grazie davvero ai tre milioni e quattrocentomila cittadini repubblicani!
QUELLI CHE LA DOMENICA…
                di Sergio Giuliani    versione stampabile

....vanno a votare, stupiscono, sono c. come disse il berlusca, sono retrogradi fissati, legati a riti della primissima democrazia,incapaci di “vaffa” o, peggio ancora, come disse Fazio Fabio, incapaci di essere “confusi”, visto che è tanto di moda?
Forse così tanti, cocciuti, in fila per mezze ore, a seggi che sembravano quelli degli anni cinquanta (molto cordiali e poco solenni) non se li aspettava nessuno, nemmeno i promotori.
   

 E questo malgrado che i massmedia avessero tuonato contro la “casta” e dato assai spazio al grillo (e non che le due denunce non abbiano del buono; che anzi!), che nel pollaio Unione ci fossero state potenti, secche beccate (irrequieto Mastella, in uscita Dini, i ministri comunisti in rotta di collisione sul welfare ed altro) e che Fini avesse, il giorno prima, rinfrescato un copione della marcia su Roma.

Io non saprei dire se questi incalliti votatori non si danno a conoscere e spiazzano anche i partiti che li rappresentano e che spesso non sanno neppure di averli al fianco, più attenti alle cose della politica di quanto giornali e tv ci facciano sospettare o se siano proprio loro, i carrozzoni-partiti spesso autoreferenti che non li sanno o li vogliono vedere.

Fu sorpresa la primaria per Prodi; più lo è stata questa, dopo un periodo, che pare interminabile, di logoramento della spinta riformatrice, finita, e c’era da aspettarselo, realisticamente, nelle secche di chi tira il potere per la giacchetta a pro suo o della propria supposta ideologia. Logoramento “naturale”, sotto gli occhi di tutti, più forte di tutti i propositi e di tutte le intenzioni della buona politica. A Bersani si chiede a gran voce di fare riforme che spezzino l’esosità dei costi di certi servizi, ma guai se tocca i nostri interessi e non soltanto quelli del vicino.”Not in my country” dicono gli americani: ovvero, io voglio sì il treno veloce, europeo; ma non nella mia valle!

Il giorno dopo, Bersani deve ritirare o annacquare, pena lo sfaldarsi della coalizione, ogni progetto realistico, tecnicamente ben ponderato, ma, guarda caso,”impolitico”, non praticabile!

Il colmo della misura si passa col Mieli Paolo che, fautore allora dell’Unione, oggi, da giornalista qual è, si fa mèntore e minace: o riducete domattina parlamentari e spese collegate, o addio al mio appoggio e, quindi, buon bagno….! Hai capito, l’uomo modesto pronto per il futuro!

E poi, domenica 14,in prima pagina su “La Stampa” (quale strano miscuglio, col sempre bellissimo articolo di fondo di Barbara Spinelli!) il Fazio politologo (ma perché, per quali meriti; forse perché è stato alunno del Calasanzio”?) diffonde a piene mani “confusione”:non ci vado a votare, perché non so se nasce un partito nuovo o rispunta, truccata, una vecchia dc.

Sai che analisi! Tre milioni e quattrocentomila persone, di cui, credo, pochissime beneficate da fasti televisivi, hanno di certo messo in conto questo rischio, ragion per cui, però, sono andate più convintamene ancora a votare. Sono silenti, certo, ma quando è il caso si stanano eccome e sono presenti massicciamente col loro peso e con il loro fondato, non arlecchinesco, rapporto con la politica.

Sanno quando il veicolo delle riforme è in riserva e arrivano, sicuri ed immancabili, a dare carburante. Certo che la formula escogitata potrà incepparsi ancora, essere improduttiva, riproporre le stesse difficoltà di navigazione appena appena rimandate (e ciò accadrà sicuramente se non si cambia, presto,incalzati –ed è un bene – come siamo dal referendum, la legge elettorale in vigore. Però,da domenica scorsa,i partiti confluiti nel Pd, sanno che non si scherza a lungo con la commovente, sempre rinnovata e non certo da c. fiducia riconcessa ampiamente alle forze di sinistra-centro. Si assumano questo gran carico di responsabilità, che è, però, anche un propulsore da Formula Uno con cui, finalmente, frantumare egoismi di parte e furberie spregiudicate.

Come quella di scrivere, in prima pagina (chissà se consigliato o meno da qualche spin doctor dello spettacolo) “Aiuto! Sono confuso!” O si pensava che fosse di già cominciata la fuga dei topi dalla nave che affonda? E allora grazie davvero ai tre milioni e quattrocentomila cittadini repubblicani!

Sergio Giuliani