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PARTITO Democratico, corsa sino all'ultimo minuto utile. A
notte fonda era ancora in corso la riunione regionale
chiamata a sancire la spartizione dei collegi tra Ds e
Margherita e componenti varie dei due partiti. E oggi le
liste devono essere chiuse.
Tuttavia, il segretario savonese dei Ds, Giovanni Lunardon,
si è presentato ieri pomeriggio a Genova con una ipotesi che
quasi certamente sarà confermata: a Isabella Sorgini
(indicata dai costiani-popolari della Margherita) andrà il
posto di capolista per l'assemblea nazionale, in una testa
di lista completata dal sindaco di Savona Federico Berruti
(Ds). A seguire l'indipendente Cristina Battaglia e quindi
Marco Russo (come la Sorgini indicato dai popolari). Per
l'assemblea regionale, la testa di lista vedrà in pole
Giovanni Lunardon e a seguire Lorena Rambaudi (entrambi Ds).
Al terzo posto il margheritino valbormidese Massimiliano
Cane, al quarto la vicesindaco di Vado Monica Giuliano (Ds).
Per arrivare all'accordo sono rimasti sul terreno feriti e
contusi: non mancheranno le conseguenze sui futuri assetti
del Pd e del centrosinistra savonese. La cosiddetta società
civile è praticamente sparita dallo scenario, lo scannatoio
tra i partiti (e soprattuto tra le varie componenti dei
partiti) ha fatto il suo corso. Vediamo. La Sorgini sino a
due settimane fa era nel Comitato nazionale di Rosy Bindi e
con la ministra vantava uno stretto rapporto personale. Era
stata papabile a candidata alla segreteria regionale contro
Mario Tullo. Prima dell'esperienza bindiana era stata attiva
in Polis, l'associazione della "società civile" verso il
Partito democratico. Ha finito, invece, targatissima, per
diventare il grimaldello della Margherita costiana - e del
presidente provinciale Marco Bertolotto - per bloccare la
macchina che il segretario diessino Lunardon era riuscito a
mettere in pista. Marco Bertolotto nel collegio del Ponente
è stato ad un passo dal fare il capolista all'assemblea
nazionale, ma ha dovuto arrendersi di fronte
all'impossibilità di tagliare fuori dagli accordi il Comune
di Albenga con il sindaco Antonello Tabbò (Margherita) e il
vicesindaco Franco Vazio (Ds). L'ipotesi di lavoro
Bertolotto-Miceli-Scrivano ha così deragliato e il
presidente provinciale ha provato a rifarsi sul collegio
savonese, rafforzando l'asse già esistente con l'assessore
regionale Carlo Ruggeri, a sua volta armato sino ai denti
contro l'area che fa riferimento al sindaco Berruti. L'altra
sera, in segreteria, il redde rationem, con Ruggeri e Lorena
Rambaudi (vicepresidente della Provincia) scatenati
all'attacco. In questo quadro, la Rambaudi ha posto l'aut
aut a Lunardon che, per fare posto alla Sorgini nella
seconda piazza della lista regionale, le proponeva di
tornare all'ipotesi originaria del suo lodo di mediazione,
ovvero di correre al terzo posto della lista nazionale. Ieri
una giornata convulsa: Lunardon l'ha trascorsa tra un
incontro e l'altro, raccogliendo la rivolta delle sezioni
cittadine del partito contro la stessa Rambaudi, accusata di
aver portato i Ds in una secca per ragioni di tipo
personale. «Ci ha obbligato - hanno detto autorevoli
esponenti del partito - ad accettare una ipotesi innaturale,
il primo posto in lista per la Sorgini, che non ne avrebbe
le caratteristiche, per una sua impuntatura». In questo
stesso giro di colloqui, intanto, Berruti accettava di avere
davanti - anziché Cristina Battaglia - la stessa Sorgini e
la situazione si sbloccava. Se il quadro si confermerà di
tale fatta (e difficilmente cambierà: l'unica possibile
alternativa è la Rambaudi fuori dai giochi, con il ritorno
all'ipotesi Lunardon-Sorgini sul regionale e
Battaglia-Berruti sul nazionale) i dati politici che
peseranno sul futuro sono essenzialmente due. Il primo: si
approfondisce nei fatti la divisione tra l'area berrutiana e
l'asse Bertolotto-Rambaudi-Ruggeri. Un asse che esce
indebolito dall'atteggiamento bellicoso mantenuto sino
all'ultimo e dall'irritazione delle sezioni Ds e dello
stesso segretario Lunardon, che nelle ultime settimane si
era fatto in mille per tenere insieme tutte le parti. Il
secondo (che dipende dal primo): la totale sparizione della
società civile dal processo di nascita del Pd a Savona. È un
problema che tornerà d'attualità non appena archiviate le
Primarie, il 15 ottobre: più di un osservatore ha usato -
anche per quella savonese di queste ore - il famoso esempio
dell'orchestrina che suona sul Titanic che affonda. O, per
dirla con un altro che vuole rimanere anonimo, «il caso
Grillo non ha insegnato nulla»: si cura la polmonite con
l'aspirina.
Antonella Granero
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