In Liguria sì ai porti
ma stop al cemento
  ALESSANDRA PIERACCI LA STAMPA
GENOVA
Il mare a portata di tutti, una nautica «sociale» in grado di rilanciare l’industria della nautica minore in sofferenza, garantendo però una corretta gestione delle coste: questo il nuovo principio cardine espresso in occasione dell’inauguazione del 47° Salone Nautico.
Un’inaugurazione inconsueta, con poca ufficialità cerimoniale e molta discussione, che ha registrato la grande novità del grido d’allarme lanciato dal presidente della Regione Claudio Burlando contro lo sfruttamento della costa, allarme subito recepito dal ministro dell’Industria, Pierluigi Bersani. «Cercherò di attivare un tavolo con i ministeri competenti e le regioni per affrontare questo processo e chiederò a Burlando una consulenza vista l’esperienza acquisita in Liguria», ha detto il ministro.
L’obiettivo è quello di portare a una razionalizzazione della gestione della costa, sia dal punto di vista delle competenze che delle linee di intervento. «Abbiamo perso il treno vent’anni fa, quando è stata la Costa Azzurra a salire in corsa sul convoglio della nautica da diporto, creando porticcioli e garantendosi turismo - ha detto Burlando - ma ora non dobbiamo ripetere l’errore fatto con le auto: una crescita incontrollata che ha portato ai centri storici intasati, ai problemi di traffico, ai danni anche gravi al patrimonio artistico cittadino». Quindi stop ai porticcioli e soprattutto alle speculazioni immobiliari di solito collegate, «perché è dimostrato che ormai gli scali si reggono economicamente con i posti barca, data la richiesta che c’è», e invece aiuti e accelerazioni per le strutture destinate alle piccole barche, ormai sfrattate per far posto a quelle grandi, più remunerative. «Penso a silos, scivoli, porti a secco, accessi al mare», dice il presidente della Regione. «Oggi è quasi impossibile mettere in mare persino un gommone - aggiunge Burlando - non è accettabile un modello di nautica che consente solo l’uso di grandi imbarcazioni, anche quelle piccole hanno diritto allo scalo di alaggio ed a un posto di ricovero». «In Liguria abbiamo ormai porti a sufficienza: Varazze aperto da poco, San Lorenzo al Mare in dirittura d’arrivo, molo Mirabello alla Spezia in costruzione, Porto Maurizio avviato da qualche mese, Ospedaletti dove domenica si è aperto il cantiere, Loano dove sono già partite le opere a terra, il sottodiga di Pegli per cui si sono concluse le procedure, Marina Fiera che dopo il Salone sarà utilizzabile, la Marina di Sestri. E ancora Savona Albissola, Bordighera, l’ipotesi di Pietra Ligure, una piccola area per la nautica sociale all’interno del porto di Vado. Quanto una costa fragile come la nostra potrà sopportare nuove infrastrutture?» si chiede il presidente della Liguria.
«E’ evidente che se fai un porto cambi le correnti marine, contribuisci all’erosione delle spiagge e all’aumento dell’inquinamento. Per questo un settore come la nautica, cresciuto in dieci anni del 300%, deve cominciare a parlare di una gestione sostenibile» sottolinea Burlando.