L'AFFAIRE METALMETRON scuote la città, le categorie
commerciali, i sindacati e gli amministratori. Dopo che il
Secolo XIX ha reso pubblico il nuovo piano presentato nei
giorni scorsi dalla New.Co. (Unieco e Gruppo Barbano), a
Palazzo Sisto il primo ad uscire allo scoperto è il
vicesindaco Paolo Caviglia (Sdi) che tuona contro
l'improvviso cambiamento delle carte in tavola. «Dev'essere
molto chiaro - scandisce - che quello approvato dal
consiglio comunale il 28 novembre 2005 era un "progetto in
variante": ovvero se qualcuno pensa di cambiare i termini
del progetto, introducendo l'alimentare che non c'era,
decade tutto, anche la variante». Poi una sottolineatura che
ha del clamoroso talmente è esplicita: «Nel caso, si torna
alla destinazione originaria dell'area, una destinazione
industriale». Spara a palle incatenate, Caviglia, anche sul
giallo su documenti che avrebbero dovuto sancire
l'esclusione dell'alimentare dai cinque "blocchi" da 2.500
metri quadrati ciascuno che comporranno il futuro centro
commerciale: «Io ricordo bene - sottolinea - l'impegno
profuso dal collega Aglietto sia in giunta, sia in
consiglio: l'alimentare era escluso in maniera esplicita».
La conclusione è ad affetto, tanto per fare capire il clima:
«Per questo mi girano i c... se qualcuno ha avuto la volpe
sotto l'ascella».
Ma sono in tanti, ora, a chiedere un chiarimento
istituzionale. Il consigliere dell'Udc e vicepresidente del
consiglio comunale Piero Santi è netto: «La
possibilità che le ex aree Metalmetron ospitino la catena di
distribuzione Conad impone una seria riflessione da parte
dell'amministrazione comunale; è doveroso sapere una volta
per tutte quelle areee a cosa devono essere destinate ed è
per questo che è necessario che gli assessori competenti
riferiscano al più presto nelle sedi istituzionali in merito
alla vicenda». Il consigliere di An Luigi Bussalai
attacca l'amministrazione Ruggeri-Lirosi e chiede
l'immediata convocazione della commissione consiliare: «È
grave la superficialità con la quale l'amministrazione di
centrosinistra ha gestito nel passato la delicata pratica
Metalmetron per la quale era stato raggiunto l'accordo
condiviso dalle categorie di escludere dall'intervento il
settore merceologico alimentare; oggi si scopre che non sarà
più così perché colpevolmente l'amminsitrazione dell'epoca
non ha accettato di formalizzare le tipologie commerciali ».
Scatenati i sindacati, che hanno chiesto un incontro urgente
a Palazzo Sisto: «Nel 2005 l'amministrazione comunale aveva
definito un indirizzo circa la destinazione dei lotti
commerciali che non prevedeva l'insediamento di attività
alimentari - hanno scritto in una nota congiunta i segretari
provinciali di Cgil Cisl e Uil, Francesco Rossello,
Maresa Meneghini e Roberto Fiore, con i colleghi delle
categorie del commercio Veirana, Pesce e Fallara -
sulla base di tale premessa nell'agosto del 2005 è stato
siglato il protocollo sull'occupazione e, nella stessa
occasione l'Amministrazione si è assunta l'impegno di
definire "un protocollo conclusivo che sintetizzi i
contenuti, gli obiettivi e le finalità comuni in coerenza
con gli intenti scaturiti dal tavolo concertativo"». Ma
nulla è più accaduto: «Non abbiamo mai ricevuto risposte
alle nostre sollecitazioni e oggi apprendiamo dai giornali
che le prospettive di sviluppo dell'area prevedono
sostanziali modifiche al progetto discusso al tavolo del
2005». Concludono: «Esprimendo il nostro disappunto per il
non adeguato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali
fino ad oggi, intendiamo sapere se il percorso condiviso in
allora sia ancora valido e chiediamo di riprendere un
percorso di concertazione fra le parti che individui
soluzioni di sviluppo condivise e sostenibili». Scontata la
rabbia della Confesercenti, da sempre contraria al progetto:
«Abbiamo in calendario un incontro con il sindaco la
settimana prossima - dice il presidente Franco Zino -
Ciò che oggi il Secolo ha rivelato conferma i nostri timori
di allora: ovvero che l'alimentare prima o poi sarebbe
spuntato, perchéè l'unica possibile locomotiva di questo
pseudo-centro commerciale». Conclude: «La presenza
dell'alimentare sarebbe devastante per il tessuto
commerciale savonese. Ribadiamo, inoltre, che il cambio di
destinazione d'uso, a nostro avviso, può essere discusso
solo a bonifica avvenuta». La Confcommercio è indiziata
invece di sostenere lo sbarco degli alimentari all'ex
Metalmetron. Conferma in sostanza il presidente Vincenzo
Bertino: «Noi siamo sempre stati contrari ai "no"
incondizionati. Per noi il presupposto è il recupero di un
intero quartiere. Il primo accordo prevedeva il no-food, ma
era solo il punto di partenza. Per noi quello che conta,
ora, è che si sia un canale preferenziale per ggli esercenti
che già ci sono, prima di far arrivare altri da fuori. Se
delle licenze si raccolgono all'ex Metalmetron, perché no?
L'importante è il recupero sociale e commerciale del
quartiere».
Antonella Granero
13/10/2007
ricordo bene gli accordi che escludevano
i generi alimentari
paolo cavigliavicesindaco di Savona
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