POLEMICA DOPO CHE IL TAR HA SOSPESO L’ATTIVITA’ VENATORIA
Chi sono quelli della Lega
Caccia, secondo Scrivano
Un gruppo sempre in prima linea
nato alla Sapienza di Roma nel 1978
sono penalizzati gli animali
“Lo stop voluto dalla Lac farà abbattere più esemplari”
 
[FIRMA]LUCIA BARLOCCO  LA STAMPA
SAVONA
Dopo la sentenza del Tar che ha sospeso la caccia nel Savonese sino al giorno 27 quando ci sarà l’udienza definitiva, l’assessore provinciale, Carlo Scrivano, non ha dubbi: «Il ricorso della Lac, oltre che essere infondato nel merito, non farà che creare gravi disequilibri provocando danni significativi alla fauna». Per lui «si tratta di un caso che potrebbe essere considerato ’’da manuale’’. Un vero assurdo. Con la sospensione del calendario provinciale non è vero che non si va più a caccia, anzi, ci si andrà di più. La caccia sospesa per sette giorni è solo quella al capriolo e al cinghiale e se prima si poteva cacciare solamente tre giorni la settimana oggi si possono scegliere tre giorni a piacimento su cinque. Ciò significa più cacciatori per più giorni e maggiore pressione venatoria, tenuto conto che i cinghialisti potranno dedicarsi anche alla caccia a fagiano, pernici e lepri».
I tecnici della Provincia spiegano, infatti, «come al di là dell’accoglimento in via sospensiva del ricorso presentato al Tar, fatto di routine e nella sostanza ’’dovuto’’, la discussione del 27 settembre ristabilirà la correttezza dell’operato dell’Amministrazione provinciale che si muove da sempre con grande equilibrio tra il corretto e ordinato svolgimento delle attività venatorie e le necessità di tutelare il patrimonio faunistico». Dicono ancora: «Occorre osservare come la sospensione del calendario venatorio provinciale, che contiene norme molto attente e più restrittive non farà altro che rendere operanti le prescrizioni del Calendario venatorio regionale causando uno spostamento dei cacciatori che si dedicano alla caccia al cinghiale e al capriolo su quella stanziale (fagiani, pernici, lepri) procurando uno squilibrio». Conclude l’assessore: «Per il ricorso al Tar gli unici a rimetterci, dunque, saranno gli animali: un bel risultato davvero».Le ragioni della costituzione della Lac, Lega per l’abolizione della caccia, risalgono al tempo della proposta di legge sulla caccia presentata al Parlamento il 9 luglio 1976, proposta che fu sostenuta con vigore dalle associazioni venatorie. Il professor Carlo Consiglio, docente di Zoologia al dipartimento di Biologia animale e dell’uomo dell’Università La Sapienza di Roma riuscì a riunire attorno a sé un gruppo di animalisti e il 18 novembre 1978, a Milano, fondò insieme con Gloria Grosso, Miranda Bizjak, Maria Luisa Meozzi, Ezio Felice Errante, la Lac. Sin dagli inizi partecipa a tutti i referendum nazionali contro la caccia. Innumerevoli le iniziative contro i calendari venatori, le fiere degli uccelli, l’impiego degli animali nei circhi, la strage degli animali da pelliccia, gli zoo, la corrida, gli allevamenti industriali e la vivisezione. Da sempre la Lac organizza squadre ed attività antibracconaggio nelle zone più «calde» d’Italia ed è presente con proprie sezioni in tutto il Paese.