ECONOMIA CORSI DI
FORMAZIONE PER 400 POSTI Operazioni edilizie Nel terminal Maersk precedenza ai vadesi La Lega Nord rimpiange il Coreco che controllava tutte le delibere Accordo in Provincia anche su forniture e subappalti |
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ERMANNO BRANCA
LA STAMPA SAVONA I cittadini di Vado avranno la precedenza per lavorare nella piattaforma contenitori della Maersk. E’ la condizione posta dal sindaco Carlo Giacobbe che ha chiesto anche percorsi di formazione per le aziende di Savona, Vado e Quiliano, in modo che i benfici economici derivanti dalla costruzione del terminal ricadano nella zona che subirà l’impatto della piattaforma. Di questo tema si è parlato nel corso del «Comitato di pilotaggio» che si è svolto ieri mattina a Palazzo della Provincia con la partecipazione del presidente Marco Bertolotto e dell’assessore all’Industria Roberto Peluffo. L’amministrazione di Palazzo Nervi, insomma, è schierata in prima linea nel portare a compimento l’operazione Maersk che continua a far registrare la dura opposizione degli ambientalisti di VivereVado. Nel corso del Comitato è stato deciso di creare un gruppo di lavoro con la presenza di Autorità Portuale, Provincia di Savona e Comune di Vado, che curerà i rapporti con Maerks e le associazioni locali di imprese, proprio per valutare da un lato le offerte di lavoro e dall’altro la capacità di risposta della comunità locale. «Si tratta di settori complessi quali i servizi, l’impiantistica e altri ancora che richiederanno maggiore occupazione e personale qualificato: su questo il territorio e le imprese vadesi devono essere pronte a rispondere alla domanda di operatori qualificati». I cittadini di Vado avranno la priorità per i 400 posti di lavoro diretti garantiti da Maersk ma per questo dovranno seguire percorsi di formazione professionale che prenderanno il via all’apertura del cantiere. L’assessore all’Industria Peluffo si è poi preoccupato che le industrie savonesi nel complesso siano in grado di lavorare alla costruzione del terminal. Il segretario provinciale della Lega Nord Andrea Bronda plaude al monito del procuratore Scolastico contro la cementificazione e rimpinage l’abolizione del Comitato regionale di controllo. «Ai tempi del Coreco c’era un controllo attento, puntuale ed economico su tutti gli atti degli enti locali - dice Bronda -. Era facile per chiunque ottenere la verifica degli atti. Oggi invece l’unico strumento è il ricorso al Tar che è costoso e naturalmente meno veloce. Quindi i cittadini non hanno più la possibilità di difendersi dal grande potere discrezionale con cui gli amministratori decidono di costruire case per ricchi che spesso restano vuote e grandi centri commerciali». Prosegue Bronda: «Per quanto ci riguarda, come leghisti, chiederemo pareri ad esperti non savonesi in modo da offrire sulle pratiche più importanti pareri di alto livello. Nel frattempo non ci resta che invitare la Procura della replubblica ad indagare sull’edilizia selvaggia». |