LETTERE  ALLA  REDAZIONE
                                    

 

 

                  

 

 FERRANIA Ci siamo di nuovo!

 

Lo straziante e squallido “gioco” del ritardo nell’erogazione degli anticipi dell’indennità di  Cassa Integrazione   da parte di Ferrania Technologies continua.

Sì, ancora una volta  i  brillanti e futuristici piani aziendali  annettono nelle loro complicatissime e lungimiranti strategie , l’utilizzo del pagamento posticipato . E’ sicuramente un segnale “rassicurante” per un’azienda che promette ,all’atto dei piani industriali presentati,piattaforme innovative, rilancio produttivo e grandiosi progetti  di altissimo valore...

La realtà,invece, è fatta di enormi sacrifici e umiliazioni incombenti  solo ed esclusivamente sulle ormai logore spalle dei soliti, I LAVORATORI!  

 Emiliano Monticelli Cassaintegrato Ferrania

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Pubblichiamo integralmente la lettera che Paolo Bossi ha inviato a LA STAMPA e che il quotidiano ha pubblicato parzialmente domenica 7. Ci chiediamo:  quella de La Stampa è stata un' esigenza tipografica, una  svista o semplice censura?
Evidenziato (sfondo giallo e grassetto) il  periodo non pubblicato.

L’ecomostro Crescent inizia ad emergere, ma chi garantisce i cittadini?

A fine aprile 2006, fui cortesemente ricevuto dall’allora assessore all’urbanistica di Savona. Mostrandomi i progetti del Crescent, mi spiegò che il posizionamento dell’edificio sarebbe (a seguito di prescrizioni della Soprintendenza) stato sufficientemente arretrato (rispetto alle “terrazzette”), per consentire la visuale del Priamar dalla Piazzetta d’Alaggio, e collocato a sinistra (guardando dalla Darsena), per salvare la vista del Priamar dall’Aurelia, a beneficio di chi entri a Savona da levante.

In effetti, i disegni ampiamente diffusi presentavano l’edificio nell’insieme lungo come il lato terminale della darsena, posizionato simmetricamente al medesimo.

Mi sembrò difficile che entrambe le visuali fossero nei fatti rispettate, ovviamente con doveroso riferimento all’intero complesso monumentale (compreso il Bastione San Bernardo, la parte più ad est, sulla quale fu collocato l’Ostello della Gioventù). Tuttavia, non disponendo d’elementi concreti per avvalorare la mia pessimistica sensazione, mi rassegnai ad attendere fiducioso.

Ora, il costruendo edificio inizia a spuntare dal livello del suolo, sono andato in Piazzetta d’Alaggio e sulla “Terrazzetta”. Pur non disponendo di strumenti tecnici, temo che le due visuali di pregio, la cui salvaguardia (a detta dell’assessore) fu imposta dalla Soprintendenza e fatta propria dal Comune, abbiano le ore contate. L’edificio pare essere ben più ampio (ed a ponente) del lato corto della Darsena (il sospetto è che il disegni di presentazione fossero volutamente minimizzanti). La visuale Piazza d’Alaggio – Priamar è assolutamente improbabile.

Mi chiedo chi stia controllando il rispetto delle prescrizioni. Non so se la Soprintendenza sia attiva in  tal  senso.  Probabilmente  il   ruolo   di   controllo   dovrebbe   essere   esercitato   dal   Comune, ma l’attuale assessore all’urbanistica ha pubblicamente dichiarato d’aver prenotato un appartamento nel Crescent. Niente di male (gusti a parte), ma chi garantisce i cittadini?

Paolo Bossi