All'ex Metalmetron arriva Conad IL SECOLOXIX
unieco e barbano hanno depositato il progetto
È giallo sul futuro centro commerciale: il nuovo piano prevede anche i generi alimentari
 
È ARRIVATO a Palazzo Sisto il progetto per la trasformazione dell'ex Metalmetron in un centro commerciale. Presentato dalla New.Co (controllata all'80% da UniEco, colosso cooperativo emiliano, e al 20% dal Gruppo Barbano attraverso Alfa Costruzioni) prevede che uno dei cinque "blocchi" che comporranno il centro commerciale nell'ex fabbrica sia destinato all'alimentare. Dietro all'operazione c'è il marchio Conad, sostenuto anche da Confcommercio e da un gruppo di commercianti locali.
La vicenda ha tutti i contorni del giallo e alcuni passaggi anomali hanno già messo in allarme gli uffici di Palazzo Sisto. La storia della complessa e difficile trattativa che, nel novembre del 2005, si concluse con il "via libera" del consiglio comunale all'operazione aveva, infatti, uno dei suoi punti fermi (apparenti, come vedremo) nel fatto che l'alimentare non avrebbe mai trovato posto nel nuovo centro commerciale. All'epoca, l'amministrazione comunale - con Francesco Lirosi reggente alla guida di una partita impostata da Carlo Ruggeri - giunse alla quadratura del cerchio soltanto dopo defatiganti discussioni interne e al termine di una serie di accordi con le parti sociali. A spingere verso il no agli alimentari la volontà di non saturare ulteriormente un mercato che già vede in città la presenza di Ipercoop, di alcuni supermercati e, soprattutto, di molti esercizi al dettaglio che - di fronte alla concorrenza - fanno sempre più fatica a sopravvivere.
Oggi, però, di quegli atti si fatica a trovare traccia scritta benché espressamente citati, anche di recente, dall'assessore Franco Aglietto. La stessa relazione introduttiva tenuta all'epoca dallo stesso Aglietto, al consiglio comunale, non risulta trascritta a verbale negli atti di quella seduta. Inoltre, l'amministrazione Lirosi, pur avendolo in un primo tempo annunciato, non avrebbe mai stipulato il protocollo d'intesa con la proprietà a proposito delle categorie merceologiche, ritenendo alla fine che tale atto non sarebbe stato realmente vincolante. A sua volta, la nuova compagine sociale di New.Co, subentrata poco più di un anno fa nella proprietà, si è procurata prima dell'acquisto la consulenza di uno dei più importanti studi di diritto amministrativo d'Italia, secondo il quale dal punto di vista legale nessun vincolo impedisce che tra le categorie merceologiche del futuro centro commerciale ci siano anche i generi alimentari. Una presenza, va da sè, che aumenterebbe la capacità attrattiva - e quindi il valore economico - dell'intero comparto e conseguentemente di tutta l'operazione. Dall'altra parte, c'è chi punta il ditto sul fatto che il consiglio comunale votò non una variante urbanistica pura e semplice, ma l'assenso ad un "progetto in variante", progetto che, appunto, non prevedeva l'alimentare: dunque, è il ragionamento, se il progetto cambia, decade anche la variante. Ora Palazzo Sisto si trova a dover districare una matassa delicata sotto almeno tre profili: quello strettamente giuridico-amministrativo, quello politico relativo al rispetto degli accordi con le parti sociali, quello dell'interesse generale per una rete commerciale sana.
Antonella Granero