IN CENTINAIA chiedono di non dover più vivere nel terrore
alluvione. Lo chiedono, anzi lo invocano, mentre le minacce
meteorologiche - i mesi autunnali statisticamente sono i più
a rischio - incombono. Mentre, come segnalano quasi con
disperazione, «lo stato di abbandono dei greti torrentizi è
sotto gli occhi di tutti».
Sono gli abitanti di via Nizza - Costacavalli, abitanti
presso una ventina di palazzi, costituitisi anche in
Comitato spontaneo, ad aver paura. Loro, di esondazioni in
tredici anni, ne hanno subite tre. Accaddero nel 1992, nel
'95 e, l'ultima, l'undici di settembre del 2005. Tutte
devastanti, soprattutto nei locali al piano terra, tutte
senza che i savonesi interessati e gravemente danneggiati
abbiano mai beneficiato, nonostante le ripetute istanze, di
un solo euro di risarcimento.
Oggi, lungo i rii San Cristoforo e Molinero, due corsi
d'acqua brevi e di arginatura stretta, però pronti a
trasformarsi per effetto della pendenza, in due in torrenti
di raro impeto, la situazione è quella di sempre. O meglio
quella di prima delle esondazioni.
«Viviamo nel terrore: sì, è corretto definirlo così -
afferma Guido Piscopo, rappresentante del Comitato - I
motivi per cui ci troviamo in questo stato sono dovuti alla
scarsa vigilanza, pulizia e manutenzione dei due rivi, i cui
alvei sono ostruiti da rami, detriti, a volte tronchi
d'albero, e alla foce c'è pure una barriera di sabbia. Il
sottopassaggio che collega la zona di Legino a via Nizza, in
quel triste passato, ha raccolto acqua e fango di piazzale
Amburgo e l'ha convogliata con violenza verso via Nizza.
Ecco gli stessi rischi sussistono oggi. E cioè il pericolo
che invada ancora cantine, garage, androni dei palazzi, che
porti via auto e ogni altro bene che si trova al piano
terra. Ci auguriamo di non dover mai annoverare vittime».
Il Comitato che Piscopo rappresenta ha presentato esposti,
reclami, solleciti per prevenire ed evitare che tutto si
ripeta ancora. Ha chiesto anche uno studio idrologico.
«Le nostre istanze finiscono tutte con risposte che oserei
dire sconcertanti - segnala - del tipo "non abbiamo soldi
per effetto della nuova legge Finanziaria", "non è stato
inserito nel bilancio" . Comune, Provincia, Regione, tutti
gli enti pubblici hanno un buon motivo per dirci in qualche
modo, "siamo spiacenti". Ma siamo noi cittadini dispiaciuti
di constatare che nessuno vuole interessarsi. Né per
prevenire, né per riparare».
Il Comune nel 2005, dopo l'esondazione-alluvione provvide,
grazie all'interessamento dell'assessore all'ambiente e
protezione civile, Piero Casaccia, alla pulitura degli
alvei, dei tombini e delle caditoie stradali (altri imputati
delle inondazioni). Ad oggi pare che le operazioni di
pulizia abbiamo riguardato solo questi ultimi. «Per noi
savonesi non c'è mai un euro, mentre altre province come
Imperia e Genova, beneficiano di contributi e soprattutto
hanno già ricevuto cifre di risarcimento - conclude Piscopo
- Il mio caso personale non è il più grave. Ma c'è chi, come
il titolare di un distributore di carburante di via Nizza,
ha subito danni per decine e decine di migliaia di euro. Noi
vorremmo un interessamento, almeno l'attenzione ».
Attenzione, interessamento. Azioni semplici, insomma, ma
urgenti e indispensabili.
Natalino Famà
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