Un porto ci salverà dal cemento |
Novi: "Scali commerciali alla nautica, costruire non serve" |
Abbiamo già fatto partire la gara internazionale per dare in concessione la nuova Darsena |
"Le banchine inutilizzate possono essere riconvertite con investimenti contenuti" |
Salone, la rivoluzionaria proposta del presidente dell´authority genovese |
Il ministro dei Trasporti per la chiusura: prima la Fiera, poi lo stadio |
MASSIMO MINELLA La Repubblica |
E´ un po´ come l´uovo di Colombo:
dare spazio alla nautica da diporto anche negli scali solitamente
riservati alle navi mercantili e passeggeri spazi anche per la nautica
da diporto. La proposta arriva dal presidente dell´authority genovese
Giovanni Novi a margine della presentazione, ieri al Salone Nautico, del
progetto di sette regioni per lo sviluppo della nautica, della
portualità e dei mestieri legati al mondo del mare. «La piccola nautica
è un po´ in crisi perché non diamo ospitalità come si dovrebbe alle
imbarcazioni più piccole, a causa dei prezzi troppo cari o per la
mancanza di accesso adeguato alle spiagge - spiega Novi - In Italia
abbiamo 25 autorità portuali e 104 porti che sono una ricchezza, se si
sanno sfruttare. Fermo restando i grandi porti gestiti dalle authority,
tutti gli altri hanno spazi in abbondanza, spesso inutilizzati, e che
potrebbero essere riconvertiti con facilità alla nautica. Potrebbero
essere attrezzati rapidamente, si tratta solo di rimetterli in ordine.
So che questo governo ci sta lavorando». Genova e la Liguria possono fare la loro parte, a condizione ovviamente di avere sempre ben chiari i vincoli paesaggistici, precisa il leader dell´authority che si schiera contro i progetti di cementificazione. «Abbiamo porticcioli nautici di grande efficienza e, per quanto ci riguarda, abbiamo fatto partire la gara per dare in concessione la nuova darsena - aggiunge Novi - Sono nati parecchi porticcioli che sono complementari alla nostra industria, non c´è alcun bisogno di riempirli di cemento per far quadrare i conti, perché questi quadrano da soli». E proprio sulla scia di questo, si inserisce il progetto presentato ieri e che vede la Liguria come capofila di un´iniziativa tesa a creare un percorso di riqualificazione e di formazione professionale dei mestieri del mare. La Liguria verrà affiancata da altre sei regioni italiane (Sardegna, Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio e Veneto). «Si tratta di un progetto con finanziamenti europei per sviluppare le azioni del settore marittimo portuale e della nautica da diporto seguendo due piani di interventi - spiega il dirigente del settore sistema educativo della Regione Liguria, Alessandro Clavarino - Il primo è indirizzato all´ampliamento di nuove competenze nell´ambito portuale e ai temi della prevenzione, della sicurezza sul lavoro e della gestione dell´inquinamento dell´ambiente portuale. Mentre per le regioni senza sbocco al mare, il piano di intervento si è concentrato sul tema della pianificazione logistica e della infrastrutturalità. Il secondo livello in cui si è articolato il progetto interregionale è quello dello nautica da diporto, sviluppando i temi legati alla portualità turistica, ai servizi per la nautica e alla cantieristica». I primi risultati sono confermati dai numeri: 273 studenti che in Liguria hanno frequentato i corsi di formazione triennali per acquisire un titolo di studio inerente la figura professionale nell´ambito portuale e l´individuazione in due anni di 47 nuovi mestieri del mare. Anche di questo si parlerà sabato e domenica, giorni conclusivi del Salone, in cui ci sarà il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Per lui, sabato, visita al salone e partecipazione nel pomeriggio a un convegno sulla nautica. Poi pausa serale per vedere Italia-Georgia a Marassi (seguita da una cena da Edilio). Domenica mattina, nuova visita al Salone, nella giornata conclusiva. |