Alla Spezia un pezzo di arsenale, a Genova la "Pilo", a Portovenere l´ex casa cantoniera
 
Vendesi caserma uso familiare
 
l´operazione
Nuova raffica di cessioni del demanio militare in Liguria
 
AVA ZUNINO La Repubblica

A Genova si è appena aggiunta la caserma Pilo, nel cuore di Carignano, a due passi dalla basilica, oltre alla caserma Gavoglio al Lagaccio e al Forte Castellaccio; a La Spezia una serie di batterie, una caserma, una parte dell´arsenale e a Portovenere l´ex casa cantoniera. Poi ancora caserme e forti nell´imperiese e nel savonese (Bergeggi, Albenga, Pornassio, Triora, Sassello). In tutto, sono 35 tra aree e manufatti dell´ex demanio militare in diciassette Comuni della Liguria, che lo stato intende vendere e il cui destino adesso sarà deciso insieme dalle amministrazioni locali e dalla Regione che tratteranno su un unico tavolo tutta la partita. E´ l´accordo che la Regione ha siglato con il Demanio e che ieri è diventato oggetto di una intesa firmata dal presidente Claudio Burlando con i rappresentanti dei 17 Comuni e delle quattro province liguri interessate.
«E´ stata bandita una gara per individuare la società che dovrà occuparsi della valorizzazione di queste aree: sarà il braccio operativo del demanio e sarà il nostro interlocutore», ha spiegato Burlando aggiungendo che i tempi sono veloci. Entro fine anno sarà individuata la società ed entro sei mesi («a giugno, prima delle vacanze estive») i Comuni dovranno aver stabilito che cosa fare nelle aree e nelle strutture dell´ex demanio militare. «Il tentativo è fare un programma coordinato evitando che ognuno vada per proprio conto - dice il presidente Burlando - Questo accordo arriva alla vigilia dell´utilizzo di un nuovo programma di fondi europei, e in certi casi si può decidere di investire una parte di queste risorse per i progetti sulle aree ed edifici di questo accordo». Burlando, ha presentato l´accordo insieme all´assessore Rita Berruti e agli assessori delle quattro province, come Paolo Perfigli per Genova, e ai sindaci dei Comuni che hanno siglato l´accordo. In alcuni casi la definizione dei progetti è in fase avanzata, in altri le amministrazioni sono in alto mare: molte strutture saranno destinate ad usi culturali e sociali (accadrà soprattutto per i forti) in altri casi ci saranno edifici in parte utilizzati anche come residenze. «Il processo non è quello di urbanizzare zone verdi - dice Burlando - ma è di valorizzare zone già urbanizzate». Come dire: niente cemento nuovo ma anzi forse sarà alleggerito quello già esistente. Il sindaco di Diano Castello, che vuole acquisire la Caserma Camandone, ha spiegato che ha affidato all´Università di Genova il compito di elaborare un progetto con spazi ricreativi e un centro benessere: «su cui consulteremo tutte le categorie per sentire le loro esigenze e capire se all´imprenditoria serve altro».