Alassio. Parte l'assalto alla collina alassina. Un assalto
fatto di edilizia e di cemento, che però spaventa gli
operatori turistici e gli ospiti vip di Alassio. Proprio in
queste settimane è in corso un braccio di ferro tra una
cordata di imprenditori romani e genovesi intenzionati ad
una forte lottizzazione della collina tra Cavia e Vegliasco
e i proprietari delle ville e dei terreni sottostanti.
Il progetto della cordata (che fa capo a una società con
sede a Nizza) prevede la realizzazione di una decina di
grandi ville, plurifamiliari, utilizzando gran parte
dell'indice di edificabilità dell'intero versante collinare,
che peraltro sarebbe inserito in una zona cosiddetta TE,
cioè turistico-agricola. Ma una postilla del piano
regolatore consente anche la realizzazione di abitazioni
private (tra l'altro con un indice di 0,20, decisamente
elevato), e vista la bellezza del posto c'è stato subito chi
ha pensato di mettersi all'opera. Ma il primo piano
attuativo presentato dalla cordata si è ben presto arenato
di fronte ad una norma dello stesso piano regolatore che
prevede l'accordo di tutti i proprietari dei terreni della
zona. E guarda caso poco più in basso altri già da tempo si
erano accorti della bellezza della collina e del panorama
che se ne gode. Gente come gli Hanbury e i Levi in passato,
poi i Beniscelli fino ad Antonio Ricci e altri ancora. E
adesso queste famiglie o chi ha acquistato nel frattempo
quelle proprietà proprio perché incastonate in una collina
di macchia mediterranea incontaminata storce il naso di
fronte ad un'ipotesi di cementificazione. Tra l'altro il
progetto prevederebbe anche la realizzazione di una notevole
(per dimensioni) rete viaria, visto che attualmente quella
zona è assolutamente irraggiungibile.
Ma dopo il primo stop, la società
transalpino-genovese-romana è ritornata alla carica
scrivendo a tutti i proprietari dei terreni della zona
chiedendo se fossero interessati a partecipare alla
lottizzazione. Secondo una prima stima se tutti i
proprietari della parte bassa della collina accettassero di
entrare nell'affare, il numero delle ville e palazzine da
costruire potrebbe quasi raddoppiare. Molti però, Ricci e
Beniscelli in primis, hanno già fatto sapere di non essere
interessati ed intendono rivendicare la titolarità degli
indici sui propri terreni, con l'intento di "congelarli" per
evitare o ridurre la cementificazione della collina. Proprio
Ricci è stato tra l'altro il promotore dell'iniziativa per
l'acquisto di villa Hanbury, evitando che fosse oggetto di
speculazioni edilizie, ed ora sembra piuttosto seccato che
qualcuno si prepari a farne una ancora più colossale a
qualche centinaio di metri di distanza.
Tra le preoccupazioni espresse, oltre a quella sulla
devastazione della collina, anche quelle relative ai servizi
ed alle reti fognaria e di scolo delle acque bianche,
decisamente inadeguate a sopportare l'impatto di nuovi
insediamenti in collina. Non è escluso, tra l'altro, che
nelle prossime settimane nasca un comitato civico in difesa
della collina alassina e contro la cementificazione
selvaggia. Insomma, sembra sia cominciato qualcosa che sta a
metà tra un braccio di ferro ed una partita a scacchi dagli
esiti incerti, che ha come campo di battaglia la collina di
Alassio.
Luca Rebagliati
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