provincia nell’ultimo decennio, ma anche in Liguria e soprattutto l’urgenza di censire quelli effettivamente realizzati perché, secondo fonti attendibilissime, è successo il finimondo, tra sottotetti recuperati, vani tecnici denunciati e non, garage e negozi trasformati.

Mentre si continua a raccontare ( vero presidente Burlando ed assessore Ruggeri?), la favoletta dei volumi che non crescono. Pensate solo che al posto della Piaggio, delle ex cave Ghigliazza, si vogliono costruire delle città, tipo Spotorno. Altre ristrutturazioni per volumi esistenti a Pietra (ex cantiere navale), a Varazze (retroporto), a Loano con la “zona alberghiera”, sempre in attesa di decollo, con due passi avanti e tre indietro.

Cosa ne pensano, a proposito, i nostri sensali della politica che affollano i consigli comunali, le commissioni edilizie, con famigliari di primo e secondo grado impegnati a costruire, edificare, vendere, progettare e soprattutto fare tanti soldi, investire uno e guadagnare cento. Con i soci di studi professionali in (non) evidente conflitto di interessi.

E poi meglio se in processione, nelle varie feste patronali e non, si è in prima fila. A portare il crocifisso, il santo, la statua.

Ovviamente non ci riferiamo solo a Borgio, ma soprattutto a località dove da qualche anno i signori del cemento la fanno da padroni sotto ogni aspetto. E si vantano pure di avere il consenso popolare. Come Mussolini che almeno durante il suo regime ha regalato ai posteri città con strade ampie e dritte, piazze, parchi. Oppure come avviene in certe zone della Sicilia, della Campania, della Calabria dove chi governa con la mafia ed il malaffare ha maggioranze elettorali bulgare.

Ebbene di fronte a questo quadro (qualunquista? disfattista?) c’è da sperare che a Borgio Verezzi non si getti alle ortiche l’esperienza positiva vissuta negli anni in cui prevaleva tra la popolazione la “cultura dell’ambiente”, della “qualità della vita” non sempre sacrificata sull’altare della speculazione immobiliare.

La minoranza consiliare di Borgio non è stata eletta per governare, ma ha il dovere di collaborare al bene comune, ricordare al sindaco, alla sua maggioranza, agli sponsor degli affari& mattoni alcune problematiche.

1)   Borgio non ha il Puc (Piano urbanistico comunale). Il piano regolatore è scaduto l’aprile dello scorso anno.

2)   Nei 18 mesi successivi possono essere realizzate sia varianti di connessione, nei casi di grande interesse pubblico, sia varianti contestuali.

3)   Con le varianti di connessione non possono essere realizzate modifiche sostanziali. A meno che non ci sia un importante interesse pubblico. E’ interesse pubblico, come sostiene Vadora, l’operazione dei privati sulle aree Douglas-Scotti? Oppure può essere invocato solo nei casi in cui si realizzino opere pubbliche, come scuole, ospedali, e cosi via?

4)   Nelle varianti contestuali non può essere fatta alcuna modifica se non il trasferimento dei volumi e dopo i 18 mesi.

5)   Comunque bisognerebbe dare un incarico, da parte dell’ente pubblico, ad un progettista affinché realizzi  nelle zone interessate le varianti proposte.

6)   Nell’area Douglas-Scotti è in previsione il trasferimento a monte dei binari (un vero bacio della fortuna) che senso ha prevedere oggi - emerge dal progetto presentato - un sottopasso alla Ferrovia? Esiste o non esiste il trasloco dei binari?

7)   Giancarlo Vadora, non avendo scheletri negli armadi, può spingere semmai perché sia messo in cantiere il Puc. Perché non lo fa?

8)   L’ultima variante al piano regolatore di Borgio era scaturita al termine di una ventina di riunioni. Una consultazione popolare e di categorie, si segua lo stesso esempio.

9)   Come spiegare che in piazza Marconi, zona ex ferrovie inedificabile, un gruppo di “benefattori” di Borgio, amici degli amici, abbia sborsato due milioni di euro per un fazzoletto di terra. Per fare garage interrati in una zona già satura sul mercato?

 

PER CHI SUONA LA CAMPANA

Non si tratta, pare giusto precisarlo, di Vangelo. Né da parte della minoranza, né ad opera del sindaco e di chi lo sostiene. Resta da chiedersi per chi suoni la campana di Borgio. Concretezza ed opere pubbliche sono benvenute, come pure il pragmatismo di un sindaco assai stimato.

E’ giusto sacrificare l’ambiente, il futuro delle generazioni per un pugno di soldi o per certe opere pubbliche che, lo dimostrano le molte realizzate in Riviera (vedi passeggiate sopraelevate sul mare), non hanno affatto qualificato il turismo, l’industria alberghiera. Ci vuole ben altro contesto progettuale. Ben altra programmazione.

Molto fumo poco arrosto, in compenso una manna per gli speculatori, un disastro per l’unica risorsa rimasta, l’ambiente, la qualità della vita degli abitanti, ma anche dei turisti che scelgono per le vacanze e il relax, i paesi, le aree, le mete dove la natura è stata davvero tutelata. E non per un capriccio degli ambientalisti, ma dei governanti e di imprenditori lungimiranti. E che nella nostra Liguria, per una serie di ragioni, non esclusa la disinformazione o la carenza di informazione dei giornali, delle tivu, come continua a sostenere Beppe Grillo, di interessi trasversali ai partiti, al mondo delle cooperative, dei sindacati, registra un vuoto pauroso.

Ma anche paura di esporsi, di denunciare pubblicamente, come sostiene Antonio Ricci in alcune sue interviste a La Stampa e al Decimonono in occasione della polemica sulle (scampato pericolo?) nuove torri di Albenga.

Un vuoto pauroso nella cultura ambientale, nella sua valorizzazione che si predica molto a parole, assai meno nei fatti, nelle scelte strategiche.

Quale sarà il futuro? Sant’Agostino scriveva: <E’ saggio guardarsi dalla speranza senza fondamento e dalla disperazione>.  

 

Luciano Corrado